7 AGOSTO 1420: cominciano a Firenze i lavori per la costruzione della CUPOLA DEL BRUNELLESCHI

In teoria la cupola del Brunelleschi non avrebbe dovuto esserci perché il progetto originario del Duomo di Firenze (intitolato a Santa Maria del Fiore) prevedeva una diversa soluzione architettonica per la cupola di copertura del punto focale delle cattedrali cristiane: lo snodo della croce disegnata dalla navata principale e dal transetto. Una strategia stilistica-architettonica che circoscrive ed esalta lo spazio-tempo focale del rito cristiano e nello stesso tempo rappresenta la vicina profondità del cielo; dall’esterno una delle maggiori iconografie identitarie delle chiese e degli skyline italiani.
Anche i romani realizzavano cupole (come quella del Pantheon) ma in funzione dell’esaltazione del potere politico.

Il cantiere del duomo fiorentino viene aperto sul finire del 1294 e la base del “tamburo”, l’elemento architettonico di connessione fra il corpo della cattedrale e la cupola, è già pronta nel 1314.
Ma ai primi del Quattrocento, ossia 90 anni dopo, il tamburo è ancora in stallo perché nessuno ha trovato la soluzione architettonica al problema di cosa andasse esattamente collocato sopra tale struttura.
È probabile che siffatto increscioso impasse non sia da imputare al grande architetto progettista Arnolfo di Cambio (1245 – 1302/1310) ma all’insorgere di seri e imprevisti problemi di equilibrio statico derivanti dal carico che avrebbe generato una cupola di tipo tradizionale con profilo ad arco semicircolare od ovoidale, delle dimensioni richieste dalla mole del duomo.
Giunto l’anno 1418, 123 anni dopo l’apertura del cantiere, l’Opera del Duomo, l’ente istituito nel 1296 deputato alla gestione dei lavori, si vede costretta a bandire un nuovo specifico concorso pubblico per un progetto espressamente dedicato alla futura cupola. In esito al concorso vengono nominati “provveditori” i due architetti Filippo Brunelleschi (1377-1446) e Lorenzo Ghiberti (1378-1455). È così che Il 7 agosto di 603 anni fa iniziano i lavori della cupola più originale del mondo.
Tre anni dopo Ghiberti viene estromesso dal cantiere e la direzione dei lavori passa interamente nelle mani di Brunelleschi.
Il progetto-programma di Brunelleschi era talmente dettagliato che, alla posa in opera, erano già previsti gli anelli di ancoraggio cui, una volta terminata la cupola, si sarebbero dovute assicurare le impalcature necessarie per l’esecuzione degli affreschi interni.
Sfortunatamente Brunelleschi non potrà vedere la sua opera completata perché muore nel 1446, sei anni dopo l’inizio dei lavori. Ma il personale incaricato, grazie all’accuratezza del progetto-programma, sarà in grado di portare a termine la grande opera.
Alla conclusione dei lavori la cupola avrà un diametro di 45,5 m e un’altezza di circa 34 m con in cima l’iconica “lanterna”: una torretta in marmo bianco di 21 m.
Anni dopo, nel 1471, sulla lanterna verrà installata la sfera di rame dorato con croce superiore, realizzata da un altro gigante dell’arte fiorentina: Andrea del Verrocchio (1435-1488), l’artista famoso per aver dato vita alla più importante bottega-scuola artistica di tutti i tempi: alla sua scuola si formeranno Leonardo Da Vinci, Sandro Botticelli, il Perugino, il Ghirlandaio e tanti altri.
Con la sfera del Verrocchio l’altezza totale da terra raggiunge i 116 m.
Ma qual è l’elemento innovativo e geniale dell’opera di Brunelleschi? Siffatto elemento è la “cupola autoportante”, ossia una struttura auto-coesa che non richiede grandi strutture di sostegno, quali i tradizionali pilastri incaricati di scaricare a terra il peso delle strutture superiori. Questa brillante soluzione tecnica è ottenuta attraverso un vero capolavoro ingegneristico: l’interazione statica tra due cupole coassiali, una interna, che fa da supporto e una esterna, rivestita di tegole, quella che vediamo tutti. L’intercapedine fra le due cupole è di circa 1,20 m.
In questo modo il carico totale della struttura è ripartito fra la capacità auto-portante della cupola esterna, quella della cupola interna e il tamburo, che risponde anche alle tensioni verso l’esterno. Un frazionamento della spinta statica che ricorda vagamente la ripartizione di carico in uso nei moderni razzi a più stadi in cui ciascuno stadio assicura una propria spinta e viene sganciato nel momento in cui ha esaurito la propria quota di carburante senza più gravare nelle fasi successive del volo.
Sul piano stilistico la caratteristica emergente è la struttura ottagonale della cupola esterna; l’effetto estetico è di otto “vele” dinamiche convergenti che si congiungono alla base della lanterna.
È da considerare inoltre che una cupola “a spicchi” discontinui molto pronunciata in altezza è anche più difficile da affrescare internamente; con la cupola inferiore Brunelleschi risolve anche questo problema.
Un ulteriore elemento stilistico che contribuisce all’armonia globale è l’osservanza delle cosiddette “proporzioni auree”, ossia precisi rapporti numerici fra i principali parametri lineari dell’opera.
Quando andate a Firenze non mancate di ammirare il celebre panorama mozzafiato godibile dalla collina di Fiesole; quello che vi permette una veduta globale della città e ammirare dall’alto l’emergere del gioiello del Brunelleschi.
Per chi ama approfondire: “Il segreto della cupola del Brunelleschi a Firenze”, di Giuseppe Conti; Pontecorboli editore.

Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:
LEGGI TUTTE LE NOTIZIE