A Terni il 17 agosto il grande jazz in piazza Nobili Vitelleschi

TERNI – Uno “spettacolo evento” dedicato a Enrico Caruso, ideato nell’anno delle centesimo anniversario dalla scomparsa. Dalla collaborazione con la società di produzioni Ergo Sum, nasce l’idea di un evento eccezionale che vede protagonista uno tra i principali interpreti della scena artistica: Danilo Rea, il pianista di fama internazionale tra le stelle più brillanti del panorama musicale. L’anima jazz di Danilo Rea si intreccia con la ricerca e la passione, incessanti, e nell’occasione la sua musica tratteggerà episodi e aneddoti della vita di Enrico Caruso, raccontati da Doroty Park, la moglie americana che sposò il tenore: musica e traccia narrativa ricostruiscono il filo biografico dell’uomo e dell’artista che più di ogni altro ha rappresentato la musica italiana nel mondo. Dal suo arrivo a New York, in quel tempio della musica che era il Metropolitan, sino al rientro a Sorrento, prima della sua morte. Virtuosismi musicali e racconti segnano così il profilo di uno spettacolo che si propone come un tributo alla grande musica d’autore, alla grande tradizione musicale italiana e internazionale, alla magnificenza dell’arte, omaggiando una delle icone più riconoscibili, quel tenore napoletano che divenne più famoso di Roosevelt, a cui Dalla dedicò una canzone che porta il suo nome e che, a distanza di oltre trenta anni dalla pubblicazione, resta tra le canzoni italiane più famose nel mondo. «Una popstar ante litteram – ha detto Danilo Rea – nel modo in cui ha vissuto e attraversato il suo lavoro, tra produzioni discografiche, registrazioni e una vita senza troppe regole. Quando ha smesso di sentire da un orecchio, ha messo ancora più alla prova la sua voce, dunque un uomo che ha fatto della sofferenza la propria forza grazie alla coscienza del talento. Ha saputo essere personaggio, un grande comunicatore che ha unito mondi e appassionati cantando a modo suo, a volte a dispetto dei puristi, spaziando con eclettismo tra forme e linguaggi musicali».

Caruso risuona ancora con la sua smisurata personalità. La carriera, i trionfi, i palcoscenici, le ovazioni, il talento che sfida la modernità, non sono che un pretesto che lo spettacolo utilizza per tratteggiare il personaggio, la sua dimensione che travalica il tempo. L’arte di Caruso è conservata nelle incisioni di vecchi vinili, che girano ancora sui piatti dei grammofoni da collezione, eppure l’evoluzione della tecnologia non ha scalfito l’integrità dello scenario artistico di quelle opere senza tempo. Una grande eredità cui Danilo Rea attinge con tutta la sua anima jazz per rileggere in divenire il genio e il divo.

Sullo sfondo l’innovatore, celebrato e rappresentato in ogni forma possibile, un mito che ha saputo intercettare i prodromi della tecnologia per diffondere la sua arte ponendosi come “modello di riscatto sociale”. «Il mondo della cultura – ha aggiunto Rea – a volte pone ostacoli al di fuori di certa ortodossia tradizionale segnando un discrimine tra corretto e non corretto. Credo che all’epoca Caruso sia stato amato più dal pubblico e dai musicisti che dalla stessa critica».

Lo spettacolo di Danilo Rea porta la firma di Alessandra Pizzi, dall’ideazione alla drammaturgia.

Lo spettacolo è inserito nella programmazione della Rassegna LABRO FESTIVAL ed ha come partner istituzionali il Ministero della Cultura, la Regione Lazio, l’ATCL, il Comune di Rieti e la Proloco di Labro.

INFO E PRENOTAZIONI: 327 9097113

INFO SUL FESTIVAL Tel e whatsapp 348 7487953

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