Al Centro Diocesano di Documentazione e al Museo del Colle del Duomo la poesia incontra la pittura nel segno della spiritualità con un partenariato inedito (VIDEO)

di ANNA MARIA STEFANINI-

VITERBO – Pomeriggio di incontri ravvicinati quello che è andato in scena alle 17:30 di venerdì 19 maggio alla sala CE.DI.DO. – Centro diocesano di Documentazione e Museo del Colle del Duomo del Palazzo dei Papi di Viterbo.
Incontri di persone ma anche di arti.

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Biografie e forme espressive differenti accomunate tuttavia da quel rarefatto codice poetico che distilla emozioni e stati della coscienza dalla scrittura e dalle arti.

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Le due biografie da ieri in gioco a Palazzo dei Papi sono quelle di Orazio Francesco Piazza, vescovo di Viterbo e di Alfredo Rapetti Mogol, figlio del celeberrimo Mogol (lo pseudonimo è diventato parte legale del suo cognome); le forme espressive oggetto dell’incontro sono il testo poetico di monsignor Piazza e le rifrazioni cromatiche depositate su carta da Rapetti Mogol.

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Alfredo Rapetti Mogol e mons.Orazio Francesco Piazza

I luoghi fisici dell’incontro sono due: “Anfratti”, il libro di poesie scritte da Monsignor Piazza e il Museo del Colle del Duomo, dove sono esposte le opere di Rapetti Mogol.

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“La prosa descrive; la poesia dice”, sostiene Boris Pasternak e i versi di Monsignor Piazza, recitati da Stefano Nazzaro (RAI), effettivamente “dicono” di un’esperienza interiore che interroga spiritualità e conoscenza del mondo: “Solo la poesia sa dire ciò che non si riesce a raccontare. Il crocevia delle mie poesie rimane la croce.” – ha detto il Vescovo di Viterbo – “In questa avventura che mi vede camminare nella chiesa locale, si vede che noi siamo croce […] L’immagine e la parola portano a tornare dentro di noi, a potersi ripensare. Quando un artista crea un’opera, non si può determinare l’approdo. L’argomentazione teologica diventa rielaborazione; la poesia è sintesi. È unica. Sia che sia prodotta da un bambino che scritta da un grande. La natura e la bellezza del creato emergono nella poesia. Anche nel dolore si trova l’amore. Le mie poesie sono rimaste a lungo in un cassetto. Poesia e immagine diventano in questa mostra un unicum: le immagini raccontano la vita nella spiritualità, nella sensibilità. Talvolta l’arte diventa mercificazione. Ma non deve essere così. L’emozione dello sguardo di un’opera d’arte nella realtà è unica. Mi auguro che ciò possa essere nutrimento dell’anima e patrimonio di altre anime”.
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Queste le parole di Alfredo Rapetti Mogol: “Monsignor Piazza è un poeta che arriva in modo diretto; “Noi siamo laddove dobbiamo essere” è già una poesia. La poesia di monsignor Piazza è molto decisa. Per fare questo libro insieme ci abbiamo messo anni, poiché la poesia è un’espressione molto intima e non è facile metterla a disposizione di tutti. È emozionante fare una mostra in un luogo che trasuda storia. Il linguaggio dell’ arte e della poesia è lo stesso: l’autore dovrebbe essere stupito per ciò che è riuscito a creare. Quando l’opera guarda l’autore, essa è finita: siamo riusciti a trasmetterle un alito di vita.”

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Le opere pittoriche di Rapetti Mogol esposte in mostra al museo del Colle del Duomo, fanno anche da contrappunto alle poesie di “Anfratti” lungo le pagine del libro.

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Un prezioso contributo alla riuscita della manifestazione è stato l’intervento del critico Francesco Gallo Mazzeo.

Emozionante la lettura delle poesie da parte di Stefano Nazzaro, voce nota della Rai.

L’evento, curato da Toro Arte di Francesco Maria Toro e Claudia Grasso con il supporto di Archeoares, è frutto di una pluriennale collaborazione tra il vescovo di Viterbo e Alfredo Rapetti Mogol.

All’incontro hanno partecipato, fra gli altri, il prefetto di Viterbo, Antonio Cananà, il presidente della Provincia Alessandro Romoli, Pippo Rescifina, don Massimiliano Balsi, don Emanuele, don Luigi, suor Francesca Pizzaia e Simonetta Pacini.
Le quindici opere in mostra di Rapetti Mogol rimarranno esposte presso la sala CeDiDo sino al 10 giugno 2023.

 

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