A Marta la festa della Madonna del Monte (VIDEO)

di ANNA MARIA STEFANINI-

MARTA (Viterbo) – È una festa tradizionale tra le più singolari e amate del centro Italia, la festa della Madonna del Monte o delle Passate, detta Barabbata. Il nome Barabbata (non condiviso affatto dagli abitanti di Marta, una bella cittadina della Tuscia affacciata sul lago di Bolsena) è diventato d’uso comune per questa festa sacra.

Per il borgo di Marta  e i suoi abitanti la festa della Madonna Santissima del Monte è un giorno davvero unico e speciale, il culmine di un lavoro di preparazione e preghiera che dura un anno intero, un’emozione infinita.
Ne sono orgogliosi, i martani, e sono talmente appassionati e coinvolti da riuscire a trasmettere la gioia, l’entusiasmo, l’emozione a tutti i visitatori.
Il lago sommessamente assiste da lontano, testimone muto e amico degli abitanti, alla festa che si svolge nel cuore del paese.
Fiori dappertutto, ciambelle tipiche e atmosfera accogliente in ogni via e ogni piazza.

Il borgo abbraccia e accoglie tutti con la solarità e una gioia incontenibili, come le gialle ginestre e i petali di rose rosse che vengono gettati dalle finestre come coriandoli.
Ci sono tutti: adulti, giovani, anziani e, con la passione trasmessa dai genitori e dai nonni, i bimbi. Barabbata a Marta 6Loro saranno il futuro della festa, ma già la vivono con intensità e gioia.

Nel 2009 la festa della Madonna SS.ma del Monte è stata catalogata nell’ambito del Progetto integrato per il Patrimonio Culturale e Immateriale e la Diversità Culturale PACI.
Tale Progetto si fonda sulla Convenzione Unesco per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale (Parigi, 2003) e sulla Convenzione Unesco sulla protezione e promozione delle espressioni della diversità culturale.

Dopo l’inizio delle celebrazioni il 13 maggio, alle prime luci dell’alba inizia il giorno 14, che non ha mai fine, il giorno più importante e sentito nella cittadina del viterbese, adagiata sulle rive del lago di Bolsena.

Si tratta di una festa antica, risalente almeno al 1557, ma alcune fonti storiche ci parlano di una tradizione ben più remota.
Pur celebrandosi ogni 14 maggio, nel paese è sempre vivo il pensiero e il ringraziamento alla Madonna del Monte come fosse la patrona del paese; ne sono un esempio: gli incontri mensili di Barabbata a Marta 4preghiera e canto che organizza il parroco Don Roberto ogni 14 del mese al santuario; le fiaccolate che partono dal paese e arrivano in processione al Monte accompagnate da preghiere, canti e inni in nome della Vergine; le molteplici visite e pellegrinaggi che ospita il Santuario; i membri del Comitato Festeggiamenti sempre attivi per migliorare ogni anno l’organizzazione della manifestazione; le molte persone che, per passione e devozione, offrono servizi di manutenzione o di restauro al Santuario e agli ambienti adiacenti. Il tempo oggi sembrava incerto, ma un sole piacevole ha allietato la giornata, dedicata alla festa della Mamma e alla Madre di Gesù.

Persino in caso di maltempo, tuttavia, la festa non si ferma a ulteriore dimostrazione della grande adorazione dei martani nei confronti della Madonna del Monte.

Per comprendere l’atmosfera che avvolge la tradizione della Madonna del Monte ci si deve trovare a Marta già dal 13 maggio. A metà pomeriggio le autorità civili, il clero e il popolo ascendono in Barabbata a Marta 3processione al Santuario per la celebrazione dei tradizionali vespri. Al termine il parroco annuncia i nomi dei “Signori” della festa ai quali compete l’organizzazione della propria categoria e la distribuzione della tradizionale ciambella ai Passanti. Durante la notte tra il 13 e il 14 maggio fervono gli ultimi ritocchi agli addobbi delle “Fontane”, cioè i carri con i prodotti della terra e con i pesci del lago che sfilano nel corteo. Nelle vie del paese echeggiano i tradizionali canti e inni mariani che si concludono con l’esclamazione “Evviva Maria! Sia lodato il SS.mo Sacramento! Evviva la Madonna SS.ma del Monte! Evviva Gesù e Maria!”.

