di WANDA CHERUBINI-
MONTEFIASCONE (Viterbo) – Si è svolta nella splendida Rocca dei Papi, a Montefiascone, la XV giornata nazionale per la custodia del creato “Indietro non si torna- Un nuovo umanesimo alla luce della Laudato sì”, evento promosso da Greenaccord onlus in partnership con Rocca dei Papi, associazione locale per un’ecologia integrale e l’Ucsi Lazio. “Purtroppo ancora tanti pensano che la questione ambientale sia così in evidenza perché è di moda, oppure che essa sia solo un problema di chi governa. Si pensa sempre che siano gli altri a dover trovare soluzioni. Ma la questione ambientale senza l’apporto di tutti i cittadini non si può risolvere. Il primo passo da fare è recuperare un atteggiamento misericordioso verso il creato al quale dobbiamo gratitudine e riconoscenza – ha esordito Alfonso Cauteruccio, presidente di Greenaccord Onlus. La giornata si è articolata in una sessione di lavoro mattutina, dedicata alla disamina del rapporto tra fede ed ecologia, della relazione tra scienza, tecnologia ed ecologia, dei suggerimenti contenuti nella Laudato si’ sull’umanesimo integrale, e una sessione pomeridiana, dedicata al tema dell’ecologia integrale e alle emergenze ambientali e sociali lette in un’ottica non contrapposta. Fiore all’occhiello del Forum è stato anche quest’anno il premio giornalistico “Sentinella del Creato”, che si è svolto in serata, nella splendida cornice di Piazza Frigo. Presentato dai giornalisti Roberto Amen e Romina Gobbo, è stato assegnato a tre giornalisti e ad alcune figure del mondo del lavoro e dell’imprenditoria che si sono particolarmente distinti per la loro sensibilità ambientale. I premi sono stati attribuiti ai giornalisti Maurizio Di Schino (Tv2000), scelto dall’Ucsi per “essersi sempre occupato con professionalità e qualità di tante zone del Sud del mondo nella chiave del rapporto uomo-ambiente natura”. A Sabrina Penteriani (L’Eco di Bergamo), scelta dalla Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) perché “nel periodo della quarantena, in un territorio fortemente colpito dalla pandemia come quello di Bergamo, ha saputo alzare uno sguardo di speranza raccontando la natura e gli animali che, giorno dopo giorno, si riappropriavano degli spazi delle città”.
E a Simona Falasca (direttore di GreenMe), scelta da Greenaccord per la sua scelta di “raccontare ciò che accade in Italia e nel mondo dalla prospettiva ecologica, facendo del magazine online un punto di riferimento per chi cerca notizie attendibili”. Per la Carriera, il premio Sentinella è stato attribuito a:
Simona Roveda (cofondatrice di LifeGate): per “aver intuito, già negli anni ’80, la priorità della sostenibilità attuata nella produzione biologica con le Fattorie Scaldasole; per aver fondato nel 2000 LifeGate, importante network per informare e sensibilizzare sulla necessità di passare ad un modello di sviluppo sostenibile; per aver creato, nel 2015, il primo Osservatorio nazionale sullo stile di vita sostenibile”.
Fulvio Cerutti (fondatore del portale “La Zampa.it” dedicato agli animali): “per aver ideato nel 2007 un portale – che oggi supera i tre milioni di visite al mese – diventato negli anni un punto di riferimento della cultura ambientale e animalista italiana, con articoli e servizi video mai gridati e sensazionalistici: eppure forti, decisi, calibrati e originali”.
Riccardo Cotarella (produttore vinicolo): “per la sua capacità di valorizzare la produzione di vini mettendo da parte la chimica e lavorando sulle uve locali, sui terreni, sulle selezioni, sulla cultura della vite e del vino con metodo scientifico”.
Claudio Pagliaccia (produttore biologico): “per aver avuto l’intuizione che è nel recupero dei semi antichi, scartati dalla produzione ordinaria, ed eliminando la chimica dal piatto che si può dare una svolta all’agricoltura di qualità”.
