29 dicembre 1170: nella Cattedrale di Canterbury il Primate d’Inghilterra, Arcivescovo Tommaso Becket, viene assassinato da uomini di Re Enrico II

di ANNA MARIA STEFANINI –

VITERBO – Un omicidio efferato che ricorda quello altrettanto feroce consumato, un secolo dopo, a Viterbo, durante una messa nella chiesa di S. Silvestro, maturato nell’ambito della sanguinosa faida fra aspiranti al trono d’Inghilterra.
I libri di storia dedicano molto spazio agli accadimenti succedutisi nel quadrante sud-occidentale europeo ma eventi storicamente rilevanti riguardano anche l’isola britannica e il nord Europa.
L’Inghilterra del 12° secolo era attraversata da grandi e complessi contrasti interni ed esterni fra il re, i feudatari, la chiesa locale e i regnanti francesi. Le ragioni dei contrasti erano quelle di sempre: il trono e il potere.
Il futuro martire e santo Tommaso Becket, destinato a diventare particolarmente popolare nel Lazio, nasce a Londra il 21 dicembre tra il 1118 e 1120 da una buona famiglia di origini normanne e sin dall’infanzia viene avviato alla carriera ecclesiastica. Le brillanti doti del giovane Tommaso (nome originale “Thomas”) convincono l’allora arcivescovo di Canterbury, Teobaldo di Bec, ad assumerlo come stretto collaboratore e consigliere. L’arcivescovo di Canterbury, prima dello scisma anglicano (avvenuto 4 secoli dopo), era la massima autorità spirituale britannica e primate d’Inghilterra. Sotto la protezione di Teobaldo Tommaso approfondisce gli studi a Bologna, sede della prima università del mondo e, nel 1148, lo accompagna al “Concilio di Reims”.
Nel 1154 viene ordinato diacono e poco dopo è arcidiacono della cattedrale.
Nello stesso anno diviene re d’Inghilterra Enrico II il quale, su consiglio del clero e interessato ad avere buoni rapporti con la chiesa, nomina Tommaso “chancellor” (in italiano “cancelliere”), un’importante carica governativa strettamente legata al trono. Secoli dopo, un altro Tommaso, l’umanista e beato Tommaso Moro (1478-1535) avrà la medesima carica con re Enrico VIII.
In quel periodo re Enrico II era impegnato nel difficile compito di mantenere sotto controllo i turbolenti e affamati di potere feudatari del regno e in questo l’aiuto di Tommaso gli sarà prezioso.
Nel 1161 muore Teobaldo di Bec e re Enrico spinge affinché Tommaso venga nominato Arcivescovo di Canterbury e primate d’Inghilterra; con riluttanza Tommaso accetta il prestigiosissimo incarico.
Quello che Enrico II non immaginava è che da quel momento Tommaso diventerà un severo e inamovibile difensore dell’autonomia della chiesa d’Inghilterra dalle pretese di controllo reali.
Da quel momento le due vite, quella dell’accentratore Enrico e quella del difensore dell’autonomia della chiesa Tommaso si allontanano l’una dall’altra sino a diventare antagoniste.
Nel 1164 re Enrico II emana le cosiddette “Costituzioni di Clarendon”, un complesso di norme volte a limitare i poteri ecclesiastici ma Tommaso si rifiuta di firmale.
Avendo capito di essere entrato nel mirino delle ire e delle rappresaglie del re e sentendosi minacciato, nel settembre dello stesso anno Tommaso Becket ripara in Francia dove allora si trovava papa Alessandro III che però non gli darà l’appoggio sperato. Chi invece gli offre protezione è il re di Francia Luigi VII, detto “Luigi il giovane”, interessato a indebolire il suo ambizioso e poco mansueto collega inglese.
Nel 1169 Enrico II compie una visita di stato in Francia e in quell’occasione incontra Tommaso ma questi comprende benissimo di non avere alcuna garanzia di incolumità in caso di rientro in patria e decide di prolungare il suo esilio in terra francese.
L’anno successivo tra il re e il primate in esilio viene raggiunto un accordo di conciliazione e Tommaso Becket rientra in Inghilterra; ma non si tratta di un accordo, bensì di una trappola.
Il 29 dicembre di 854 anni fa quattro cavalieri armati del re violano la cattedrale di Canterbury e assassinano Tommaso, impegnato nei riti divini.
Il 25 gennaio successivo (1171) l’arcivescovo della città francese di Sens, divenuta importante sede arcivescovile in quanto sede papale nel 1163-1165, emana un “interdetto” contro Enrico II, in sostanza la proibizione ad accedere alle funzioni sacre e la scomunica dei prelati che si erano uniti al re inglese.
Papa Alessandro III manterrà invece un comportamento controverso: conferma le condanne emanate dall’arcivescovo di Sens ma più tardi suoi inviati assolveranno re Enrico II.
In Italia l’assassinio di Tommaso Becket desta una grande emozione e il 21 febbraio 1173, nella chiesa di S. Lucia del comune laziale di Segni (oggi ricompreso nell’area metropolitana di Roma), papa Alessandro lo canonizza santo e “nuovo martire”. Un anno dopo, ad Anagni, l’assassinio verrà ricordato solennemente e il culto del nuovo santo si estenderà in tutta Europa. La cattedrale di Canterbury diventa per questo meta di pellegrinaggi, raccontati anche nell’opera letteraria “I racconti di Canterbury” (The Canterbury Tales”), redatti in inglese post-medievale (Middle English), scritti nel XIV secolo da Geoffrey Chaucer e resi in forma cinematografica nel 1972 da Pier Paolo Pasolini.
San Tommaso Becket riposa nella cattedrale di Canterbury e la giornata del 29 dicembre è la ricorrenza dedicata al culto e al ricordo del santo.

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