di ANNA MARIA STEFANINI-
La maggior parte delle testimonianze storiografiche su nascita e vita di San Flaviano sono andate perdute, tuttavia nella città di Montefiascone il santo continua a godere di grande rispetto e memoria e la sua figura viene ricordata insieme ad altre nobili tradizioni locali.
Secondo la tradizione Flaviano era un notabile romano del IV secolo investito della prestigiosa carica di “prefetto” (“praefectus” che deriva dal verbo “praeficere”, ossia “stare davanti”), dignità che riuniva importanti funzioni militari e civili, di fede cristiana poi finito nel mirino delle persecuzioni di imperatori neopagani, forse con il concorso di un suo nemico personale, un certo Lucio Turcio Aproniano Asterio, del quale sussistono alcuni riscontri documentali.
Secondo alcune ricostruzioni Flaviano era sposato con la nobile Dafrosa e aveva due figlie, Bibiana e Demetria; tutte e tre le donne della famiglia di Flaviano godono del titolo di sante.
Stando alla tradizione il martirio di San Flaviano è eseguito il 22 dicembre di 1663 anni fa in un sito denominato “Aquas Taurinas”, probabilmente nell’area dell’attuale Montefiascone, dove era stato tradotto come detenuto e schiavo.
Ulteriori indizi convergono sull’ipotesi secondo la quale le reliquie del martire sarebbero state successivamente traslate in una chiesa dedicata a Maria sita in un piccolo borgo posto sulla via consolare Cassia, che prenderà il nome proprio da San Flaviano. A suffragare tale ipotesi è una bolla papale dell’852 di Leone IV in cui si legge il passo: “ecclesiam Sanctae Mariae ubi corpus Beati Flaviani martyris requiescit, cum casale et burgo suo in circuitu et giro eius” (la chiesa di Santa Maria dove riposa il corpo del beato martire Flaviano con il suo casale e il suo borgo intorno).
L’esistenza del “borgo San Flaviano” trova riscontro anche nel celebre “Itinerario di Sigerico di Canterbury (950-994)”, dal nome dell’arcivescovo britannico Sigerico (“Sigeric the Serious”: Sigerico il Serio), storico testimone della “via Francigena”, che dall’Inghilterra del sud conduceva a Roma, transitando per la Tuscia. La nota di Sigerico riferita a “Sancte Flaviane” è dell’anno 990 e conferma come il borgo intitolato al martire fosse diventato un importante punto di sosta collocato lungo la storica arteria, allora percorsa da un ricco flusso di pellegrini, funzionari e commercianti.
I punti di sosta erano infrastrutture tipiche delle vie consolari romane e i due contigui a quello di San Flaviano, dislocati lungo la via Francigena, erano, a nord, “Sancta Cristina”, a Bolsena e, a sud, “Sancte Valentine” (l’attuale “Bulicame” di Viterbo).
Come San Flaviano, anche i santi martiri Valentino e Ilario godono di grande venerazione presso Viterbo.
La circostanza che le soste dislocate lungo la via francigena fossero dotate di luoghi di culto dedicati a santi è perfettamente coerente con la vocazione di percorso di fede dell’importante strada europea.
Sfortunatamente la vita del Borgo San Flaviano sarà sconvolta nel 1187 dall’incursione delle truppe di Federico Barbarossa: dai saccheggi e dalle distruzioni resterà in piedi soltanto la chiesa.
A tale drammatico evento segue la ricollocazione urbana dell’area presso l’attuale Montefiascone che, per effetto di tale radicale cambiamento, avrà una diversa patrona cittadina: Santa Margherita d’Antiochia (275-290), martirizzata 15-enne, le cui reliquie erano state traslate dall’Asia Minore in Italia nel X secolo da Agostino da Pavia, che era morto proprio presso Montefiascone intorno al 1185.
Ma questo avvicendamento non affievolirà i legami della città di Montefiascone col suo martire che rimarrà per sempre nella memoria dei cittadini del gioiello alto-laziale.
Una fedeltà testimoniata in varie rappresentazioni pittoriche, la più antica delle quali è conservata nella chiesa detta di “Santa Maria della Neve”, posta nel giardino della Rocca dei Papi.
Al santo è oggi dedicata la chiesa di San Flaviano Martire (detta anche “basilica di San Flaviano”), un gioiello medievale, in stile romano-gotico, risalente all’XI secolo, collocato proprio sul tracciato dell’antica via Francigena.