Università Unimarconi

Accade oggi, 2 dicembre, 1928: viene istituita la Provincia di Viterbo

di ANNA MARIA STEFANINI-

VITERBO – La provincia è l’ente territoriale intermedio tra regione e comune, previsto espressamente in Costituzione al titolo V della parte II. Le province italiane afferiscono a loro volta all’UPI (Unione delle Province d’Italia), di cui fanno parte anche le città cui è riconosciuto lo status di “città metropolitana”.
Il 93° compleanno della nostra provincia ci regala l’opportunità per un breve viaggio storico sull’evoluzione del nostro principale ente intermedio.
La provincia come ente territoriale risale a prima della Repubblica perché già nel 1865, quattro anni dopo l’impresa dei “Mille”, il Regno d’Italia finalmente unito si era dotato di un’amministrazione territoriale articolata in province, circondari, mandamenti e comuni. Circondari e mandamenti erano quindi livelli amministrativi intermedi tra comune e provincia. Il circondario era anche sede di una sotto-prefettura.
La riforma del 1865, codificata nella legge n° 2248 del 20 marzo 1865, nota anche come “Legge Lanza-Ricasoli” e denominata “legge per l’unificazione amministrativa del Regno d’Italia”, prevedeva 59 province e 193 circondari.
È da notare che per talune tipologie di carceri sono in uso i termini “casa circondariale” e “casa mandamentale”.
In quegli anni il nord del Lazio è ancora provincia di Roma e il territorio viterbese un suo circondario, sostanzialmente coincidente con la vecchia “delegazione apostolica di Viterbo”, istituita nel 1816 da papa Pio VII, quando c’era ancora lo Stato della Chiesa.
la popolazione italiana post-unitaria ammontava a circa 22 milioni di abitanti, di questi 17 milioni erano analfabeti (78%) e moltissimi conoscevano soltanto il proprio dialetto. I comuni erano oltre 7.700 ma solo 79 superavano i 20 mila abitanti e appena otto oltrepassavano quota 100 mila. La ripartizione dimensionale fotografava anche la ripartizione produttiva perché i circa 6.800 piccoli comuni (88%) vivevano praticamente di sola agricoltura.
L’assetto amministrativo della legge Lanza-Ricasoli verrà in seguito esteso anche ai nuovi territori acquisiti dall’Italia con la presa di Roma, le guerre d’indipendenza e la vittoria nella 1^ guerra mondiale.
Nel 1921, concluse le complicate trattative seguite alla fine della 1^ guerra mondiale 1915-1918, il numero delle province italiane era salito a 71 mentre 245 è il numero complessivo di circondari e mandamenti; 9.194 i comuni.
Nel 1923, in pieno regime fascista, il Regio decreto n° 545 scorpora il circondario di Rieti, con i suoi 56 comuni, dalla provincia di Perugia e lo assegna a quella di Roma. Più tardi, quando Rieti diventerà provincia laziale, assorbirà 17 comuni abruzzesi.
Nel ’24 le province arrivano a 76 ma Viterbo continua a rimanere un circondario di Roma.
Il 1927 è un anno importante per il governo del territorio perché il 2 gennaio viene emanato il Regio decreto legislativo n° 1 denominato “Riordinamento delle circoscrizioni provinciali” e l’ordinamento amministrativo locale ne esce profondamente rivoluzionato: vengono aboliti circondari e mandamenti, istituite 17 nuove province e soppressa quella di Caserta.
Alla fine della riforma le province saranno in tutto 92; tra quelle di nuova istituzione figura anche Viterbo.
L’anno successivo, con Regio decreto n° 2735 del 2 dicembre 1928 alla provincia di Viterbo vengono annessi i comuni di Tarquinia, Montalto di Castro, Monterosi, Nepi e Oriolo Romano.
Il 2 dicembre di 95 fa la provincia di Viterbo acquisisce la configurazione attuale e da quella data decorre la storia amministrativa della Tuscia contemporanea.

Foto di Ezio Cardinali

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