CAPRAROLA (Viterbo)- C’è chi dice che i tramonti e le albe siano simili, ovunque. Se si desidera essere avvolti da una forma di misteriosa e fantastica atmosfera la Tuscia ed i Monti Cimini possono ricreare queste emozioni, rievocando i luoghi sacri dell’etruria. Inseriti tra l’azzurro del lago vulcanico ed il verde intenso della selva cimina, tra faggi, querce, castagneti e noccioleti, si può essere serenamente coinvolti in un’atmosfera di serena piacevolezza la cui terra è stata forgiata dall’acqua e dal fuoco.
Del resto a meno di un’ora da Roma ed in prossimità del capoluogo della Tuscia, terra di Cardinali e di Papi, carica di storia plasmata nel tempo dai Falisci, Etruschi conquistata dai Romani, fino alla fase Rinascimentale ha culminato la sua riconoscibilità con la scelta del Presidente della Repubblica Luigi Einaudi che scelse il Palazzo Farnese quale residenza estiva, Caprarola è riuscita a tradurre nel tempo tutto questo, includendo il turismo alle attività agricole e storico culturali nella sua offerta territoriale.
A poco più della metà “dello deritto” la via dritta (Via Filippo Nicolai) come i locali chiamano la “strada dritta” che porta dalla parte bassa del paese al meraviglioso Pentagono Rinascimentale dei Farnese, proprio di fronte alla chiesa di Sant’Arcangelo, c’è una famiglia che da 130 anni custodisce con dedizione e professionalità un ristorante, La Trattoria del Cimino, la prima bettola della Tuscia come cita la Guida Monaci del 1895 culla enogastronomica di questa parte dell’Etruria meridionale, che negli anni ha saputo fondere le diverse culture ed influenze mantenendo ferma la sacralità della territorialità.
All’inizio fu Giuditta, poi Angela detta Angioletta in una staffetta d’altri tempi, anche non semplicissimi a dire il vero. Angioletta, che verrà premiata dall’Amministrazione dell’ente locale con un riconoscimento “al lavoro”, affianca ancora oggi l’operatività quotidiana in cucina del figlio Colombo e della moglie Maria Assunta (da Carbognano). Oggi, si avvalgono della preziosa collaborazione di Samuele, il figlio, cresciuto alle corti europee della formazione professionale enologica, tra i migliori sommelier al mondo per Vinous, la visione odierna del locale proiettato nel futuro, rinnovato in modo meraviglioso da qualche anno.
Lo spartito vede assurgere i piatti con la pasta fatta in casa e tirata a mano al ruolo di protagonisti, accompagnati da prodotti della Tuscia ed una carta dei vini con centinaia di cantine dove il protagonista resta il territorio ma in ottima compagnia di produttori nazionali ed internazionali, distillati compresi.
Usciti da lì tappa obbligata il bar della Rocca dove Luca insieme alla mamma ed alla famiglia porta anche lui avanti la tradizione commerciale con la vista del Palazzo Farnese nella piazzetta pertinenziale antistante al bar, unica ed imperdibile.
laditta.jpg