VITERBO- Riceviamo dal Comitato non fotovoltaico selvaggio Montalto e Pescia e pubblichiamo: “Ringraziamo tutte le persone che in questi giorni hanno aderito alla nostra pagina, ringraziamo le varie associazioni del territorio e le realtà con cui abbiamo avuto già i primi scambi. Da qui a breve siamo pronti per comunicare la data della prima riunione in presenza.
Qualche considerazione anche in vista dell’incontro. Questo comitato nasce allo scopo di voler tutelare il territorio di Montalto di Castro e Pescia Romana dall’invasione del fotovoltaico selvaggio e dalla modalità con cui negli ultimi anni abbiamo visto sorgere campi di pannelli per ettari ed ettari. Anche grazie al confronto con altri Comitati di altre regioni, fra cui la Sardegna, dove è in atto una grandissima mobilitazione, la Basilicata, il Molise, la Puglia, realtà dell’Italia del nord, ci stiamo rendendo conto che ciò che sta avvenendo non era possibile da prevedere, nel senso che si è insinuato nei nostri territori sotto le sembianze di qualcosa di buono. Sono state usate parole come “green” come “parco” contribuendo ad una visione alterata di ciò che ad oggi, invece, si svela per quella che è: una sterzata diabolica per rendere località come la nostra, che erano a vocazione agricola e turistica, in paesaggi industriali. Per ettari ed ettari sono scomparsi i prati, i tramonti a perdita d’occhio, il patrimonio forestale e boschivo, per lasciare il posto agli impianti.
Pensiamo che una transizione energetica vada fatta, ma non così!
Le comunità locali sono state escluse dai processi decisionali, il via libera a grandi società è stato dato. In tutto questo i Comuni, le varie amministrazioni, chi c’era prima e chi è venuto dopo, non solo hanno avuto poca voce in capitolo, ma non hanno avuto gli strumenti, le carte, il “project” come si usa dire in ambienti altolocati della politica, per una capacità di analisi. I permessi come atti dovuti, difficilissimo mettere dei paletti se le autorizzazioni erano in regola! E su questo punto- badate bene! si stanno scontrando contro muri parecchi Comuni d’Italia, non solo il nostro.
All’ultimo consiglio comunale abbiamo assistito ad un rimando di responsabilità fra maggioranza ed opposizione, banalmente: così non andiamo da nessuna parte!
È doveroso che tutti, chi amministra e governa questo Paese, chi l’ha fatto prima, si mettano a ragionare perché ciò che è avvenuto sin ora non si ferma, ma continua!
Sappiamo di Comuni che si sono uniti ai comitati, alle associazioni, con l’unico interesse di salvaguardare il proprio territorio. In vista del primo incontro che avremo, speriamo di avere ampia partecipazione anche da parte della politica locale, perché non è una campagna elettorale quella a cui vogliamo dare vita, non cerchiamo responsabili, ma soluzioni.
Dall’Europa attraverso il Pnrr, sono stati dati tantissimi fondi per realizzare tutto questo, ma l’Europa delle banche, del business, di chi da sempre, senza bandiere precise, le decisioni le sa prendere, con grande lungimiranza e capacità di pressione oltre il medio termine, deve capire che non ci stiamo. Vogliamo essere coinvolti in processi che cambiano radicalmente il nostro territorio. Non vogliamo uno scontro frontale in seno alla nostra comunità, non lo vogliamo con chi si sta assumendo la responsabilità di guidare il paese oggi, non lo vogliamo con chi ha venduto i terreni, perché l’agricoltura non è un lavoro facile in Italia e gli imprenditori agricoli non hanno gli stessi fondi di chi innesta i pannelli, su terreni che erano agricoli!
Sappiamo perfettamente che la tematica è complessa e che ha tante sfaccettature. Però vorremmo essere un unico popolo per una volta, un popolo trasversale le bandiere politiche, gli interessi dei singoli, e riunirci tutti per diventare attivi:
-No all’industrializzazione delle campagne del nostro Paese;
– inclusione della società civile nei processi decisionali;
– incentivi dall’Europa “tanto quanto” al comparto degli agricoltori locali;
-lavori concordati con gli abitanti delle strade limitrofe dove si programma il passaggio dei cavidotti;
-essere beneficiari, come comunità, di opere di energia rinnovabile sul nostro territorio.
I lavori di compensazione sono irrisori, vogliamo gestire parte dell’energia di cui si stanno appropriando le grandi società italiane ed estere, che qui da noi sono piombate come falchi.
E ricordiamoci che il nostro è un bellissimo territorio, che non ha niente da invidiare alla vicina Toscana, che Montalto non sia sempre nel corso della Storia, terreno di sperimentazione industriale ed energetica.
Con senso di responsabilità, comunità ed amore per Montalto insieme mettiamoci a tutelare il territorio.
A breve la data… fotovoltaico si..ma non così. Che sia un fotovoltaico non selvaggio, che apporti a tutti beneficio e che sia rispettoso della prima vocazione di questo Paese: agricoltura e turismo.