Al Teatro dell’Unione una magnifica e poco coraggiosa “Madre Courage”

di MARILENA SATRIANI –

VITERBO – Ieri  sera al Teatro dell’Unione,  un’avvincente riproposizione della celebre opera di Bertold Brecht  Madre courage e i suoi figli, con la regia di Paolo Coletta, che ha curato anche la drammaturgia musicale, e Maria Paiato nel ruolo principale.

 Scritta ne 1938, dopo l’annessione dell’Austria alla Germania nazista , è il grido di Brecht contro la guerra,ogni guerra, e non importa chi sia dalla parte del giusto, perchè ogni guerra è fame, violenza, morte, distruzione; non a caso la vicenda di Anna Fierling è ambientata fra il 1824 e il 1636, il periodo della guerra dei Trent’Anni, fra cattolici e protestanti.  Monito quanto mai attuale in questo periodo in cui si avvertono pericolosi  venti di guerra.

Anna Fierling, detta Madre Courage, è una venditrice ambulante, che trae i suoi affari proprio dalla guerra e si sposta dall’esercito cattolico a quello protestante a seconda della convenienza. Suo obiettivo è  garantire a sé e ai suoi tre figli la sopravvivenza, non importa a quale prezzo. Più c’’è guerra più c’è guadagno.

La Madre Courage che  qui viene rappresentata è una donna dura, quasi insensibile, non suscita partecipazione emotiva, nemmeno quando con freddezza rinnega il figlio morto. E’ l’emblema stesso dell’annientamento della persona umana prodotta dalla guerra. La lunga pelliccia finta, rosso acceso,  indossata da Anna all’inizio e nel finale è una chiara allusione alla sua istintiva volontà di sopravvivenza. La scena è uno spazio vuoto, scuro, sul fondo una grande superficie nera  inclinata e riflettente,  su cui si stagliano  un po’ sfocate  le immagini dei personaggi, producendo un effetto straniante. Al centro un grande foro ,  che lacera lo specchio, quasi un buco nero che ingoia e distrugge tutto (la guerra?). Proprio all’interno di questo foro si accende  un cerchio rosso luminoso che segnala la voce che scandisce il tempo (come già detto l’azione si svolge in più anni) in sostituzione dei cartelli scritti che comparivano nella scenografia originale di Brecht e che avevano proprio la  funzione di smascherare l’artificio teatrale

Molta musica dal vivo: chitarra, tromba e fisarmonica accompagnano i canti dei vari attori e soprattutto di Maria Paiato, che con la sua impetuosa voce è riuscita a catturare sempre l’attenzione degli spettatori.

Magnifica interpretazione quella  di Maria Paiato, la cui bravura viene esaltata dagli altri attori, che come lei recitano e cantano, interrompendo con canzoni vivaci le scene di disperazione e morte, creando così un effetto disorientante nello spettatore.

Maria Paiato, dopo il lungo e caloroso applauso, che chiamato più volte gli attori, ha voluto ringraziare a voce il pubblico e soprattutto  lodare il Teatro dell’Unione.

Con Maria Paiato, Mauro Marino, Giovanni Ludeno, Andrea Paolotti, Roberto Pappalardo, Anna Rita Vitolo, Tito Vittori, Mario Autore, Ludovica D’auria, Francesco Del Gaudio
Drammaturgia Musicale E Regia Paolo Coletta
Musica Paul Dessau
Scene Luigi Ferrigno
Costumi Teresa Acone
Light Designer Michelangelo Vitullo
Organizzazione E Distribuzione Massimo Tamalio
Produzione Società Per Attori E Teatro Metastasio Di Prato
In collaborazione con Fondazione Campania Dei Festival – Napoli Teatro Festival Italiacon Maria Paiato, Mauro Marino, Giovanni Ludeno, Andrea Paolotti, Roberto Pappalardo, Anna Rita Vitolo, Tito Vittori, Mario Autore, Ludovica D’auria, Francesco Del Gaudio.
Foto di Luciano Lattanzi

 

 

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