di MARIA ANTONIETTA GERMANO –
VITERBO – L’artista romano Riccardo Monachesi ama la Tuscia e ha scelto, per la personale dal titolo “Addendi”, cinque città storiche come luoghi ideali per esporre le sue sorprendenti sculture, reale omaggio allo spazio che avvolge e ingloba le sue opere. La prima esposizione è a Viterbo nel Museo della Ceramica della Tuscia di Palazzo Brugiotti (17 giugno- 10 settembre 2017), seguita da quella di Civita Castellana presso il Museo della Ceramica “Casimiro Marcantoni” (23 settembre – 7 gennaio 2018). Nel 2018 seguiranno le città di Canino, Vulci e Tuscania.
Una doppia festa per l’anima: quella per chi guarda e vede opere geometriche che richiamano pensieri poetici e temi di impegno civile, e quella per i primi 40 anni di attività (1977) dello scultore/architetto Riccardo Monachesi che impasta e trasforma la materia in ceramica con un arcobaleno di colori. Il blu cobalto, colore del cielo e del mare, prevale su tutti ma permette l’avvicinarsi ad altri in cerca di notorietà.

I festeggiamenti per Riccardo Monachesi si sono aperti il 17 giugno, nel Museo della Ceramica della Tuscia (via Cavour 67) con l’inaugurazione della mostra “Addendi” ed il consueto taglio del nastro ad opera del sindaco Leonardo Michelini, coadiuvato da Mario Brutti, presidente della Fondazione Carivit (che ha sede in Palazzo Brugiotti e ospita il Museo), dal curatore della mostra Francesco Paolo Del Re e dalle responsabili della Società Cooperativa Girolamo Fabrizio (Cristina Bugiotti, Silvia Valentini, Valentina Capoccioni) che hanno promosso e organizzato l’evento con il patrocinio della Camera Artigianato di Viterbo e Civitavecchia.
Dopo i saluti e gli apprezzamenti per le opere in mostra da parte di Mario Brutti, è intervenuto Riccardo Monachesi che ha, con nobile modestia, illustrato i suoi manufatti ricchi di segni simbolici e poetici. Ma per entrare sul reale significato delle opere, la parola passa al curatore della mostra Francesco Paolo Del Re, artista, critico d’arte e giornalista Rai che pone l’accento sulla sfida tra la poesia che si appropria dello spazio e l’arte di Monachesi che l’accoglie, equilibrio trovato.

“I lavori manuali di Monachesi sono insofferenti alle vetrine, hanno bisogno di un loro spazio”, spiega serafico Del Re. “La mostra – continua – raccoglie un’antologia delle sculture in ceramica realizzate dall’artista, con particolare attenzione alla produzione degli ultimi anni e con alcune significative incursioni nella produzione precedente; il cuore della mostra è costituito da alcune nuove sculture di impegno civile, come quelle inedite di “TerraeMota”, case ferite e sconquassate dal terremoto vissuto anche nel Centro Italia. Un tema che fa riflettere”.
“Ci sono anche ritratti ideali dedicati alle figlie, (Pensadola e Pneuma) – continua ancora Del Re – figure antropomorfe come i “Vasi-libro”, e i ricorrenti “Cubi”, calco sempre uguale che come un oracolo muto si manifesta, ma prende forma nuova e colore ad ogni accadimento. C’è anche un elegante lavoro datato anni Ottanta “Tangram” che assume in sé elementi grafici e tipografici”.
“Ma in questa mostra – conclude Francesco Paolo Del Re – Monachesi fa un’opera nuova, ricostruisce attraverso l’arte una poesia di accenti con “Per/si/no le bri/cio/le rac/còl/go di te”, installazione di 12 elementi di scultura, un elemento/una sillaba, ispirazione tratta dal mio libro “Il tempo del raccolto” (Secop Edizioni, 2015)”.
Le conclusioni sono affidate al Sindaco Michelini che si compiace dell’arte contemporanea arrivata da qualche tempo a Viterbo, scoperta ed apprezzata dai cittadini.
Tra i presenti anche il Maestro d’Arte e grande scultore Alessio Paternesi.
Come gran finale, nel Cortile di Palazzo Brugiotti, un brindisi augurale riunisce tutti gli ospiti.