14 LUGLIO 1789: con la presa della Bastiglia scoppia la Rivoluzione francese

di ANNA MARIA STEFANINI-

Come in molti altri stati, la distribuzione sociale della Francia del 18° secolo si fonda sulla rigida divisione in tre “stati” (oggi diremmo “classi”): la nobiltà, il clero e tutto il resto della popolazione, indistintamente ricondotta ad un generico “terzo stato” (tiers état), l’unico sottoposto all’obbligo di pagare le tasse.
Re, nobili e clero, per rango, non potevano essere soggetti a tassazione.
La tensione sociale della Francia alla fine del 18° secolo è alle stelle, sotto il peso di povertà, fame e di un debito pubblico enorme, accumulato a causa dei grandi sprechi prodotti da monarchia e nobiltà; debito destinato inevitabilmente ad abbattersi sul 3° stato in forma di ulteriori tasse.
Nel maggio del 1789, a Versailles, si tengono i celebri “Stati Generali”, ossia la riunione in assemblea dei rappresentanti delle tre componenti sociali francesi che però, anziché lavorare per una composizione politica, rimangono rigidamente fermi sulle proprie posizioni, esacerbando ulteriormente la tensione.
Di fronte allo stallo degli Stati Generali re Luigi XVI azzarda due mosse che porteranno la tensione al calor bianco: schiera l’esercito a protezione della residenza reale, Versailles, Parigi e altri centri sensibili e sostituisce tutti i ministri e funzionari che, a suo giudizio, nutrivano sentimenti filo-popolari, tra cui il ministro delle finanze Jacques Necker.
Dal momento che non si fidava del tutto dell’esercito Luigi XVI ingaggia diversi battaglioni mercenari tedeschi e svizzeri, che dipendevano direttamente da lui.
Il tempo passa ma le cose precipitano: il 12 luglio 1789 è una domenica; i parigini, da mesi alla fame, organizzano una grande manifestazione di protesta contro la destituzione di Necker, il re risponde ordinando ai battaglioni tedeschi di caricare la folla; la carica provoca vari feriti e diversi consiglieri avvertono il re che l’inasprimento delle misure repressive avrebbe potuto scatenare una rivolta generalizzata, dagli esiti incontrollabili. Ma Luigi XVI è irremovibile.
La mattina del giorno dopo, il 13 luglio, la tensione sale ancora: una folla di parigini affamati assalta i depositi dove si tenevano grano e pane mentre altri incendiano diversi accessi da cui i soldati filo-monarchici potevano entrare in città. La parte più politicizzata della popolazione comincia a organizzare una “milizia cittadina”; ogni miliziano, come segno distintivo, porta una coccarda blu e rossa, i colori di Parigi.
La mattina di martedì 14 luglio di 234 anni fa gli insorti attaccano una caserma militare con lo scopo di procurarsi armi, riuscendo ad impossessarsi di quasi 30 mila fucili e di alcuni cannoni ma non trovano la polvere da sparo; è così che decidono di attaccare la fortezza della Bastiglia, dove sono custoditi 250 barili di polvere.
La Bastiglia è un luogo simbolo del potere monarchico che tuttavia, a causa degli alti costi di mantenimento, è presidiata con appena 80 soldati anziani e poco adatti al combattimento e da una trentina di guardie svizzere. Tuttavia è ben protetta da possenti mura e ponte levatoio. Dopo alcuni tentativi di trattativa e qualche scaramuccia a fuoco la situazione è in stallo. Gli assediati resistono nella speranza di un soccorso da parte delle truppe monarchiche; soccorso che non arriverà mai. La situazione muta radicalmente con l’arrivo 60 guardie francesi che avevano solidarizzato con gli insorti e che portano con sé sei cannoni. A quel punto gli assediati, dopo varie incertezze e discussioni interne e ormai sfiduciati per un aiuto esterno, si arrendono, abbassano il ponte levatoio, aprono le porte e gli insorti invadono la fortezza. La miccia che farà deflagrare la Rivoluzione Francese è accesa.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE