15 aprile 1912 – La più grande tragedia della marina civile: affonda il Titanic

di ANNA MARIA STEFANINI

Le navi civili in servizio negli anni 10 del Novecento nel Regno Unito appartenevano a tre diversi standard principali, distinti in ragione del tipo di servizio: lo standard “RMS” (Royal Mail Ship), ossia ciò che oggi qualifichiamo come “transatlantico”, adibito, oltre al trasporto passeggeri, anche al “Royal Mail”, ossia al servizio postale britannico; lo standard “SS” (Steam ship), i “piroscafi” e lo standard “HMHS”, letteralmente: “nave ospedale di sua maestà”.

Sin dal 1800 la marina civile britannica era di fatto appannaggio di due grandi compagnie armatrici concorrenti, la Cunard Line e la White Star Line.
Nei primi anni del Novecento la White Star Line sviluppa il programma denominato “classe Olympic” con lo scopo di colmare il gap che la separava della concorrente Cunard Linee, proprietaria dei RMS Lusitania e Mauretania, le due navi più prestigiose dell’epoca.

Il programma classe Olympic prevede la costruzione di tre grandi navi gemelle: due RMS: l’Olympic e il Titanic e la HMHS Britannic, tutte su progetto a tre mani dell’architetto navale Thomas Andrews, capo progettista, dell’ingegnere William Pirrie e di Alexander Carlisle, esperto in equipaggiamenti navali di sicurezza. Thomas Andrews sarà anche una delle vittime del naufragio.
Finanziatore del programma è l’armatore USA John Pierpont Morgan (meglio conosciuto con la sigla J.P. Morgan).
La costruzione del Titanic inizia nel 1909 nei Cantieri Harland & Wolf a Belfast, nell’Irlanda del nord.

I lavori impegnano 15 mila dipendenti sottoposti condizioni di lavoro durissime, funestati da una lunga catena di incidenti, anche gravi. A fine lavori si contano nove morti e 246 i feriti, molti dei quali colpiti da amputazioni e menomazioni permanenti.
Le dimensioni del Titanic sono imponenti: scafo lungo 269 m, largo 28,4 m e alto 53 m, di cui 18 m di pescaggio, per una stazza lorda di 46 328 tonnellate e una capacità di trasporto di 3547 persone, tra equipaggio e passeggeri. Numeri che fanno del Titanic la più grande nave al mondo dell’epoca.
Diversamente dalla gemella Olympic, il Titanic è arricchito da una vera rarità: un ponte da passeggio coperto dotato di finestre apribili; una chicca che però aggiunge ulteriore tonnellaggio.
La dotazione di bordo comprende, oltre al ristorante, una piscina coperta, una palestra, un bagno turco, un campo di squash e un’orchestra.
Le cabine di prima classe sono riccamente arredate; inoltre i passeggeri più abbienti possono optare fra 34 grandi suite con soggiorno, sala di lettura e sala da fumo. I collegamenti fra i ponti sono assicurati da tre ascensori per la prima classe e uno per la seconda classe; una novità assoluta per navi di quel livello.
La propulsione è garantita da tre eliche, una centrale e due laterali, azionate da un complesso motore a vapore funzionante in parte secondo il tradizionale sistema a stantuffo e in parte tramite l’innovativa tecnologia della turbina Parson.
La velocità normale di crociera è di 21 nodi (39 Km/h) che può toccare la punta di 26 nodi (48 km/h).
Il Titanic è dotato anche di una modernissima centrale radiotelegrafica gestita da personale fornito dalla società britannica fondata da Guglielmo Marconi.

