di ANNA MARIA STEFANINI-
Tutte le maggiori capitali del mondo esibiscono con orgoglio i loro simboli identitari, come la Tour Eiffel di Parigi, la Statua della libertà di New York, il Cremlino di Mosca etc. In questa lista fanno eccezione l’Italia e Roma il cui simbolo identitario è di avere una profusione di simboli identitari
La Porta di Brandeburgo è lo spettacolare emblema della città di Berlino.
L’opera è una committenza di re Federico Guglielmo II di Prussia (1744-1797), passato alla storia come “der dicke Lüderjahn “ (il grassone buono a nulla).
il nome viene dalla “marca del Brandeburgo” (in tedesco Mark Brandenburg), una regione del nord-est della Germania dove la famiglia di Federico Guglielmo vantava ascendenze nobiliari.
Progetto e direzione dei lavori sono affidati all’architetto e viaggiatore, apprezzato in tutta Europa, Carl Gotthard Langhans (1732-1808) che dal 1788 era direttore dell’Ufficio Costruzioni della capitale tedesca.
In quel periodo lo stile architettonico dominante è il neoclassico e Langhans si ispira ai celebri “propilei” di Atene, ossia l’ingresso monumentale a colonne che dà accesso all’Acropoli e al libro “Les Ruines des plus beaux monuments de la Grèce”, scritto dall’architetto, archeologo e storico dell’arte francese Julien-David Le Roy.
Il luogo prescelto è la grande e centrale piazza berlinese Pariser Platz, proprio davanti al grande viale, dotato di percorso pedonale erboso e alberato, denominato “Unter den Linden” (sotto i tigli). La dedica a Parigi (Pariser) della piazza non è esattamente un omaggio alla capitale francese ma il ricordo dell’occupazione da parte della coalizione che sconfisse Napoleone nella battaglia di Lipsia.
A fine lavori la porta è larga 65 metri e alta 26; la serie frontale delle colonne in pietra, di ispirazione dorica-romana, del diametro di base di 1,75 metri, delimitano cinque passaggi dei quali, quello centrale è il più ampio. Viene inaugurata e aperta al traffico il 6 agosto di 231 anni fa. Oggi è l’unica esistente delle diciotto antiche porte della città di Berlino.
la stupenda quadriga posta sulla sommità della porta viene aggiunta tre anni dopo, nel 1794, dallo scultore tedesco Johann Gottfried Schadow (1764-1850).
Nel 1807 Napoleone, che aveva occupato Berlino, asporta la quadriga e la porta a Parigi come bottino di guerra. Sette anni dopo i prussiani vincitori la riprendono e la ricollocano nel sito originario.
Il valore simbolico della Porta di Brandeburgo spicca anche alla fine della seconda guerra mondiale: è lì che i carristi russi si fanno fotografare a conclusione della battaglia di Berlino.
Oggi è uno dei più importanti manifesti dell’Europa dei cittadini.