12 marzo 1947: nasce il marchio Ferrari

di ANNA MARIA STEFANINI –

I miti hanno una storia lunga e sempre partono da lontano: nel 1923 Enzo Ferrari (1898- 1988) riceve in dono dalla madre dell’asso dell’aviazione Francesco Baracca il “cavallino rampante”, lo stemma che campeggiava sul più temibile caccia della prima guerra mondiale.
Il simbolo perfetto per un bolide a quattro ruote.
Sei anni dopo, nel ’29, a Modena, Enzo Ferrari fonda la “Scuderia Ferrari”; ma la prima creatura del “drake” non nasce autonoma essendo sotto il marchio Alfa Romeo per la quale assume a tutti gli effetti ruolo e funzioni di “reparto corse”.
Il rapporto con il brand lombardo muta nel 1937 quando l’Alfa Romeo dà vita a un proprio reparto corse; la direzione viene affidata proprio a Enzo Ferrari. L’effetto di questa scelta sarà la chiusura dell’area di Modena.
Il rapporto con l’Alfa Romeo si interrompe però nel ‘39 ed è così che Enzo Ferrari riapre la mai dimenticata sede modenese sotto il marchio “Auto Avio Costruzioni”, non potendo utilizzare il proprio nome per effetto di obblighi contrattuali sottoscritti col biscione.
Lo scoppio della seconda guerra mondiale obbliga l’Auto Avio Costruzioni a convertire la propria produzione in componenti per aeroplani militari; nel 1943, per ragioni logistiche la sede viene trasferita a Maranello, un comune di circa 17 mila abitanti, sempre in provincia di Modena.
Nel ‘44 la nuova sede viene bombardata; sarà ricostruita nel ‘45.
Due anni dopo, il 12 marzo di 78 anni fa, conclusa la seconda guerra mondiale ed essendo scaduto il vincolo contrattuale con Alfa Romeo, Enzo Ferrari fonda il marchio “Auto Costruzioni Ferrari” dove potrà finalmente esprimere fino in fondo le proprie competenze progettistiche e manageriali.
Il ‘47 è anche l’anno del debutto su strada di macchine interamente e ufficialmente Ferrari.
Il primo esordio non è felice: nella gara di Piacenza la nuovissima 125S è costretta al ritiro; ma due settimane dopo, in una gara a Roma, la Ferrari pilotata da Franco Cortese mette tutti dietro.
Per raccontare il mito Ferrari dopo quel primo successo meglio affidarsi ai numeri: 31 primati in formula uno: 15 titoli piloti e 16 costruttori; ma il nome Ferrari brilla anche nei segmenti Sport, Prototipo, Gran Turismo etc. con 17 titoli mondiali portati a Maranello.
Grazie al traino delle vittorie la vicenda societaria del marchio si articolerà in “reparto corse” e “settore commerciale”; questo perché nessuno può sostenere gli altissimi costi del settore corse senza una più che solida base economica.
Un duro colpo al valore e all’immagine del marchio Ferrari arriva nel 1955 quando entra in vigore il divieto generalizzato delle gare su strada; una decisione assunta dopo il gravissimo incidente di Le Mans occorso lo stesso anno. La sopravvivenza del marchio di Maranello dipendeva moltissimo dal settore commerciale sostenuto dalla richiesta di facoltosi “gentleman-driver” spasimanti di sedersi alla guida di un “Cavallino”; la chiusura delle gare su strada determinerà il crollo delle vendite.
Non saranno pochi coloro che, approfittando della crisi, cercheranno di acquisire il prestigiosissimo brand italiano a basso costo e a condizioni di controllo strategico, a cominciare da Henry Ford; ma la trattativa con la Ford non va in porto a causa della condizione posta dal “drake”: cedere il marchio ma mantenere l’autonomia gestionale.
Ferrari cerca allora il supporto delle autorità sportive nazionali, che però non arriverà mai; un’indifferenza che porterà alla clamorosa protesta del 1964 con la restituzione della licenza sportiva.
La crisi si risolve nel ‘65 con un accordo con la FIAT; un accordo in cui la casa torinese acquisisce la Ferrari ma elegantemente lascia al drake piena autonomia gestionale. È così che Maranello torna a vincere.
La situazione si mantiene sino al 1988, quando muore Enzo Ferrari; da quel giorno il marchio va incontro a grandi cambiamenti di assetto societario.
Recentemente Ferrari è stata incorporata in una società olandese riconducibile alla FIAT per essere poi trasferita a Fiat Chrysler Automobiles (FCA) dalla quale è stata successivamente scorporata per andare al gruppo Exor, una holding olandese controllata dagli eredi Agnelli.

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