9 LUGLIO 1948: il poeta e scrittore tarquiniese VINCENZO CARDARELLI vince il Premio Strega

di ANNA MARIA STEFANINI-

Stando agli standard sociologici contemporanei Nazareno “Vincenzo” Cardarelli non doveva diventare uno dei maggiori intellettuali italiani del Novecento. Ma le rotte esistenziali stravolgono talvolta stereotipi e pronostici ed è così che l’adolescente Vincenzo, tarquiniese figlio di barista, abbandonato dalla madre, con vari problemi fisici, studente assai irregolare arriverà a vincere il maggior premio letterario italiano; quello del celebre liquore al giallo-donna.
Vincenzo nasce a Tarquinia – che allora si chiamava ancora “Corneto Tarquinia”, per via della storica ”Rocca Corgnetum” – il 1° maggio 1887 ma a 17 anni si trasferisce a Roma dove, per sopravvivere, pratica i più disparati mestieri, tra cui il correttore di bozze dell’Avanti!, dove potrà mettere in valore il suo naturale talento per la scrittura creativa. Da quel momento la sua passione declina verso la professione, insieme alla pratica complementare: la lettura; in quegli anni Cardarelli è assiduo e avido frequentatore di biblioteche. Dal 1909, all’età di 22 anni, inizia una serie di collaborazioni con importanti periodici tra cui “Il Marzocco” (1896-1932), rivista letteraria fiorentina, “La Voce” (1908-1916), storica rivista di cultura e politica, fondata da Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini e “Il resto del Carlino”.
Nel 1916 pubblica la sua prima raccolta di poesie: “Prologhi” e, nel 1918, inizia a collaborare con “Il Tempo”.
Nel 1919, insieme al critico artistico-letterario Emilio Cecchi, allo scrittore Riccardo Bacchelli, al saggista e scrittore Antonio Baldini, allo scrittore e poeta Lorenzo Montano, al compositore Bruno Barilli e altri fonda la rivista letteraria romana “La Ronda” (1919-1923). Gli impegni nella rivista obbligano Cardarelli a lasciare l’incarico presso “Il Tempo”.
Nel 1931 pubblica una riedizione di “Prologhi” e due saggi critici: “Parole all’orecchio” e “Parliamo dell’Italia”; nel 1934 esce il volume di poesie “Giorni in piena”; nel 1942 vince il Premio Poesia dell’Accademia d’Italia.
Nel 1948 pubblica “Villa Tarantola”, una raccolta di otto prose autobiografiche dedicate a Tarquinia e Roma che il 9 luglio di 75 anni fa gli regala il prestigioso Premio Strega, superando la concorrenza di big come Cesare Pavese e Aldo Palazzeschi.
Malgrado i grandi successi letterari la vita di Cardarelli è una vita di solitudine e malattie, cosa per la quale viene accostato a Giacomo Leopardi.
Muore solo e povero nel 1959 all’Ospedale Policlinico di Roma.
Al grande poeta italiano è intitolato l’Istituto di Istruzione Superiore di Tarquinia.

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