8 di marzo. La donna non è solo una data per andare in trattoria o fare sfilate con cartelloni

Ci sono date per tutto/i, anche per i cani e i gatti. E mi va bene. Aiuta a riflettere. Pericolo è pensare a compatimenti stagni. Rischia di mantenere le divisioni che vorremmo abbattere.. La storia di questa data e delle ragioni sotto da rispettare e da amare. La donna va rispettata come persona e non solo perché femmina, troppo spesso sottovalutata, abusata, sfruttata…

Solo nel 1977 le Nazioni Unite proclamarono ufficialmente l’8 marzo come la “Giornata Internazionale della Donna” che, da quel momento, fu riconosciuta in tutto il mondo come un momento per celebrare le conquiste delle donne e quello che significano nella quotidianità di tutti noi, ancora oggi. L’8 di marzo e la sua bellissima mimosa, tradizione tutta italiana, non è solo la “festa delle donne”. E’ un momento di riflessione sulla unità del genere umano e non solo. L’universo intero emerge da una unità primordiale che affonda le sue radici in un passato senza tempo verificabile. Le tradizioni religiose, e penso a quella alla quale appartengo, affidano a Dio questa origine e questa divisione: maschio-femmina, nata nella culla di una unità detta “UOMO”, che non vuole dire “maschio”, ma “essere umano-persona umana”. La scienza ci dirà con più precisione come si è evoluta la famiglia detta “umana” nel corso dei milioni di anni… e, questo è difficile prevederlo, come continuerà a evolversi. Le istituzioni, come la famiglia, i rapporti interpersonali e sociali, lo stesso sviluppo fisico e intellettivo si stanno evolvendo. Dove arriveremo o, meglio, dove arriveranno? Le ipotesi sono tutte da verificare sul campo. A me resta la speranza, parola chiave e generatrice essa stessa di SPERANZA in questo anno 2025. Spero che l’umanità diventi sempre più umana, più rispettosa, più attenta a chi fa fatica, più accogliente, meno aggressiva e arrogante, meno distruttiva… tutto e tutti vorremmo VIVERE, non solo camminare nelle strade per un po’ di tempo e poi sparire nell’invisibile. Credo che il giardino delle delizie (=Paradiso) è quello che costruiamo qui insieme. Dopo troveremo quello che abbiamo lasciato, sia esso di buono o di meno buono. Chi vive di guerre lascia distruzioni. Chi vive di pace lascia civiltà. E la “donna” cosa c’entra? Se non ci fosse la dovremmo inventare e colorarla d’oro. E l’ “uomo”? Anche lui se non ci fosse lo dovremmo inventare e colorarlo d’oro. Ma a questo, a inventarCI (maschio e femmina), che sia Dio o altro, ci hanno già pensato. E siamo qui, accanto uno all’altro, anche se non raramente uno contro l’altro. E qui mi abbandono alla fantasia non necessariamente banale. Il cielo è maschile e femminile. Se manchiamo di rispetto l’armonia di frantuma. Le note sono differenti, ma il loro “matrimonio” diventa sinfonia del creato. L’8 di marzo non sia una data, ma una vita. Celebriamo insieme, non separati. Auguri alla armonia. Ha radici che si perdono nel tempo e spesso è stata offuscata dalla polvere delle nostre mani sudicie di follia. La natura ha cercato di fare le cose per benino. Aiutiamola a continuare il cammino.

don Gianni Carparelli

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