8 gennaio 1324: muore a Venezia Marco Polo, il primo esploratore del lontano Oriente

di ANNA MARIA STEFANINI-

Secondo i parametri storiografici eurocentrici Cristoforo Colombo è celebrato come il perseverante scopritore del Nuovo Mondo e colui che stabilirà i riferimenti cronologici da cui far decorrere la modernità; tuttavia il titolo di primo esploratore globale spetta a un altro italiano: il veneziano Marco Polo.
L’Europa dei secoli 13° e 14° considerava se stessa il centro del mondo ma Venezia guardava più lontano, verso quei territori dai quali si vedeva sorgere il sole e in quella direzione cercava di aprire nuove vie di comunicazione e rotte commerciali, nei due soli modi allora possibili: via mare, con la sua potente flotta e a piedi, via terra.
Marco Polo nasce il 15 settembre 1254 nella città giusta e nella famiglia giusta, dove viaggiare non è una vocazione omerica ma il mestiere di famiglia. Ciò che distingue Marco Polo dai suoi conterranei e ne farà un caposaldo epocale è un’altra vocazione: quella di raccontare.
I 24 anni trascorsi tra il 1271 e il 1295 al seguito del padre Niccolò e dello zio Matteo, entrambi commercianti veneziani con interessi in oriente, trasformano il 17-enne Marco nel maggior conoscitore e divulgatore del mondo che proliferava nell’altro capo della mitologica “via della seta”, della quale gli europei potevano soltanto apprezzare le pregiatissime stoffe, le inebrianti spezie e racconti più fantasiosi che fantastici.
Tuttavia Marco Polo non sarà un semplice viaggiatore-esploratore perché negli anni della sua esperienza orientale diviene apprezzato consigliere del Gran Khan Kubilai, imperatore cinese di etnia mongola.
Quando rientra a Venezia è ricco abbastanza da mettere in piedi una florida impresa commerciale ma la guerra con l’altra superpotenza mediterranea, Genova, spazza via questo sogno e lo obbliga a trascorre gli ultimi anni del 13° secolo in una prigione genovese. In questo isolamento forzato trova il modo di raccontare e dettare il vero tesoro nascosto di quei magici 24 anni: le memorie ancora vivissime delle sue avventure orientali e per una di quelle incontrollabili combinazioni della vita si trova a condividere la cella con un valente letterato: lo scrittore Rustichello da Pisa il quale, conoscendo il francese, cercherà di fare del proprio meglio trascrivendo il lungo racconto di Marco Polo nel colorito mix di dialetto veneziano e francese, allora molto diffuso nel Nord-Italia. Il risultato è un capolavoro: “Il Milione”, una fusion tra letteratura di viaggio e trattato storico-geografico.
Dopo la liberazione (1299) Marco Polo è ancora più ricco e famoso e sposa la nobildonna Donata Badoer dalla quale avrà tre figlie.
Muore a Venezia l’8 gennaio di 701 anni fa e riposa nella chiesa di San Lorenzo, nel sestiere di Venezia chiamato “Castello”.

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