23 novembre 1890: a San Francisco viene presentata l’invenzione che ha cambiato la vita dei giovani occidentali: il primo jukebox della storia

di ANNA MARIA STEFANINI-

Jukebox e flipper appartengono alla mitologia generazionale dei “boomers” anni ’50 -’60 e non c’era bar o ritrovo per giovani che non ne avesse uno e ancora oggi troneggiano nei locali dotati di uno spazio destinato alla socialità.
La grande consacrazione mediatica arriverà con Fonzie e la sua straordinaria capacità di mettere in funzione la magica scatola musicale con una delle sue spettacolari mosse.
L’America è stato ed è il luogo della fusion fra business e invenzioni di massa e quello che viene piazzato al “Palais Royale Saloon” di San Francisco il 23 novembre di 134 anni fa è un apparato piuttosto primitivo: in sostanza l’accoppiamento di un “fonografo” con un dispositivo di accensione attivabile tramite una monetina.
Tredici anni prima, nel 1877, il geniale inventore USA Thomas Alva Edison (1847-1931) aveva inventato il fonografo, un dispositivo molto semplice in cui una membrana elastica entra in vibrazione in presenza di un suono sufficientemente forte; la membrana è solidale con una sottile puntina la quale, vibrando, incide un solco a spirale su un foglio di stagnola disteso su un cilindro di ottone rotante intorno al suo asse longitudinale. Il suono originale viene riprodotto invertendo il procedimento: il cilindro viene fatto ruotare e la puntina, strisciando nel solco precedentemente inciso, entra in vibrazione facendo così vibrare anche la membrana. In un colpo solo Edison inventa anche microfono e altoparlante, con la membrana vibrante incaricata di svolgere entrambe le funzioni, in entrata e in uscita. Al cilindro il compito di funzionare come memoria.
Più tardi, alla membrana verrà aggiunto un “tubo di emissione” a forma di tromba che, attraverso il fenomeno acustico della risonanza, potenzia e rende più gradevole il suono in uscita.
Il giradischi funzionante con dischi in vinile che, malgrado l’avvento del compact disc ottico, costituisce ancora oggi un importante componente dei migliori stereo HI Fi, è l’aggiornato pronipote del prodigioso prototipo di Edison.
Lo stesso Edison, nel 1890, brevetterà il “Coin Actuated Attachment for Phonograph”, ossia il fonografo attivabile con monete.
L’origine della parola “juke” non è chiara ma sembra derivi da “joog”, un termine dialettale che grosso modo si può tradurre con “chiassoso” e inizialmente veniva impiegato per alludere a bettole e bar.
Da questo termine sono derivati “juke-joint” (locale da ballo) e “juke-band” (gruppo musicale che suona nei bar) e, più tardi, jukebox (o Juke-box): “scatola da bar”.
Il moderno jukebox è un dispositivo per l’intrattenimento musicale costituito da un mobile elettromeccanico diviso in due parti, superiore e inferiore. In quella superiore, solitamente visibile attraverso un coperchio di plexiglass, contiene la rosa dei dischi, il meccanismo di prelievo e posizionamento del disco selezionato, il piatto di rotazione e il braccio articolato che sostiene la puntina di lettura. In posizione esterna si trovano i tasti per la selezione del disco e la fessura per l’introduzione della moneta.
Nella parte inferiore, non visibile dall’esterno, sono collocati gli altoparlanti, la cassaforte e l’impianto elettrico-elettronico.
Poi ogni casa produttrice personalizza il sistema con luci, cromature ed effetti speciali.

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