Al convegno “L’eredità di Aldo Moro” la memoria del big bang della storia della Repubblica: l’assassinio di Aldo Moro (VIDEO)

di ANNA MARIA STEFANINI-

ROMA- Non si può non ricordare quel giorno. Sirene, folla, sgomento.
Gli attimi si dilatano e diventano storia. Una storia che ancora ci fa rabbrividire e interrogare.
Nel mezzo degli Anni di Piombo, in una delle vie più conosciute e antiche della Capitale, a metà strada fra la sede della Democrazia Cristiana e quella del Partito Comunista, il 9 maggio 1978, fu ritrovato il corpo senza vita di Aldo Moro, in via Caetani, ucciso dopo 55 giorni di prigionia.
Ma quale fu L’eredità morale lasciata dallo statista?
Si è svolto ieri, 11 maggio, presso la sala capitolare del Senato della Repubblica Italiana, l’interessante convegno incentrato su questo tema attualissimo:”L’eredità di Aldo Moro”, che ha CONVEGNO MORO 3visto la partecipazione del ministro dell’interno Matteo Piantedosi, del Presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone, di Giuseppe Fioroni, già Presidente della Commissione d’inchiesta sul rapimento e la morte di Aldo Moro, del senatore Manfredi Parenti, del sindaco di Benevento Clemente Mastella, del direttore di RAI Quirinale Andrea Covotta. Ha brillantemente moderato l’incontro la scrittrice e conduttrice Claudia Conte.
Dopo il saluto introduttivo del sen.Manfredi Parenti, sono intervenuti gli altri illustri relatori.
Giuseppe Fioroni ha evidenziato che “incontri come quello di ieri non sono stati organizzati per avere nostalgia del passato, ma per avere memoria soprattutto di chi si è sacrificato per lo Stato”. Ha posto poi l’attenzione sulla democrazia e sulla centralità della figura storica dello statista scomparso.
CONVEGNO MORO 4Un folto pubblico attento ha seguito l’intervento del viterbese Giuseppe Fioroni e degli altri relatori.
Il sindaco Clemente Mastella ha ricordato quando Moro si incontrò con Kissinger e di come egli difendesse i partiti, come espressione di popolo e di democrazia. Mastella ha ricordato numerosi aneddoti relativi a quel particolare momento storico. Secondo lui, una vera eredità di Moro non c’è: “Alcune cose terminano con il loro leader”. Ha poi tenuto a sottolineare che Moro non ha mai pensato di fare accordi con il PCI .

“Ho raccolto l’invito del senatore Fioroni, presidente della commissione Moro 2, di proseguire questo lavoro di indagine non per l’interesse di una parte ma per completare la desecretazione che CONVEGNO MORO 7sta andando avanti grazie al presidente Meloni e al sottosegretario Mantovano, un lavoro che non deve essere solo su Moro ma su tutto il periodo postbellico; in questo periodo storico ancora non si è scritta da una parte la storia della Guerra fredda italiana che c’è stata tra est e ovest e dall’altra non si è concluso il caso Moro e altri casi che sono da rileggere in chiave internazionale” – ha detto il presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone.

In realtà è emerso dalla commissione Moro 2, che non venne tenuto in via Montalcini, o per lo meno non venne ucciso in via Montalcini, ma che probabilmente venne ucciso a Corso Vittorio 24, che è un palazzo che sta a 150 metri, come ci dice la perizia del Ris la strada che avrebbe fatto la CONVEGNO MORO 9Renault 4 e tante altre evidenze che dimostrano che la storia di Aldo Moro è tutta da riscrivere.

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, un uomo di Stato, già Prefetto di Roma, ha ricordato la figura e i valori in cui credeva Aldo Moro “La vera sfida per chi riveste un incarico istituzionale importante – ha evidenziato – è quella di mettersi a disposizione di tutti, avendo l’idea di sapere dove andare ma vivendo con senso di responsabilità il presente”. “Di Moro rimane senza dubbio la visione della storia della politica e dell’andare verso una democrazia dell’alternanza”. Sulla centralità della figura di Aldo Moro nella storia democratica italiana si è incentrato anche il discorso del direttore di RAI Quirinale Andrea Covotta.
Al termine del dibattito, si è svolta l’ emozionante performance teatrale a cura di Pino Calabrese dedicata all’ombra del presidente della Dc, Oreste Leonardi, e alla scorta del Presidente assassinato, formata da carabinieri e poliziotti, anch’essa vittima dell’attentato.

 

 

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