di WANDA CHERUBINI-
VITORCHIANO (Viterbo)- Grande partecipazione al Friendly village 2024, il Natale vitorchianese tra presepi, luminarie, allestimenti, degustazioni e mostre. Tra queste ultime, in particolare, nella torre comunale al 1^ piano c’è l’esposizione della scultura “ Il peccato originale” più due tele 100 x100 polimaterici: “Il galletto” e “Lo sguardo” dell’artista Angelo Russo.
“Il Galletto, in particolare è stato ospitato presso il Museo Europeo d’arte Moderna di Barcellona (MEAM), lo scorso ottobre, all’interno di un progetto curato dal comitato scientifico di Effetto Arte, presieduto da Sandro Serradifalco. Angelo Russo, laureato in Architettura, presso L’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” ed anche in Psicologia ad indirizzo clinico presso la stessa università, ha al suo attivo diverse collettive di pittura. E’ stato anche vincitore del Concorso di progettazione della Macchina di S. Rosa per gli anni 91/95, con la sua creatura “Sinfonia d’Archi”, che ha sfilato la sera del 3 Settembre, per le strade di Viterbo per 7 anni fino al 1997. Molti anche i riconoscimenti alla sua carriera. La sua ultima opera è “Il peccato originale”, una scultura realizzata su legno di castagno del peso di circa 80 kg, dalla forma tondeggiante, che per centinaia d’anni ha custodito la genesi del peccato originale: un serpente che con le sue lusinghe indusse Eva a mordere la mela proibita, a cui Adamo non riuscì a resistere. La mela è realizzata con cera e posta alla sommità della scultura, mentre, altro simbolo, la foglia di fico, che l’artista ha posto come lingua del serpente con un occhio verde a completare la testa del rettile. Le opere di Russo si potranno ancora ammirare presso la torre comunale anche dopo l’Epifania.
Al secondo piano della torre espone i suoi scatti la fotografa professionista Galea Topala, di origine moldava, specializzata in ritratti e fotografia artistica. “La mia passione per la fotografia nasce dalla voglia di catturare la bellezza nell’autenticità, di immortale momenti di connessione umana e di fare emergere emozioni profonde. La mia arte nasce dal desiderio di trasformare sogni e visioni in immagini che parlano al cuore. Ogni fotografia è un racconto silenzioso, un frammento di anima che si rivela attraverso la luce e l’ombra. Attraverso il mio obiettivo cerco di catturare l’essenza più autentica delle persone, quella che si nasconde nei dettagli, nei gesti e negli sguardi. Ogni scatto è un dialogo, una danza tra emozione e realtà, tra il visibile e l’invisibile. La fotografia, per me, è un linguaggio universale, capace di dare voce a ciò che le parole non riescono a esprimere”. E così in mostra ci sono fotografie in bianco e nero che ritraggono volti, anche della stessa autrice, mani che uniscono generazioni e fotografie a colori, che sembrano dei veri ritratti.
Proseguendo al terzo piano troviamo alcune opere di Martin Figura: due opere attuali della serie “Sindrome di Stendhal” e due piccoli dipinti della serie di vetrine “Olimpo” e “Patmos”. Lo spazio limitato e le pesanti pareti medievali creano un’atmosfera di concentrazione che invita all’osservazione e alla contemplazione.
All’ultimo piano, infine, ci sono le particolari sculture in gesso di Cristiano Pari, che risiede e lavora a Prato. Una torre, quella comunale, che trasuda d’arte e di fascino e che ben si sposa con l’atmosfera del Friendly village 2024, che si vanta anche de “Il borgo sospeso tra i sapori”, un viaggio tra tradizioni, gusto e cultura. Tra i laboratori, quello di oggi pomeriggio prevedeva la preparazione dell’impasto e la realizzazione del tipico cavatello vitorchianese, a cura di Proloco e Ciak s’impasta, sotto l’attenta supervisione dell’Eipa Odv.