Piero Bruni (presidente Associazione per la tutela del Lago di Bolsena): “per la sua azione in favore della tutela del Lago iniziata fin dagli anni ’60. Con costanza, tenacia e competenza si è prodigato per difendere un ecosistema affascinante ma fragile e per informare e sensibilizzare sulle minacce che negli anni si sono riversate sulla salute e l’integrità del bacino lacustre. E per il suo impegno di sensibilizzazione nelle scuole”.
La serata ha visto anche il conferimento del premio per il Concorso fotografico “L’uomo e il magnifico dono della Natura”.
I vari momenti sono stati animati dalla Filarmonica di Sinalunga (Siena).
Nella mattinata ha preso la parola il Vescovo di Viterbo, Mons. Lino Fumagalli, che ha ringraziato gli organizzatori per il convegno ed i giornalisti presenti. “Il titolo – ha affermato – è significativo: indietro non si torna. E’ un auspicio, una speranza affidata alla nostra responsabilità. Si parla spesso di ecologia, ma non sempre la si mette in relazione con l’uomo”. Il Vescovo ha, quindi, posto l’attenzione sui racconti della Creazione ed ha aggiunto: “L’uomo è creatore e custode non padrone assoluto del creato. Papa Francesco ci dice che tutto è in relazione e inseparabile dagli altri e se si toglie uno degli elementi l’armonia viene meno”.
A coordinare i lavori la giornalista e conduttrice del Tg2, Maria Leitner, che ha espresso il suo grande piacere di arrivare alla Rocca, luogo meraviglioso.
Il sindaco di Montefiascone, Massimo Paolini, ha salutato i presenti dicendo: “Il luogo in cui siamo oggi è ricco di storia, cultura, bellezze naturalistiche e paesaggistiche. La prima cosa che mi ha colpito della Laudato sì è l’esposizione e l’ampia parte dedicata ai cambiamenti climatici. L’ecologia proposta da Papa Francesco è integrale, presta particolare attenzione al fatto che il deterioramento ambientale colpisca soprattutto i più poveri. Il Papa ci esorta a stili di vita più sobri, lontani dall’usa e getta. Il Papa ricorda ha tutti che l’uomo non è il padrone e signore dell’universo, ,ma amministratore responsabile di ciò che ha ricevuto. Papa Francesco ci dice che occorre un cambiamento dal basso”.
Il dibattito è proseguito con l’intervento di Domenico Gaudioso, che ha spiegato l’importanza della Laudato sì e le sue idee chiave. “E’ importante perché ribadisce la sfida ambientale che tutta l’umanità deve affrontare con urgenza per uno sviluppo sostenibile. La Laudato sì si affianca al dibattito in corso e richiama l’attenzione sul fatto che il degrado umano ed etico sono connessi. Ma ci dice anche che c’è una speranza: possiamo fare qualcosa per risolvere i problemi. La Laudato sì ha dei punti di convergenza con l’Accordo di Parigi, ovvero riconosce il nesso tra ecologia e sociale. Secondo la Laudato sì per combattere il degrado ambientale sarebbe necessaria la presenza di una vera autorità politica mondiale”. Gaudioso ha, poi, posto l’accento sul fatto di come i disastri ambientali si stiano infittendo e come tutti questi fenomeni siano connessi. “I cambiamenti climatici peggioreranno ulteriormente – ha evidenziato Gaudioso – Ad un primo sguardo la diffusione del Coronavirus è legata al degrado della biodiversità ed ai cambiamenti climatici in corso. La Laudato sì ci dice che “tutto è connesso” e come ci siano dei punti di non ritorno. Il clima è un bene comune e la Laudato sì ci dice che le disuguaglianze sociali aggravano gli impatti dei cambiamenti climatici. Dalla Laudato sì leggiamo che bisogna unire la famiglia umana in difesa della casa comune”.
