Finanza. Maxi sequestro nella Tuscia

VITERBO- Finanzieri del Comando Provinciale di Viterbo, nel corso di un piano straordinario di controlli nello specifico settore, intensificato dall’attuazione dei Dispositivi Permanenti, hanno eseguito 9 interventi presso esercizi commerciali nei comuni di Tarquinia, Montalto di Castro, Civita Castellana e Viterbo, al fine di verificare la liceità dei prodotti detenuti e messi in commercio ovvero recanti false e fallaci indicazioni circa la loro provenienza e fabbricazione. 

17072023_032341_1Tali attività hanno portato al deferimento all’A.G. di 8 soggetti, interessando le Procure della Repubblica di Viterbo e Civitavecchia. 

In particolare per due interventi effettuati dal Gruppo di Viterbo, è stato possibile risalire all’origine delle forniture, con attività eseguite in Napoli e provincia. 

In un caso il sequestro ha riguardato circa 40.000 pezzi consistenti in asciugamani, trapunte matrimoniali e accappatoi da bagno recanti segni e simboli aziendali idonei da poter indurre in errore il consumatore circa la loro provenienza. 

In un secondo e più sostanzioso caso, a seguito di un preliminare sequestro di 10.000 pezzi nel capoluogo, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Viterbo ha emesso un decreto di perquisizione locale, che ha portato al rinvenimento di circa 1.690.000 articoli elettrici ed elettronici riproducenti stampigliature che per tipologia, forma, colore e caratteristiche possono indurre in errore il consumatore finale, facendo ritenere che gli stessi siano di produzione e provenienza italiana. I prodotti sottoposti a sequestro, qualora immessi sul mercato, avrebbero fruttato oltre 10 milioni di euro circa. 

La merce rinvenuta è stata sottoposta a sequestro.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE