A Villa San Giovanni in Tuscia l’evento “Pasolini e la Tuscia: un amore antico”

VILLA SAN GIOVANNI IN TUSCIA ( Viterbo) – Pasolini ha scelto la Tuscia come terra in cui vivere gli ultimi cinque anni della sua vita, terra in cui comporre parti di opere indimenticabili: Gli Scritti corsari, Le Lettere luterane, Petrolio e dirigere alcune scene dei suoi film più belli: Il Vangelo secondo Matteo, Uccellacci Uccellini o del docufilm La forma della città.

Egli ha vissuto gli ultimi anni della sua vita con la Tuscia nel cuore, spendendosi per il passaggio da Libera Università degli Studi della Tuscia a Unversità degli Studi della Tuscia, valorizzando il nostro territorio e divenendo egli stesso un cittadino della Tuscia, facendo lavorare la gente di Tuscia nei suoi film,  pranzando con loro, giocando a calcio con loro e indicendo concorsi per i miglior giardini fioriti di Chia.

La Tuscia per lui divenne la sua seconda terra natia, come il suo amato Friuli, nella Torre di Chia trascorse le  feste di capodanno in compagnia dei suoi amici intellettuali, di Laura Betti e Ninetto Davoli, qui voleva essere sepolto.

Un amore infinito lega il grande regista al nostro territorio, un amore che ha radici lontane e significati nascosti, che rimanda al sacro, sentimento che inseguirà per tutto l corso della sua vita.

Di questo e di molto altro l’autrice Rosella Lisoni discorrerà, insieme all’attore, regista  e narratore di comunità Pietro Benedetti, domenica 26 febbraio alle ore 16.30 a Villa San Giovanni in Tuscia  durante l’evento Pasolini e la Tuscia: un amore antico promosso dall’Associazione culturale la Scuffiaccia.

“Io ho scelto una città,

                                                                                               la città di Orte […], ho scelto

                                                                                              come tema la forma di una città,

                                                                                              Il profilo di una città.

                                                                                              […] ho scelto

                                                                                              un’inquadratura che facesse

                                                                                              vedere la città di Orte nella sua

                                                                                              perfezione stilistica,

                                                                                              cioè come forma perfetta,

                                                                                              assoluta».

                                                                                        Pasolini e la forma della città documentario Rai 1974

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