6 febbraio 1971: un violento terremoto devasta Tuscania

di ANNA MARIA STEFANINI –

TUSCANIA ( Viterbo) – Ore 19:09 del 6 febbraio di 54 anni fa: una violenta scossa stimata tra l’8° e il 9° grado della scala Mercalli devasta Tuscania; una forte replica segue alle 20:20.
L’epicentro è situato tra Tuscania e Arlena di Castro, a 20 Km da Viterbo e, secondo i geologi, le cause sono di natura locale, correlate all’instabilità dell’intero sistema vulcanico di Bolsena, Montefiascone e Latera, conosciuto anche come “apparato Vulsinio”, particolarmente attivo 600 mila anni fa ma non ancora spento, come testimoniano le acque calde tuttora affioranti in superficie.
Il terremoto di Tuscania riconosce quindi una genesi geofisica molto diversa rispetto a quelli che, in modo ricorrente, interessano l’area appenninica, provocati da moti tettonici di assestamento e sprofondamento della litosfera.
La piccola profondità del sisma di Tuscania spiega sia l’elevata intensità registrata in superficie sia la ristrettezza dell’area territoriale interessata dall’onda sismica, che tuttavia è distintamente avvertita anche a sud di Roma. Lievi danni si registrano ad Arlena, Viterbo, Tarquinia e Civitavecchia.
Le conseguenze per Tuscania sono invece ingenti: 22 vittime, circa cento feriti e lesioni gravi al 60% degli edifici.
Danni gravi riportano anche gli edifici monumentali del centro medievale, in gran parte edificati su lava e tufo; tra questi le chiese di San Pietro, Santa Maria Maggiore e l’ospedale.
Crepe notevoli mettono a rischio anche la stabilità del ponte sul fiume Marta e questo causerà problemi nel transito dei soccorsi.
Questi i numeri puri ma le testimonianze delle prime ore dei sopravvissuti sono da racconto gotico: buio, urla, disperazione, macerie a mani nude e pianto.
Gli sfollati sono 4 mila, in gran parte ospitati nelle tendopoli allestite nei giorni successivi; il presidente della Repubblica Giuseppe Saragat e il presidente del Consiglio Emilio Colombo si recano in visita alla città.
Nel dicembre dello stesso anno viene promulgata una legge che dispensa i giovani di Tuscania e Arlena dal servizio militare.
Qualche mese più tardi parte anche la macchina della ricostruzione.
Immagine da INGV (istituto nazionale di geologia e vulcanologia, prestigioso ente di ricerca italiano).

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