27 febbraio 1932: nasce Liz Taylor, lo sguardo di Venere

di ANNA MARIA STEFANINI-

Inglese di nascita, americana di adozione, Elizabeth “Liz” Taylor la vocazione per il cinema la scopre da bambina. Nel 1943, a undici anni, è protagonista del celebre “Torna a casa Lassie!”.
Parlare di vocazione per il cinema è certamente vero ma non è tutta la verità perché è il cinema ad avere una vocazione in serbo per lei. La verità è che Liz Taylor cambia letteralmente la storia del cinema perché è con lei, Marilyn, Greta Garbo, Marlon Brando, James Dean e i magnifici altri che nasce e prolifera lo “star system” che farà del cinema il mondo parallelo dei sogni a portata di biglietto.
Parafrasando Fabrizio De André: “non credevi che il paradiso fosse lì in platea”.
Se risponde al vero il teorema che vuole i miti tutti dotati una caratteristica, un segno o un tratto che ne condensi il profilo identitario, come l’invulnerabilità di Achille o il naso di Cyrano, lo stigma di Liz sta in quell’incredibile sguardo dagli occhi viola. Lo spettatore non guardava Liz Taylor: ne veniva risucchiato e i registi hanno abbondantemente abusato di quel potente centro di gravità.
La biografia di Liz Taylor si dipana lungo tre grandi direttrici: il cinema, i mariti e i gioielli.
La filmografia della Taylor è sterminata; questo che segue è soltanto un breve florilegio: “Piccole donne” (1949), “Il padre della sposa” (1950), “Quo vadis” (1951), “Il gigante” (1959), “La gatta sul tetto che scotta” (1958), “Venere in visone” (1960), “Cleopatra” (1963), “La bisbetica domata” (1963; con la regia di Franco Zeffirelli), “Chi ha paura di Virginia Woolf?” (1966), “Identikit” (1974; con la regia di Giuseppe Patroni Griffi), Il giovane Toscanini (1988; ancora con la regia di Franco Zeffirelli) etc.
Una carriera e un palmarès nei quali risplendono due premi oscar, quattro golden globe (l’Oscar USA per la TV), due BAFTA (British Academy Film and Television Arts, l’Oscar britannico) e tre David di Donatello (l’Oscar italiano).
Liz Taylor vanta anche un’importante filmografia televisiva comprendente almeno quindici produzioni e una certa frequentazione teatrale, con cinque apprezzabili presenze sul palcoscenico.
La Taylor è probabilmente l’unica VIP ad aver collezionato più matrimoni che mariti: i matrimoni sono otto per sette mariti, avendo sposato e risposato Richard Burton due volte, dal 15 marzo 1964 al 26 giugno 1974 e dal 10 ottobre 1975 al 29 luglio 1976. La sua passione per i matrimoni gode di un aneddoto: quando un giornalista le chiese perché si fosse sposata otto volte rispose candidamente: “perché credo nel matrimonio”.
Terza passione dopo cinema e mariti sono i gioielli, che ha collezionato in grande quantità, tra i quali brillano (nel senso vero del termine) il famoso “Diamante Krupp”, di 33,19 carati e l’ancora più famoso “Diamante Taylor-Burton”, un regalo di Richard Burton, di 69,42 carati. L’intera collezione è celebrata in un uno storico libro: “My Love Affair with Jewelry” (più o meno: “la mia storia d’amore con i gioielli”; 2002).
Ma la vita non sarà sempre generosa con Liz Taylor; oltre ai divorzi cominciano a comparire seri problemi di salute: una lunga serie di infortuni alla schiena, un tumore benigno al cervello, un cancro alla pelle, due polmoniti e, nell’ultimo periodo della sua vita, una grave forma di insufficienza cardiaca. Gli ultimi tempi li trascorrerà su una sedia a rotelle.
Elizabeth Taylor muore il 23 marzo 2011, all’età di 79 anni.

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