A Vetralla gli stranieri chiedono di essere rappresentati a livello amministrativo

VETRALLA (Viterbo)- Riceviamo da Stefan Bratu e pubblichiamo: ” Siamo “adottati” o “marginalizzati”? Secondo i dati ISTAT nel 2019 gli abitanti erano 13.930 dei quali l’11,2% (vuol dire 1568) stranieri. Ho cercato di scoprire dai dati pubblici se c’è almeno un rappresentante della comunità “straniera” e, perché no, la comunità rumena. Forse non sapevo dove cercare, ma non sono riuscito a trovare quelle persone che rappresentano i nostri interessi.

Sarebbe l’amministrazione che non è interessata a noi? O, può darsi, sono proprio gli stranieri che non sono interessati? Dopo un’indagine più approfondita e alcune chiamate ai personaggi pubblici dell’amministrazione, abbiamo avuto la spiacevole conferma che non siamo rappresentati; o addirittura non vogliamo esserlo.

Ho preso atto che dell’intera popolazione di Vetralla l’11,2% è “straniera”. Può darsi che sia una percentuale smentita ma è certamente da prendere in considerazione, in particolare per il contributo di questi residenti al bilancio locale.

Siamo accettati? Vogliamo essere rappresentati?

Parlando con diverse persone sul territorio, siamo arrivati a una conclusione. E cioè, che gli “stranieri” portano un contributo benefico alla comunità locale, integrandosi con successo nella vita quotidiana e sociale del comune.

Naturalmente c’erano anche voci di chi non era soddisfatto di questa comunità di “stranieri”. Per la maggior parte delle persone ascoltate però non era così: hanno detto addirittura che, in qualche modo, dipendono da questa comunità.

I partiti politici, le campagne elettorali, gli eventi pubblici, oppure l’attuale amministrazione non ha alcuna intenzione di accettare la nostra presenza, né valorizzare il nostro contributo alla comunità locale. Dobbiamo fare valere fino in fondo i nostri diritti di cittadini; le nostre famiglie e i nostri collaboratori devono essere presi in considerazione.

Conclusione: siamo utili ma non indispensabili. Dipende da noi farsi riconoscere, ovvero essere rappresentati a livello comunale. Dipende solo da noi. Se vogliamo contare, dobbiamo poter parlare in quelle sedi, dobbiamo fare sentire la nostra voce. Se più di un abitante su 10 è “straniero”, ovvero è uno di noi, la città deve parlare anche di lui! Deve parlare anche con lui! Deve parlare anche per lui! Abbiamo il diritto di contare!

Progetti per “stranieri”? Progetti di aiuto e/o integrazione? Partecipazione attiva della comunità?

Queste sono le domande che voglio fare sia all’amministrazione locale sia ai membri della comunità.

Anche se sono un umile abitante di Vetralla, uno “straniero” che crede di essere integrato in questa società, una persona adottata dall’Italia, vorrei un coinvolgimento più attivo nella vita sociale dei Vetrallesi, ma anche la possibilità di farlo.

Desideriamo essere coinvolti nella vita sociale e portare un beneficio alla società, essere determinati, portare il nostro contributo ed essere sostenuti dagli altri in modo che ognuno possa mettersi in discussione e non fallire, bensì vincere insieme. Una comunità unita, coinvolta e prospera composta da persone che vogliono fare, unire i principi e attuare ciò che pensano sia meglio.

Cosa ci riserva il futuro? Dipende solo da quegli stranieri che sono integrati nella società in cui viviamo. Come reagiranno le autorità locali e come reagirà la società, lo sanno solo loro. Siamo disposti a partecipare attivamente, in modo che la crescita della comunità e l’armonia culturale diventino una priorità per tutti. Dipende da noi!”.

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