A Capranica la grande festa di “Giovani e colori: ritroviamo l’allegria”

CAPRANICA (Viterbo)- Riappropriarsi degli spazi del centro della città, gli stessi condannati al silenzio nei tempi bui del lockdown. Ma anche riassaporare il gusto di una normalità riconquistata – seppure ancora con cautela e precauzioni – fatta di lezioni in presenza, vicini di banco, passeggiate con gli amici. In una sola parola: condivisione. È stato questo il senso di “Giovani e colori: ritroviamo l’allegria”, l’iniziativa che giovedì 19 maggio ha portato oltre 1000 ragazzi dai 3 ai 14 anni dell’Istituto comprensivo Nicolini di Capranica, a scendere in strada per un giorno, per fare festa insieme.

A organizzarla, la scuola – che comprende i plessi di Capranica e Vejano – l’associazione Juppiter Aps giovanile e la cooperativa Gli Aquiloni, in collaborazione con il Comune di Capranica. Un grande evento, nell’ambito del progetto “Non uno di meno”, finanziato dal Ministero dell’Istruzione. Anche a Capranica la partecipazione è stata corale: oltre ai bambini, c’erano anche un centinaio di accompagnatori, tra insegnanti e collaboratori scolastici.

“Questa giornata resterà impressa nel mio cuore come una delle più belle da quando svolgo questo lavoro – dichiara la dirigente scolastica Maria Luisa Iaquinta -. Vedere i miei alunni percepire forte la felicità di stare di nuovo insieme e riscoprire la socialità perduta è stata una gioia del cuore, dell’anima. Impagabile la partecipazione attiva dei genitori, dei docenti delle amministrazioni. La riscoperta dei nostri territori e delle nostre radici è vera scuola, perché la scuola è territorio. Noi formiamo le menti del domani e il territorio dev’essere tutto al servizio degli alunni: ieri ne abbiamo avuto una dimostrazione pratica”.

Musica, canti, danze, striscioni dove i bambini hanno scritto e colorato i loro slogan sulla felicità riconquistata, dopo due anni di emergenza sanitaria; alla classe quarta D è andato il premio per il miglior “manifesto dell’allegria”. Momenti di gioco alternati alla riflessione su un’attualità impossibile da dimenticare: dalla guerra in Ucraina, che indigna e angoscia il mondo, all’anniversario della strage di Capaci, il 23 maggio, il trentesimo dalla morte del magistrato Giovanni Falcone, della moglie e collega Francesca Morvillo e degli agenti della scorta Antonio Montinaro, Rocco Dicillo e Vito Schifani. Il grido dei bambinisi è levato due volte, forte verso il cielo: la prima per urlare “Pace! Pace! Pace!”, la seconda per dire no a tutte le mafie.

“Una giornata liberatoria, servita a sprigionare le tante emozioni che i ragazzi hanno dentro, tra la voglia di riprendersi la vita e il rifiuto di tutto ciò che possa tornare a oscurare la felicità – dichiara il presidente di Juppiter, Salvatore Regoli -. Volevamo che fosse un’“occupazione” giovane e pacifica di spazi che i ragazzi devono sentire come propri, perché fanno da cornice alla loro crescita. Volevamo regalare una giornata da ricordare a questi cittadini in erba, facendoli divertire, giocare, pensare; alla fine lo spettacolo più bello sono stati loro, colorando la città e portando in piazza se stessi, con la loro gioia e freschezza”.

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