Acquapendente: Il Parroco Don Enrico Castauro invia una lettera aperta ai cittadini aquesiani

ACQUAPENDENTE – In concomitanza con le Commemorazioni dei Defunti il Parroco Don Enrico Castauro invia una lettera aperta ai cittadini aquesiani in apprensione per un lieve ma costante aumento della curva epidemiologica.

Preambolo la citazione dalla poesia de “I Sepolcri” di Ugo Foscolo : “ “Non vive ei forse anche sotterra, Quando egli sarà muta l’armonia del giorno, Se può destarla con soavi cure nella mente dei suoi? Celeste è questa corrispondenza d’amorosi sensi, celeste dote agli umani…. Solo chi non lascia eredità d’affetti poca già ha dell’ urna. (Ugo Foscolo, I Sepolcri).

Oggi, 2 novembre, il popolo di Dio sente più forte il bisogno di recarsi sulla tomba della persona amata. Guardando il sepolcro: ricordi, nostalgia, dolore, lacrime: la morte. La cruda realtà di dover vedere un giorno morire chi si ama, se prima non saremo noi a morire, lasciando nello strazio chi ci ha amati davvero. La sofferenza, infatti, è sempre in proporzione all’amore: soffre di più, chi più ama. L’angoscia del nostro “essere per la morte”. La morte come certezza, che rende impossibili le possibili probabilità della vita. Perché se i nostri progetti, sogni, speranze sono possibili, lo sono nella misura dell’incertezza: solo la morte è certa. Quale illusione, allora, la vita! Figli del caso, senza radice, nel effimero tempo, ci affatichiamo a progettare nell’incertezza della morte, sempre presente a noi: sicura compagna di viaggio verso il nulla, fratello del caso. La fede. “Chi cercate? È risorto, non è qui”. Speranza. Quella che “non fugge i sepolcri’, ma che arde in noi da un Sepolcro vuoto: quello di Cristo. Cristo Gesù ha fatto scacco matto alla morte. La fede: eternità. Paradiso promesso, riscattato per noi da Gesù, col Suo sacrificio.  Figli di Dio amati; dall’ Eterno nati nel tempo e destinati all’ eternità. Vita piena di senso.  Viviamo morti, nell’amore dei nostri cari, viviamo eterni nell’Amore di Dio.  In Dio partecipiamo alla vita dei nostri cari defunti nella preghiera. In Lui si apre un dialogo di attesa di perfetta comunione dove, l’amore che pur ora piange chi non c’è, sarà finalmente saziato dal sempre eterno: nella luce che tutto avvolge e riscalda di vita. Gesù ricordati di m”.  Poi si reca personalmente nei cimiteri del nostro comune per pregare i nostri defunti e benedire le loro tombe.

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