La giornata del 14 maggio per tutti gli abitanti di Marta, i devoti e gli interessati alla Festa, è sempre piena di appuntamenti che si susseguono.

Barabbata a Marta 2Alle 4 del mattino i Signori della festa hanno appuntamento nella sala consiliare del palazzo comunale dove ricevono, direttamente dal sindaco di Marta, i “palii” delle rispettive categorie.

Poi raggiungono in via Laertina, all’altezza di via Cairoli davanti all’edicola della Madonna di Lourdes, gli altri Passanti già lì radunati; al loro arrivo si compone il Corteo. Apre il tamburino, poi, sulla stessa fila, si predispongono i Signori con i palii a spalla, infine seguono i Passanti disposti in modo informale e non necessariamente schierati in ordine.

Alla Madonna del Monte il vescovo diocesano celebra la tradizionale S. Messa per gli uomini e i Passanti.
Alle ore 8,30 inizia il raduno dei partecipanti al Corteo sul lungolago G. Marconi da dove parte la Barabbata a Ma (9)grande processione che sale al Santuario.
Alle 9,00 la banda musicale, con le graziose majorettes vestite in bianco e azzurro, da piazza Umberto I accompagna i Signori delle 4 categorie sul lungolago G. Marconi dove inizierà il tanto atteso corteo.
Alle ore 9,15 il Corteo storico inizia a sfilare per raggiungere il santuario della Madonna del Monte.

Il lungo e tradizionale percorso dell’ascesa attraversa tutto il paese percorrendo viale G. Marconi, piazzale Martiri di Cefalonia, via Laertina, piazza Umberto I (dove vengono elogiati, da parte dei Passanti, il parroco Don Roberto e il vescovo con il tradizionale grido “Evviva Maria! Sia lodato il SS.mo Sacramento! Evviva la Madonna Santissima del Monte! Evviva Gesù e Maria!” rappresentando uno dei momenti più toccanti della festa), via Nino Bixio, piazza S. Pietro, via Verentana, via Madonna del Monte per giungere infine al Santuario in salita, quando all’arrivo del primo carro verrà sparato il primo botto. È proprio durante la “salita al monte” che la festa raggiunge il suo culmine, con la fatica dei Passanti nel trascinare i propri carri fino al Santuario, Barabbata a Ma (10)unita alla fortissima emozione che tutti avvertono.
Che gioia vederli salire!
Alcuni Passanti intervistati hanno parlato della fatica, ma anche della felicità che provano.
Quest’anno sono più di 600; 400 solo i Villani. Nessuno di loro ha dormito la notte scorsa.
L’emozione è troppo forte.
Si prega, ci si riunisce, si attende.
I Passanti con i loro carri si sistemano nell’area retrostante al santuario per consumare il pranzo, sempre osannando Maria SS.ma.

I Passanti hanno in dono, al termine della manifestazione, una medaglietta e la tradizionale ciambella benedetta, che custodiranno in casa fino al prossimo anno.

Il corteo storico è composto, nell’ordine, da 4 categorie: i Casenghi, i Bifolchi, i Villani e i Pescatori.
Barabbata a Ma (7)Aprono il corteo i Casenghi, che un tempo avevano il compito di sorvegliare le tenute e le case dei proprietari terrieri.
Sfilano a cavallo, preceduti dal Signore della categoria che reca un palio azzurro con il monogramma di Maria.

La seconda categoria è quella dei Bifolchi, coloro che lavoravano e aravano i campi con l’aratro a chiodo trainato dai buoi, simbolo questo ricamato anche sul palio che apre la sfilata della loro categoria. Il loro vestiario è composto da: cappello maremmano come i casenghi, camicia bianca o celeste, pantaloni di fustagno e corpetto dello stesso materiale.
Oltre che con gli animali, muniti di campanacci, i bifolchi sfilano nel corteo con gli attrezzi del loro lavoro.

Barabbata a Ma (6)Sottogruppo dei Bifolchi sono i Pastori, che indossano i cosciali di pelle di pecora o di capra. Sfilano con greggi o su carri allestiti a guisa dell’antica capanna ricoperta di stoppia o “Scopone”.

