Ad “Ombre festival” le verità nascoste del caso Emanuela Orlandi (VIDEO)

di WANDA CHERUBINI-

VITERBO- Piazza della Repubblica ha ospitato questa sera per la kermesse “Ombre Festival” Laura Sgrò, avvocato di Pietro Orlandi, che ha presentato il suo libro “Cercando  Emanuela, le verità nascoste e le nuove indagini sul ruolo del Vaticano nel caso Orlandi”. Presente anche Pietro Orlandi, il fratello di Emanuela insieme al giornalista Paolo Di Giannantonio. Una vicenda complessa quella di Emanuela Orlandi che dopo 40 anni dalla sua scomparsa continua a non avere risposte. La ricerca di giustizia e verità è quella che ha portato finora Pietro Orlandi

a non arrendersi ed a portare, anche tra gli studenti dei vari istituti scolastici che ha visitato, il messaggio di non arrendersi mai di fronte alle ingiustizie. E quella della giovane Emanuela è stata presentazione libro orlandi 2un’ingiustizia che è rimasta ancora senza una giusta parola fine. Pietro Orlandi ha ripercorso quei tragici momenti nei quali la sua famiglia attendeva trepidante l’attesa del rientro di Emanuela a casa, un rientro che non è mai accaduto. Un oceano di bugie, false piste che negli anni tante persone hanno messo in questa triste vicenda. Il Vaticano dopo 40 anni ha avviato un’inchiesta. “Il 9 gennaio la procura del Vaticano ha aperto un’indagine sul rapimento di Emanuela e poi anche la Procura di Roma ha aperto un fascicolo  – ha affermato l’avvocato Sgrò – Sta ora per aprirsi una commissione d’inchiesta parlamentare. Qualche passo avanti, quindi, è stato fatto, visto che poi c’è stato il fango, unico modo per riportarci indietro”. Infatti, nelle ultime carte vaticane date alla Magistratura si parla dello zio di Emanuela che avrebbe avuto delle attenzioni improprie nei confronti della sorella maggiore di Emanuela. “E’ molto complesso l’argomento, avvocato sgrèsicuramente c’è la volontà da parte del Vaticano di allontanare la verità dal loro ambiente e portarlo fuori con un argomento imbarazzante – ha commentato Pietro Orlandi – Stanno lavorando su queste avances che questo mio zio avrebbe fatto 5 anni prima a mia sorella maggiore e che non hanno nulla a che fare con Emanuela. Per me che il Vaticano abbia aperto un’inchiesta dopo 40 anni, a due giorni dai funerali di papa Ratzinger era un fatto positivo. Ho aspettato che mi convocassero anche perché avevo raccolto delle prove importanti, i famosi whatsapp di persone vicine a Papa Francesco con telefoni riservati dove parlavano di Emanuela ed io chiedevo insistentemente di poter essere ricevuto per verbalizzare. L’11 aprile finalmente mi hanno convocato, sono stato lì 8 ore  ed ho  presentato anche un bel memoriale con le copie dei whatsapp. Se veramente c’era questa volontà a fare chiarezza il giorno dopo avrebbero pietro olrandi 6dovuto chiamare quelle persone, che, invece, ancora  non sono state chiamate. Mi sono reso conto solo adesso che effettivamente stavano cercando qualcosa per allontanare qualunque tipo di responsabilità dall’ambiente Vaticano e portarla fuori, ovvero la vicenda di mio zio, già a suo tempo dibattuta ed archiviata anche perché mio zio quel giorno della scomparsa di Emanuela era fuori Roma. Per questo mi sono risentito quando Mentana dal tg di La7 senza neanche avvisarci ha dato questa notizia come scoop, spostando completamente l’attenzione su questa storia dello zio già seguita a suo tempo e chiusa.  Io sono convinto di questo atteggiamento del Vaticano, del resto sono nato là dentro e questa azione l’hanno fatta per questo motivo: spostare le responsabilità fuori dal Vaticano. Per questo non vogliono che questa pietro orlandi 5commissione parlamentare parta perché non riuscirebbero a gestire tutti i parlamentari”.  “Il vaticano per 40 anni non ha fatto niente ed adesso va a sindacare sul comportamento del parlamento – incalza l’avvocato Sgrò – L’ho trovata una cosa brutta e spero che il parlamento faccia il parlamento. La commissione di inchiesta è importante perché questa storia ha 40 anni e perché la commissione può fare qualcosa che la Procura non può fare: indagare sui reati prescritti. E per una storia che ha 40 anni anche ciò che è prescritto è determinante. Quindi, ben venga la commissione che vada a scavare in 40 anni della storia del nostro Paese perché la storia di Emanuela ha lambito tutta una serie di storie non chiarite: il crack presentazione libro orlandi 3 del banco Ambrosiano, la banda della Magliana ed anche l’attentato a Giovanni Paolo II. Allora che si diano delle risposte che prima di tutto le merita questa famiglia, ma anche ogni cittadino onesto di questo Paese”.

“In questi 40 anni gli apparati dello Stato non hanno mai avuto comportamenti chiarissimi e una commissione può aprire gli archivi dei Servizi – ha aggiunto Pietro Orlandi – Nella Procura di Roma c’è un magistrato che segue l’inchiesta, mentre nella commissione parlamentare d’inchiesta ci sono 40 tra deputati e senatori che possono convocare quella persona, quindi se qualcuno vuole tenere sotto controllo 20-30 senatori magari ci sono 4-5 che non riescono a controllare e può succedere quello che qualcuno non vorrebbe. Per questo insisto su questa commissione d’inchiesta, che mi hanno assicurato che partirà al cento per cento. Probabilmente partirà i primi di settembre. Ci sono stati tanti depistaggi, intrusione di Stati esteri, anche per questo una commissione sarebbe importante”.

Ma quale è la pista giusta da seguire per venire alla verità su Emanuela? “Sono state seguite le piste del terrorismo internazionale, del ricatto economico, ma non quella della pedofilia, mai battuta – ha precisato l‘avvocato Sgrò– Noi vogliamo che i magistrati la percorrano anche sulla base delle dichiarazioni fatte da un’amica di Emanuela, mandate in onda su Netflix in “Vatican girl”, secondo le quali Emanuela le avrebbe confidato che ci aveva provato con lei qualcuno vicino al Papa. La pista sessuale è una pista che presentazione libro orlandi 8deve essere approfondita e ciò non significa che non possa sovrapporsi a quella del ricatto, ma la pedofilia deve essere approfondita anche solo per escluderla”. Infine, sul caso di Mirella Gregori, scomparsa un mese prima di Emanuela, l’avvocato Sgrò ha dichiarato: “Ritengo che le due storie non abbiamo alcun collegamento. Di fatto non c’è alcuna risultanza agli atti per un collegamento provato tra Emanuela e Mirella. Mi auguro che questa commissione su Mirella ed Emanuela parta al più presto perché due famiglie da 40 anni aspettano la verità”. Pietro Orlandi, a conclusione dell’incontro, ha spiegato come la vera forza che lo spinge ad andare avanti gli arrivi ancora oggi dai tantissimi messaggi di solidarietà provenienti da tutto il mondo. “La voce di Emanuela è la voce di tutti gli altri scomparsi. Ho fatto documentari su persone scomparse: le famiglie hanno voglia di raccontare e questa è una cosa positiva. Invece, si dimentica troppo facilmente. Dopo 40 anni in  Vaticano non pensavano che fossimo ancora qua a parlare di Emanuela ed, invece, eccoci qui, a cercare la verità”.

 

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