A Viterbo un ricordo indelebile di Giampaolo Pansa

di MARIA ANTONIETTA GERMANO –

VITERBO  –  Correva l’anno 1996. Mentre a Viterbo al Palazzo dei Priori governava da un anno il sindaco di destra Marcello Meroi, a Roma Giampaolo Pansa, giornalista di chiara fama, un bel po’ a sinistra, firmava nella sede del settimanale l’Espresso, dove era condirettore, eccellenti e pungenti pagine sugli avvenimenti politici di quegli anni. E non solo. Mandava alle stampe anche saggi, (Lo sfascio, L’intrigo, Il regime, I bugiardi, solo per citarne alcuni) e romanzi di successo, tutti pubblicati dalla casa editrice Sperling & Kupfer. In quell’anno, ricordo, nacque, da una lettera ricevuta in redazione, l’idea di scrivere, come sempre sulla sua immancabile Lettera 22, lo struggente romanzo di una passione nata nel dopoguerra, a cui dette il titolo “I nostri giorni proibiti”. Immediate e ottime le vendite.

All’epoca, tra l’altro, dirigevo un’associazione culturale e avevo scelto come luogo di riferimento per le nostre iniziative la medioevale città di Viterbo di cui mi ero innamorata dopo aver assistito l’anno precedente al Trasporto della Macchina di Santa Rosa. Così proposi al presidente della Fondazione Carivit, Aldo Perugi, un incontro con l’autore, Giampaolo Pansa a Palazzo Brugiotti.  L’idea piacque. E dato che il romanzo appena uscito parlava sì di Resistenza, di fascisti, di fucilazioni, di eccidi ma anche di un tormentato amore vissuto da due giovani di opposte fazioni, pensai di invitare a discuterne il Sindaco di Viterbo. Detto, fatto. Marcello Meroi, letto il libro, accettò con piacere di incontrare lo scrittore Pansa di cui stimava la chiarezza di idee e l’assenza di preconcetti.

Un incontro insolito quello di ottobre di quell’anno che Giampaolo Pansa affrontò con cautela. Aveva timore che il dialogo potesse generare pensieri politici a cui non voleva dare seguito. Invece i due protagonisti del pomeriggio si capirono subito e tra loro scoccò la scintilla della stima reciproca e, tra gli applausi, tutto si svolse nel più cordiale dei modi. Un successo sperato e inaspettato. Il giorno dopo nel commentare l’avvenimento alcuni giornali titolavano ironici: “Tra Pansa e Meroi è nato un amore”.

Giampaolo Pansa, tanti anni dopo, è tornato a Viterbo invitato al Caffeina Festival dove ha proposto un altro dei suoi famosi e apprezzati romanzi, senza però il clamore di quel lontano 1996.

Oggi Giampaolo Pansa, maestro di giornalismo, non c’è più. Di lui ci restano non solo le parole scritte con ironia, ma anche il ricordo dell’appassionato narratore.

Ciao Giampaolo.

 

Print Friendly, PDF & Email
Condividi con:

Articoli correlati

LEGGI TUTTE LE NOTIZIE