Segue la categoria dei Villani in apertura della quale è visibile un palio rosso come quello dei Bifolchi sul quale, però, è raffigurato un grappolo d’uva, con pampini verdi, un ramo d’olivo e le spighe del grano, simboli del ciclo di produzione delle colture che accomuna gli agricoltori intenti in ogni tipo di lavoro dei campi.
È una categoria strutturata, al suo interno, in 5 sottocategorie:
i Sementerelli, cioè i seminatori, che indossano un cappello di paglia, fazzoletto a scacchi bianchi e blu legato al collo, camicia bianca, pantaloni di fustagno o di altro tessuto grigio e scarpe da campagna. Portano a tracolla delle grandi bisacce da semina di canapa grezza, dalle quali Barabbata a Ma (5)estraggono e spargono fiori di ginestra, simulando il gesto della semina;
le Vanghe, che portano l’omonimo attrezzo, hanno lo stesso abbigliamento dei Sementerelli, tranne che indossano, in più, un corpetto del colore dei pantaloni e a volte gli schifarotti, specie di ghette in tela o feltro. Sfilano con vanghe e zappe addobbate o guarnite con grano e frutti.

I carri, abbelliti di fiori colorati, mostrano le primizie del lavoro dei campi, disposte in maniera artistica in composizioni diverse.
Arte, storia, tradizione si fondono.

Raffigurano in miniatura i lavori agricoli o riproducono i cicli dell’olio, del vino e del pane, gli attrezzi e gli utensili dell’agricoltura e della civiltà contadina. I frutti, l’uva e le olive sono spesso conservati freschi sui rami o tralci originari, con l’aiuto di antiche e segrete tecniche.
barabbada genteSulle Fontane è presente sempre un’immagine della Madonna del Monte o il suo monogramma.
I Pescatori, l’ultima categoria dei lavoratori presente nel corteo, furono ammessi solo a partire dal 1608 e sono preceduti anch’essi dal Signore ma con un palio azzurro su cui è raffigurata una barca sul lago durante la pesca; dietro, come nei palii dei Bifolchi e Villani, è ricamato il monogramma mariano.
I Pescatori portano in offerta i pesci del lago disposti su carri e barche riprodotte in scala o appesi a delle pertiche.

barabbada madonna 2Vengono talvolta portate in corteo anche delle vere e proprie barche opportunamente addobbate con gli strumenti della pesca quali reti, “artavelli”, fili ed ami, nonché oggetti come ceste per raccogliere il pescato, lanterne ad olio per vedere di notte sul lago e pignatti usati per cuocere il pesce.
Appena i Pescatori giungono in piazza il corteo si completa con la banda musicale seguiti da due Ceriferi (un tempo quattro) che recano due grandi ceri, simbolo dell’offerta della Comunità e delle categorie alla Madonna del Monte. Seguiranno poi il Clero, le Autorità Civili con il Gonfalone Comunale e il popolo.
Lungo il percorso che dalle rive del lago porta al Santuario, i diversi canti mariani sono cadenzati dal tradizionale inno alla Madonna del Monte in un crescendo di gesti rituali, gioia ed euforia generale.

Quando il Clero giunge davanti alla “Madonnella”, ai piedi della salita che porta al Santuario, si inginocchia ed intona l’Ave Maris Stella che viene cantato alternando ciascuna strofa con un diverso ritornello musicale eseguito dalla Banda mentre si procede verso la chiesa.
barabbada gente 2Tutti entrano in chiesa. Estremamente bella quest’anno la decorazione sulla porta, realizzata con cura dalle donne del paese.
Si consuma poi un pranzo frugale, al termine del quale il corteo ridiscende verso la piazza centrale del paese.

In una piazza stracolma, don Roberto infine ha, alle ore 15,30 di oggi, impartito la benedizione ai presenti, fra le grida di gioia, gli applausi e le preghiere.

Non ci sono carri vincitori o vinti. “Tutti le opere realizzate sono vincenti – spiega una signora martana – perchè fatti con fede e devozione, nel rispetto di antiche tradizioni tramandate da generazioni e in onore della Madonna del Monte alla quale tutti affidiamo Marta e i suoi abitanti”.

Un buon bicchiere di cannaiola, la “sbroscia” (tipica zuppa di pesce martana), le ciambelline all’anice aiutano i Passanti a riprendersi dalla fatica, ma rimane dentro l’emozione di una giornata unica. Evviva Maria!

 

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