168esimo anniversario della fondazione della Polizia di Stato

VITERBO – Nella giornata odierna, 10 aprile 2020, ricorre il 168° anniversario della fondazione della Polizia di Stato.  In considerazione dell’attuale scenario epidemiologico legato alla diffusione del COVID 19 e del quadro normativo relativo alla gestione dell’emergenza, la cerimonia è stata limitata ad una corona d’alloro che, alle ore 10,00, il Sig. Questore ha deposto all’interno della Questura al Monumento dei Caduti, alla sola presenza del Sig. Prefetto, nel rispetto delle misure di contenimento vigenti.

“Ci sarebbe piaciuto celebrare il 168° Anniversario della Fondazione della Polizia di Stato con un altro spirito e con altre modalità. Avremmo voluto festeggiarlo nelle piazze delle nostre città, tra i
nostri concittadini che sono, come dico spesso, la ragione stessa della nostra presenza – afferma Il Capo della Polizia

Gabrielli

, Direttore generale della pubblica sicurezza, Franco Gabrielli – Ma proprio la salvaguardia della salute delle nostre comunità e di noi stessi impone quest’anno di celebrare l’Anniversario della nostra Fondazione unicamente in forma simbolica, con la sola deposizione di una corona in memoria dei nostri caduti, che hanno sacrificato la vita per la sicurezza della nostra

collettività.
Più che un festeggiamento, dunque, un momento di riflessione. Sul ruolo che oggi siamo chiamati ad interpretare. Perché oggi più che mai dobbiamo essere un punto di riferimento per le nostre comunità. Rigorosi nel far rispettare le leggi, dobbiamo oggi però essere primariamente interpreti del disagio e dello smarrimento che stanno attraversando i nostri cittadini, per essere al loro fianco.
Questa pandemia non ha diffuso solo un virus insidioso ma anche un senso di disorientamento. Il sociologo Zygmunt Bauman scriveva che “La paura più temibile è la paura diffusa, sparsa, indistinta, libera, disancorata, fluttuante, priva di un indirizzo o di una causa chiari; la paura che ci perseguita senza una ragione, la minaccia che dovremmo temere e che si intravede ovunque, ma non si mostra mai chiaramente. Paura è il nome che diamo alla nostra incertezza, alla nostra ignoranza della minaccia, o di ciò che c’è da fare. Ecco dunque oggi cosa siamo chiamati ad essere: compagni al fianco dei nostri concittadini in quella che si preannuncia una maratona, con lunghe salite. E le nostre comunità hanno capito questo impegno. Ho visto sui social network più di un filmato in cui dai balconi e dalle finestre delle abitazioni si applaude e si saluta al passaggio di una volante, consapevoli che quando tutti
stanno a casa noi siamo per le strade, a rischio della nostra stessa incolumità.
Questo è il nostro Dna, la nostra natura più profonda: l’attività di soccorso e assistenza alla nostra popolazione. Lo dice il nostro stesso simbolo araldico. Il motivo delle due fiaccole fiammeggianti che si incrociano, si riferisce proprio a questa funzione tipica dell’Amministrazione della Pubblica Sicurezza.
Ma questa opera di vicinanza e assistenza questa volta deve essere rivolta anche al nostro interno. Molti tra le nostre donne ed i nostri uomini, o i loro familiari, sono stati colpiti da questo virus. Ed allora questo è il momento di prestare particolare cura anche al collega con il quale condividiamo l’ufficio o il turno di servizio. Questa situazione mai vissuta prima deve costituire dunque l’occasione

per rinsaldare il nostro spirito di corpo, abitualmente distratto in un tempo che pretende tutto e subito.
Ecco dunque cosa celebriamo oggi. La certezza di essere parte di una comunità che ci lega tutti. Con questa consapevolezza vi ringrazio per quello che avete sin ora fatto e per quello che farete, dandovi appuntamento, quando tutto questo sarà passato, alle prossime celebrazioni di nuovo nelle nostre piazze, tra i nostri cittadini”.

Di seguito il discorso del Questore Surace: “Sino a qualche settimana fa, tutto quello che sta succedendo apparteneva solo ed esclusivamente alla fantasia di alcuni scrittori o registi cd catastrofisti.

Nessuno avrebbe mai potuto realmente credere che tutto ciò potesse verificarsi nel  nostro Paese, tra i primi, si è fermato. Siamo entrati in un tunnel e solo da pochi giorni cominciamo ad intravedere una fioca luce.

Dobbiamo continuare a tener duro, sapendo che solo in questo modo porremo uscirne fuori.

Oggi ricorre l’Anniversario della fondazione della Polizia di Stato.

Non è un giorno di festa. Per me oggi è un giorno di maggior tristezza se penso a come, in tutti questi anni, ho condiviso questo momento con i poliziotti, tra i poliziotti. Il mio pensiero costante va a voi, uomini e donne della Polizia di Stato. So di aver chiesto molto in questi giorni non solo ai poliziotti ma anche al personale dell’Amministrazione Civile dell’interno, stravolgendo turni e metodologie di lavoro. Ringrazio, al riguardo, le organizzazioni sindacali, che mi hanno aiutato a far comprendere la necessità di tali misure, scrivendo, ritengo, una delle più significative pagine della loro storia.

Sappiamo che oggi siamo tra le poche categorie di lavoratori chiamate a fronteggiare questo nemico invisibile. In prima linea, anzi in trincea.

Spero mi crediate, vorrei che steste tutti a casa con i vostri affetti, senza rischiare. Chiusi in casa ad aspettare.

Purtroppo non ce lo possiamo permettere, tutti i poliziotti della Questura, del Commissariato di Tarquinia, della Polizia Stradale, della Ferroviaria e della Postale sono consapevoli di giocare una partita molto difficile, ma sanno anche di far parte di una valorosa squadra.

Penso soprattutto agli operatori del mondo della Sanità, ma anche ai colleghi delle altre forze di polizia, alle polizie locali alle forze armate, al mondo del volontariato ed a tutti coloro che in qualche modo combattono al nostro fianco. In questo momento sono costretto a chiedervi di non mollare. Come ho già detto è un momento difficile e non so quanto potrà durare. Ma sino a quel momento, ne sono certo, gli uomini e le donne della Polizia di Stato faranno, come sempre, il proprio dovere. Colgo l’occasione per far giungere i miei più sinceri auguri per le prossime festività pasquali a tutti voi e alle vostre famiglie. Vi abbraccio affettuosamente uno ad uno. Sono orgoglioso di essere il Vostro Questore”.

 

 

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