30 LUGLIO 1511: nasce ad Arezzo GIORGIO VASARI, il padre fondatore della STORIA DELL’ARTE

di ANNA MARIA STEFANINI-

Apparentemente un ossimoro: l’oggettività analitica del metodo critico-storiografico coniugata alla sfuggente senso-percettività dell’interpretazione dell’opera d’arte.
A trasformare l’ossimoro in una disciplina organica e unitaria è il pittore e architetto Giorgio Vasari (Arezzo il 30 luglio 1511 – Firenze il 27 giugno 1574), universalmente riconosciuto come il fondatore di quello straordinario ibrido conosciuto sotto il nome di “storia dell’arte”.
Il merito storico del Vasari è quello di aver posto le fondamenta epistemologiche di tale siffatta trans-disciplina, incaricata non soltanto di accorciare la distanza fra l’opera d’arte e il suo fruitore ma di offrire un sistema interpretativo nell’ambito del quadro storico, biografico e stilistico in cui l’artista è vissuto. Un’operazione difficile da realizzare senza solide competenze storiografiche unite alla capacità di cogliere e interpretare il “logos” alla base dell’opera d’arte, emergente dalle sottili trame cromatiche, formali, materiche e concettuali elaborate dagli artisti.
L’opera storiografica più importante di Vasari è la celebre “Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori italiani, da Cimabue insino a’ tempi nostri”; solitamente abbreviata in “Le vite”, edita in due pubblicazioni storiche: quella del 1550 e quella, ampliata e revisionata, del 1568.
In sostanza la “summa” delle attività dei maggiori artisti dal Medioevo al Rinascimento italiano, comprendente i due elementi fondativi della nascente disciplina della storia dell’arte: il profilo storico biografico e quello estetico-critico. A tale riguardo è opportuno richiamare che Vasari è esso stesso valente pittore e architetto; tra le sue opere maggiori la Galleria degli Uffizi di Firenze, uno dei maggiori gioielli mondiali.
La filologia posteriore ha rilevato alcuni errori nelle ricostruzioni vasariane, dovute probabilmente alla circostanza che le fonti sue contemporanee non potevano godere della valenza certificativa richiesta nella storiografia moderna. Al tempo del Vasari erano necessari lunghi e difficili viaggi, sopralluoghi, colloqui, raccolte di testimonianze e aneddoti spesso di seconda e terza mano, con aggiunte fantasiose non rare nell’oralità dell’epoca.
La vita di Vasari è stata infatti una vita di viaggi.
Malgrado questo, l’imprinting vasariano ha attraversato i secoli ed è perfettamente riconoscibile negli storico-critici contemporanei.
Un’altra importante opera vasariana, ingiustamente considerata accessoria, è il “Libro de’ disegni”, un’impresa colossale, organizzata come un catalogo formato da svariati grandi volumi, che raccoglie quasi duemila schizzi, disegni e particolari (sia in “recto” che in “verso”; talvolta da lui stesso decorati) realizzati dalla grande maggioranza degli artisti raccontati nelle “vite”, che Vasari pazientemente e avidamente raccoglie, cataloga e utilizza come materiale documentale. Un tesoro immenso.
Nel ‘400 e ‘500 schizzi e disegni preparatori erano materiali preziosi e molto ricercati, che circolavano negli ambienti artistici, come documenti di studio per i giovani artisti e per orientare la committenza.
Sfortunatamente il Libro de’ disegni è andato disperso, venduto e rivenduto da improvvidi collezionisti delle epoche successive. Una perdita incalcolabile.
Anche la biografia del Vasari è un catalogo di vicissitudini, trascorse tra viaggi, benessere e miseria, conclamate affermazioni e crisi spirituali; tra potenti protettori e altri caduti in disgrazia.
Giorgio Vasari muore a Firenze il 27 giugno 1574 all’età di 63 anni, due mesi dopo Cosimo de’ Medici, suo grande amico e mecenate.
Dopo essere stato cremato, le sue ceneri sono trasferite alla città natale di Arezzo e sistemate nell’importante chiesa di Santa Maria della Pieve.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE