VITERBO – Riceviamo dal Coord. Prov.le Comitati per l’Acqua Pubblica Non ce la beviamo e pubblichiamo: “In relazione alla grave crisi idrica che sta attraversando la Tuscia, il Comitato per l’Acqua Pubblica Non ce la Beviamo esorta i Sindaci, in qualità di Responsabili della Salute Pubblica, a richiedere urgentemente alla A.S.L. monitoraggi frequenti della qualità delle acque in tutto il territorio e di rendere tempestiva e diffusa informazione ai cittadini.
E’ noto che i livelli di arsenico e fluoruri possono salire pericolosamente con la diminuzione della disponibilità idrica, creando danni gravi alla salute, in particolare dei minori.
Anche l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale raccomanda di “ tener presente la problematica strutturale legata alla presenza di arsenico e fluoro in molte fonti destinate a uso potabile, che tende ad aggravarsi in condizioni di minore disponibilità della risorsa e conseguente maggiore stress della stessa per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici“.
Su sito della Asl si trovano dati relativi alle analisi dell’acqua molto datati, da febbraio a non oltre giugno del corrente anno, e valori ai limiti di legge sia a Viterbo che in molti altri Comuni, oltre a quelli che li superano anche in tempi non critici.
Chiediamo un intervento urgente al fine di rifornire la popolazione che non dispone di acqua potabile e una informazione capillare sul territorio per prevenire possibili danni alla salute.
Tutte le Istituzioni sono tenute ad intervenire tempestivamente, a partire dai Sindaci, per arginare il problema nell’immediato e anche per fornire una risposta nel lungo termine
a partire dalla manutenzione delle reti che disperdono oltre il 40% di acqua sino a pretendere un intervento da Regione e Ministero dell’Ambiente, visto che anche l’Autorità di bacino distrettuale riconosce il problema di inquinamento da arsenico e fluoro quale problema strutturale.
Auspichiamo che almeno ora, dopo che tutta la comunità scientifica , la Corte di Giustizia Europea e l’Autorità di bacino distrettuale dell’Appennino centrale , abbiano dato l’allarme, i nostri Amministratori si sveglino dal letargo.
Non è tollerabile che il problema acqua emerga solo al momento della scadenza della bolletta, con importi peraltro esagerati, o con divieti e limitazioni ai cittadini .
Non si può solo chiedere di farsi meno docce, non irrigare l’orto o di chiudere il rubinetto mentre si lavano i denti, quando poi la metà dell’acqua si spreca nelle perdite della rete idrica.
L’accesso e la disponibilità di acqua salubre, è la condizione necessaria ed indispensabile per vivere e proteggere lo stato di salute di tutte le persone, in particolare dei bambini e delle future generazioni, non può essere trattato dalle Istituzioni e dai nostri Amm.ri come un problema secondario e limitarsi ad arginare le conseguenze”.