Aggressione a Castel d’Asso, interviene la CGIL Civitavecchia Roma nord Viterbo

VITERBO – Riceviamo da Stefania Pomante (segretaria generale CDLT Civitavecchia Roma nord Viterbo), Michele Azzola (segretario generale CGIL Roma Lazio) e pubblichiamo: “Siamo a Viterbo, una provincia caratterizzata da una elevata ruralità, la produzione agroalimentare e tutta la filiera che vi ruota intorno sono un’importante fonte economica per la provincia. Grandi industrie hanno fatto grossi investimenti su diverse aziende agricole che lavorano le nocciole prodotte in questo territorio. La Flai Cgil ha operato ed opera da anni con un’azione capillare sul territorio, contattando direttamente i lavoratori nei luoghi di lavoro, nei posti di ritrovo, nelle piazze e nei luoghi dove vengono spesso “ingaggiati” dai caporali.
A Viterbo fa freddo, ci sono lavoratori, spesso stranieri, che vengono caricati su furgoncini alle prime luci dell’alba, in vari punti della città e delle campagne. Lavorano anche per 12 ore continuative almeno sei giorni su sette intascando, nella migliore delle ipotesi, 30 euro al giorno. Il guadagno mensile si aggira attorno ai 500-700 euro e deve spesso anche servire per pagare l’alloggio messo a disposizione dal caporale di turno. Ciò comporta per i lavoratori condizioni di vita molto penalizzanti, assenza di fissa dimora, malnutrizione, isolamento e carenza di relazioni sociali.
Ieri pomeriggio Marco Nati, segretario generale della FLAI CGIL di Roma nord Civitavecchia Viterbo, Massimiliano Venanzi, segretario organizzativo e il giornalista Daniele Camilli stavano distribuendo volantini nelle campagne di Castel d’Asso, piccolo borgo rurale del comune di Viterbo. Obiettivo dei sindacalisti era quello di offrire materiale informativo sulla disoccupazione agricola ai braccianti, distribuendo anche guanti, scalda collo e giubbini catarifrangenti per evitare che di notte vengano investiti mentre tornano a casa a tarda sera in bicicletta dopo ore ed ore di lavoro nei campi. I lavoratori chiedono sempre che non appaia il loro volto sulle foto perché ciò comporterebbe come conseguenza il licenziamento perché i sindacalisti non sono “graditi” ai caporali e ai padroni.
A un certo punto sul luogo del volantinaggio arrivano due grosse Jeep con sette/otto persone a bordo che, incuranti che sul posto ci fossero anche degli agenti della Digos, avvertita dell’iniziativa come prassi comanda, iniziano ad affrontare e a minacciare pesantemente e violentemente il gruppo dei sindacalisti della FLAI. È in atto una vera aggressione in stile spedizione punitiva dai toni esacerbati, alterati ed intimidatori. Una violenza perpetrata nei confronti di chi stava lì per informare i braccianti delle campagne viterbesi sui loro diritti esercitando la prerogativa costituzionalmente garantita di libertà di azione sindacale. E queste sono, probabilmente, le cose che di questi tempi danno fastidio; la presenza del sindacato non è gradita da chi non vuole che i lavoratori siano informati sui loro diritti. Nonostante la presenza della polizia, i toni diventano sempre più minacciosi, uno degli aggressori, con fare molto arrogante e violento pretende che il giornalista cancelli le foto che ha scattato e che gli consegni la macchina fotografica. Al rifiuto i toni diventano sempre più minacciosi, offensivi e sempre più aggressivi. Il pericolo è reale, tutto intorno è buio, silenzio, serpeggia il panico tra sindacalisti e nell’aria c’è odore di paura … fear and panic…
La segretaria generale Stefania Pomante, Michele Azzola segretario generale Cgil Roma Lazio e tutta la CDLT di Civitavecchia Roma nord Viterbo esprimono piena solidarietà ai sindacalisti della Flai e al giornalista Daniele Camilli per l’inaccettabile aggressione di cui sono stati vittime. Questo episodio mette ancora una volta in evidenza il crescente clima di tensione e di ostilità sociale che attraversa purtroppo tutto il Paese. Noi non ci arrendiamo all’idea che la nostra provincia finisca in un vortice di violenza inarrestabile e per questo ci impegneremo sempre nel costruire una realtà diversa e migliore, partendo dalle nostre esperienze di aggregazione, solidarietà e dialogo sul territorio.
Chiediamo al Prefetto di rilanciare quanto prima la sezione territoriale del lavoro agricolo di qualità, prevista dalla legge nazionale contro il caporalato (l.n.199/2016), strumento fondamentale per garantire trasparenza e legalità nel mercato del lavoro agricolo. È ora di passare dalle dichiarazione di intenti ai fatti, a maggior ragione vista la presenza di produzioni agricole di eccellenza presenti nel territorio della Tuscia, produzioni che rischiano di essere preda di chi vuole inquinare il settore attraverso illegalità e sfruttamento.
La CGIL non si spaventa e non arretra davanti a questi attacchi intimidatori e per questo organizzerà nei prossimi giorni una grande manifestazione. Torneremo in tantissimi a battere le stesse campagne, con gli stessi nostri “cento passi”, con la determinazione e l’orgoglio di chi lavora per la giustizia sociale e per la legalità”.

 

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