I costi di realizzazione ammontano a circa 7,3 milioni di dollari di allora, corrispondenti a oltre 174 milioni di dollari attuali.
Il viaggio inaugurale inizia il 2 aprile 1912 da Belfast e dopo alcuni scali intermedi imbocca la rotta per New York.
I passeggeri sono in tutto 1317, molti di meno della capacità della nave; allora questo fu considerato un mezzo insuccesso; col senno di poi una fortuna. Tra i passeggeri anche 107 bambini.
In prima classe figurano nomi eccellenti, come John Jacob Astor IV, il ricchissimo proprietario, fra l’altro, del celebre Walford-Astoria Hotel di New York e Benjamin Guggenheim, fratello di Solomon, proprietario dei famosi musei privati.
La sera dell’11 aprile, quando il Titanic aveva da poco lasciato l’isola di Irlanda, la centrale radiotelegrafica riceve un marconigramma che segnala la presenza di iceberg nell’area di Terranova, ma il messaggio non viene consegnato al comandante, capitano Edward Smith. Il viaggio prosegue quindi secondo la rotta programmata. Nei giorni successivi giungono ulteriori segnalazioni sulla presenza di iceberg sulla rotta del Titanic ma nessuna di queste viene considerata un’emergenza tale da richiedere un cambio di rotta.
Il Titanic prosegue la crociera percorrendo circa 3 000 km attraverso il Nord Atlantico in direzione di Terranova.
Poco prima della mezzanotte del 14 aprile le vedette in servizio si accorgono di un’enorme massa scura davanti alla nave, uno di loro chiama immediatamente la plancia di comando urlando “Iceberg right ahead!» (Iceberg proprio davanti).
Non si conoscono nei dettagli le manovre successive ma sembra che l’ufficiale di guardia abbia ordinato una forte virata di prua a sinistra ma quando si avvede che questo avrebbe esposto la poppa all’urto ordina una contro-virata a destra; durante la manovra viene diramato l’ordine di chiudere tutte le porte stagne.

Il risultato della doppia manovra è che l’impatto non può più essere evitato; tuttavia soltanto i fuochisti si rendono subito conto dei gravi danni subiti dallo scafo; tutti gli altri passeggeri avvertono solo lievi vibrazione e rumori. Un riscontro della sottovalutazione della gravità dei danni sta nella circostanza che l’orchestra continuerà a suonare fino all’1:40 circa.
Malgrado la nave fosse stata progettata per galleggiare anche con diverse sezioni allagate l’acqua penetra in molti locali interni superando il limite massimo consentito per mantenere il galleggiamento; quando il personale di comando si rende conto della gravità del danno non resta che ordinare l’evacuazione ma, sfortunatamente, il Titanic era dotato di molti salvagenti individuali e di sole 16 lance di salvataggio per una capacità massima di 1178 posti; per giunta diverse vengono calate in mare vuote o semivuote.
Dalla sala radio partono molte richieste di SOS ma nessuna nave si trova nelle vicinanze.
Verso le ore 2:10 l’acqua imbarcata ha modificato l’equilibrio statico della nave al punto che la poppa si trova sollevata tanto da formare un angolo di circa 30° rispetto alla superficie del mare, determinando uno sforzo di taglio di intensità tale da causare il collasso delle strutture portanti: il Titanic si spezza in due tronconi, accelerando l’inabissamento.
Alle 2:20 del 15 aprile di 110 anni fa anche il troncone di poppa si inabissa, ponendo tragicamente fine alla breve vita del Titanic.
I superstiti sono 706, quelli che erano riusciti a salire sulle lance; la maggior parte delle vittime muoiono non per annegamento ma per ipotermia indossando i giubbotti salvagente sopra gli abiti ordinari nelle gelide acque del nord Atlantico.
Diversi moriranno dopo il salvataggio per le conseguenze dell’ipotermia.
Verso le 4 della mattina giunge sul posto il piroscafo Carpathia che recupera i naufraghi sopravvissuti sulle lance. Le salme di quattro vittime decedute a bordo delle lance vengono sepolte in mare dal personale del Carpathia.
Questa la cruda ricostruzione di quel tragico evento; altre storie le ha raccontate il cinema.

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