A Viterbo stretta sui termosifoni: attivi dall’8 novembre al 7 aprile, 15 giorni in meno

VITERBO – Viterbo rientra nella zona climatica D, che comprende le province di Ancona, Ascoli Piceno, Avellino, Caltanissetta, Chieti, Firenze, Foggia, Forlì, Genova, Grosseto, Isernia, La Spezia, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Matera, Nuoro, Pesaro, Pescara, Pisa, Pistoia, Prato, Roma, Savona, Siena, Teramo, Terni e Vibo Valentia. Secondo il documento pubblicato ieri sul sito del Ministero della Transizione ecologica si legge che i limiti di esercizio degli impianti termici sono ridotti di 15 giorni per quanto attiene il periodo di accensione (posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 giorni la data di fine esercizio) e di 1 ora per quanto attiene la durata giornaliera di accensione: Zona A ore 5 giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo; Zona B ore 7 giornaliere dal 8 dicembre al 23 marzo; Zona C ore 9 giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo; Zona D ore 11 giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile; Zona E ore 13 giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile; Zona F nessuna limitazione. Quindi per Viterbo e provincia i termosifoni si potranno accendere dall’8 novembre al 7 aprile con quindici giorni in meno rispetto al periodo prebellico. E taglio di un’ora del periodo di accensione giornaliera, che si riduce quindi a undici ore. Restano escluse da queste limitazioni le utenze sensibili come ospedali e case di cura.  Nel documento si legge che ”il conflitto tra Russia e Ucraina, tenuto conto dell’importante ruolo svolto dal gas russo nella copertura del fabbisogno nazionale di gas naturale (circa il 40% nel 2021, con 29 miliardi di Smc su 76 miliardi di Smc di gas consumati), ha posto la necessità di adottare misure d’urgenza per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti nazionali. Le priorità sono per ‘assicurare un elevato grado di riempimento degli stoccaggi per l’inverno 2022- 2023, considerate la rilevante funzione dello stoccaggio nella copertura dei fabbisogni nazionali di gas nel corso dell’inverno e le ripercussioni in caso di anticipata interruzione di flussi dalla Russia in termini di mancato o insufficiente riempimento e diversificare rapidamente la provenienza del gas importato, massimizzando l’utilizzo delle infrastrutture disponibili e aumentando contestualmente la capacità nazionale di rigassificazione di gnl”.

 

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