di ANNA MARIA STEFANINI-
Donald Duck, in arte Paperino, appare per la prima volta nel cartone “La gallinella saggia”, uscito il 3 giugno 1934 ma distribuito il successivo 9 giugno di 89 anni fa. Ideato dal geniale disegnatore Carl Barks della scuderia Disney, “reinterpretato” in italiano dall’altrettanto geniale fumettista Andrea Freccero, Donald Duck è un papero bianco vestito alla marinara, che abita e vive a Paperopoli (Duckburg) con tre nipotini, una fidanzata e uno zio straricco ma talmente tirchio da vivere come un plebeo.
Paperino è l’anti-Topolino, l’altra superstar della galleria Disney: quanto Topolino (Mikey Mouse) è vincente, fortunato, attivo e astuto tanto Paperino è perdente, pretenzioso, sempliciotto, scansafatiche e perseguitato dalla sfortuna (la sua macchinina è targata 313); eppure riesce sempre a spuntarla e a salvare i cent dello zio fantamiliardario.
Nelle strisce a fumetti Paperino entra in scena un po’ più tardi e come spalla di Topolino ma il successo induce presto gli autori a separare le due carriere ed è così che il papero più famoso del mondo comincia a brillare di luce propria. Mix piumato di Fantozzi (per la sfortuna) e Alvaro Vitali (per le pretese), riesce tuttavia a sfangarla meglio di Superman a Metropolis, divenendo presto il più simpatico e amato personaggio del clan disneyano e l’anti-eroe per antonomasia; il transfer freudiano in cui noi spettatori marginali di quell’immaginario palcoscenico mediatico popolato da vip, magnati e capi di partito, proiettiamo e ci disintossichiamo dalle nostre frustrazioni da italiano medio. Uack!