Il Vescovo di Frosinone- Veroli Ferentino, Mons. Ambrogio Spreafico, ha ricordato come viva in uno dei 41 siti inquinati e come una delle tre diocesi avrà a breve solo energia rinnovabile, data dai pannelli solari. “La Laudato sì è una grande enciclica – ha aggiunto – ma pare che non sia stata presa tanto sul serio. Nel corso del tempo sono state tante le encicliche sociali. La terra ci è stata data e noi non siamo Dio. C’è un legame stretto tra la Terra e l’essere umano, noi siamo terra e siamo connessi al creato. La pandemia ci ha resi più consci di questa verità. Un virus maligno ha attraversato il mondo, ci ha segnato nella nostra fragilità. Ci credevamo padroni e ci siamo trovati sottomessi. Durante il lockdown si è registrato il 50 per cento in meno del movimento tellurico terrestre. Abbiamo bisogno di fermarci e riconoscere nella lode a Dio che non siamo padroni”.
Nel suo intervento, Padre Paolo Benanti, docente presso la Pontifica università Gregoriana, ha affrontato il tema della scienza e tecnologia e cura della casa comune. “Abbiamo quantificato lo spazio ed il tempo, che prima era una qualità. Con l’orologio meccanico abbiamo quantificato l’inquantificabile, il tempo. Abbiamo iniziato a misurare tutto. Ma ci manca quello che troviamo all’interno del nostro cuore. Ma la tecnologia non si capisce senza la validità della mano, altrimenti rischia di diventare muta. La prima forma di tecnologia è il linguaggio. La crisi che abbiamo tra ecologia e tecnologia deriva dai cambiamenti d’epoca che queste tecnologie stanno vivendo. La tecnologia può essere di grande aiuto nel gestire fenomeni rispetto alla nostra capacità di tenere insieme tanti parametri. La cosa comune non è data semplicemente dalla somma delle nostre parti. Possiamo tutelare quindi ciò che è vita grazie al macroscopio tecnologico”.
Mario Morcellini, commissario Agcom, ha posto l’attenzione sul giornalismo ed informazione per un nuovo umanesimo, ritenendo importante spingere le università ad essere più decise ad avvalersi delle tecnologie. Ha poi detto che la vera risorsa contemporanea che sembra più importante del denaro è la risorsa tempo. Ha poi citato l’enciclica “Sollecitudo rei socialis” di Papa Giovanni Paolo II del 1987, nella parte che dice: “L’uomo contemporaneo ha sviluppato scienza e tecnica, ma molto meno conoscenza e sapienza, correndo pertanto il rischio che strumenti sofisticati gli possano sfuggire di mano perché sa concepirli, ma non gestirli per il suo bene”. Ha poi fatto un’altra citazione, questa volta di Papa Francesco, che si basa su alcune parole chiave, in primis la solidarietà- “Senza la solidarietà la società si smagnetizza. L’egoismo è peggio del Covid. Il Covid è solo un evidenziatore della crisi che noi non avevamo la forza di vedere. In 100 giorni di Covid noi siamo diventati diversi. L’italia se l’è cavata molto meglio di altri Paesi. Il Covid segna una frattura irreparabile sulla conoscenza, che significa un atteggiamento della nostra mente che ci dice di capire il nuovo ed elaborarlo. Il potere delle tecnologie è nelle nostre mani, ma nessuno lo insegna ai giovani. Solo la mediazione ci salverà dal dispotismo non solo politico, ma tecnologico. Chiedo ai giornalisti di rivendicare con forza l’energia della mediazione, coltivando la speranza”.
La mattinata si è conclusa con gli interventi di Stefano Arvati, presidente Renovo Bioeconomy spa e Salvatore Autovino, amministratore Oraizen.com e del documentarista e giornalista Davide Demichelis, che ha parlato della “Natura ai tempi del lockdown”.
(Foto di Federico Usai).
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