VITERBO- Riceviamo da “Non ce la beviamo” e pubblichiamo: “Abbiamo appreso dagli organi di stampa che Talete ha ottenuto l’aggiudicazione di un finanziamento di oltre 18 milioni di euro per l’ammodernamento del servizio idrico integrato attraverso il Decreto del Consiglio dei Ministri pubblicato il 27/12/24.
Inoltre sono stati stanziati dalla Regione Lazio 4,5 milioni di euro per l’abbattimento di arsenico e fluoruri. A questo punto la domanda sorge spontanea: per quale motivo si procede con la privatizzazione delle quote di Talete?
Soprattutto se lo stesso Presidente della Società, esprimendo la sua soddisfazione, ha dichiarato che “la collaborazione con le Istituzioni è fondamentale per affrontare le sfide legate alla gestione della risorsa idrica e per garantire un servizio efficiente” ? Qual è il senso di far entrare una multinazionale a gestire finanziamenti pubblici, buona parte dei quali derivano dalle tasse degli italiani?
È ormai sotto gli occhi di tutti che le privatizzazioni sono un affare per le multinazionali e una iattura per i cittadini che si vedono aumentare le bollette anche per garantire i dividendi che poi i soci si spartiscono. E che dividendi..!
Se è vero, com’è vero, che la collaborazione con le istituzioni è fondamentale per affrontare la gestione del servizio idrico, chiediamo ai Sindaci e al Presidente dell’Ato di fare un passo indietro e di rinunciare a cedere ad una multinazionale la nostra acqua. Abbiamo esempi eclatanti proprio vicino a noi: Frosinone con Acea Ato 5 ha la tariffa più alta d’Italia e perdite idriche di oltre il 70% .
L’acqua è una risorsa preziosa da preservare soprattutto in tempi come questi, in cui i cambiamenti climatici impongono di prenderci cura del nostro ambiente. Gli scempi e i disastri ambientali operati dal profitto sono sotto gli occhi di tutti e allora occorre cambiare rotta, fare un passo indietro e tornare a far gestire i beni comuni come l’acqua ai territori e alla collettività a cui appartengono, ai Comuni e alle Istituzioni preposte.
Chi si vuole definire patriota non può cedere la nostra acqua alle multinazionali straniere, ma deve piuttosto lavorare per l’applicazione delle leggi e della volontà dei cittadini come espressa ad esempio nel Referendum del 2011″.
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