Al teatro San Leonardo “Le sette parti della notte”

VITERBO- Il Teatro San Leonardo ha il piacere di invitare i cittadini a presenziare venerdì 2 febbraio alle 20.30 alla meditazione teatrale-musicale “Le sette parti della notte”, liberamente tratta da un testo di Giorgio Agamben. Scrittura scenica di Riccardo Paccosi e musiche originali di Andrea Seki. L’evento rientra nel format “Tra Musica e Parole”, per la direzione artistica di Simone Precoma.

Le sette parti della notte è uno spettacolo teatrale e musicale ideato e scritto dall’attore e regista Riccardo Paccosi, in collaborazione con l’arpista e compositore di musica celtica contemporanea Andrea Seki. La drammaturgia è liberamente ispirata a un testo omonimo del filosofo Giorgio Agamben, pubblicato sul sito quodlibet.it nel 2022. In suddetto testo, ispirandosi a sua volta alle Etimologie di S. Isidoro, Agamben analizza la suddivisione della notte in sette parti, dal tramonto fino all’aurora.

Alle musiche originali di Andrea Seki e ai testi di Giorgio Agamben, si aggiungono parti scritte da
Riccardo Paccosi nonché frammenti canori da Doors, Nigtwish, Exordium & Terminus.
Lo spettacolo teatrale e musicale ha l’ambizione di delineare una metafora poetica – tanto approfondita quanto immediatamente comprensibile – del tempo in cui stiamo vivendo: un tempo in cui passato e futuro risultano fagocitati da un eterno presente digitale, un tempo in cui la luce dell’aurora e qualsivoglia visione condivisa di avvenire risultano inghiottite dalla notte d’uno stato d’emergenza permanente.

La prima parte della notte è il Vespro, che prende nome dalla stella occidentale, quella che compare appena prima del buio. Quella stella risplende per tutta la notte. Una notte che noi non attraversiamo, ma abitiamo stabilmente. La seconda parte della notte è il Crepuscolo. Il suo nome deriva da Creperum, che significa infatti essere in dubbio, cioè l’essere fra la luce e le tenebre, fra il vero e il falso. La terza parte della notte è il Conticinio, il cui nome deriva da Conticiscere, che significa infatti tacere. Si manifesta quando diviene talmente buio, che nessuno ha più la volontà o il coraggio di parlare. La quarta parte della notte è l’Intempesto, ovvero quel momento in cui le tenebre sono così avvolgenti che nessuno ha più la volontà o il coraggio di compiere un’azione. L’unica azione che può intempestivamente giungere a spezzare quella stasi, è l’atto di pensare. La quinta parte della notte è il Gallicinio, che si chiama così perché il canto del gallo annuncia la luce. Il canto del gallo è come una sonda, lanciata nelle tenebre per vedere a che punto sia la notte. La sesta parte della notte è il Mattutino, ed è quel tempo che sta fra il venire meno delle tenebre e l’avvento dell’aurora. Da quel momento in cui avviene il risveglio, si riattiva il pensiero e, con esso, il tempo. La settima parte della notte è il Dilucolo, ovvero la luce dell’aurora. In questa Notte del Mondo che stiamo abitando, l’aurora è qualcosa che possiamo soltanto immaginare. Ma nei tempi più barbari e oscuri, in fondo, l’immaginazione è come
una luce.

Riccardo Paccosi, attore, regista e drammaturgo, residente a Bologna e originario di Viterbo, è un lavoratore del settore teatrale: ambito nel quale svolge i mestieri di attore, regista, organizzatore e formatore. Dal 1994 è regista dell’Amorevole Compagnia Pneumatica, gruppo teatrale che da alcuni
anni realizza, in varie città dell’Emilia Romagna, spettacoli caratterizzati dalla compresenza sulla scena di attori professionisti e persone senza fissa dimora che raccontano sul palco le proprie vicissitudini autobiografiche. Paccosi prende parte altresì, in qualità di attore e co-autore, al varietà comico Dugongo Show, caratterizzato dalla presenza di lezioni di filosofia elaborate in chiave umoristica. Nel 1995, è stato tra i fondatori del Teatro Polivalente Occupato (T.P.O.) di Bologna.
Dal 1985 sino al 2012, Riccardo Paccosi è stato altresì un attivista politico della sinistra, sia antagonista che riformista. Nel 2021 pubblica il libro Un Mondo senza Danza, un saggio poetico-filosofico di critica alla narrazione mediatica e istituzionale intorno alla pandemia

Andrea Seki, arpista, autore, compositore di musiche e testi specializzato in arpe celtiche e neoceltiche, appartiene alla nuova corrente dell’arpa bardica contemporanea. Ha realizzato diversi album, musiche per teatro, danza, immagine, poesia e documentari, oltre un libro/Cd dedicato
all’arpa celtica e al mondo dei Bardi L’Arpa Celtica del Sidhe. Le musiche viaggiano attraverso ritmiche originali d’ispirazione “atlantica”, temi melodici di danze e suite, canti dalle bretoni, irlandesi e gaeliche. Le sonorità sono altresì generate da un incontro tra la melodia dell’antica India e quella celtica, dunque tra l’Oriente e l’Occidente, ma in un contesto di attualità, per arrivare e momenti poetici di meditazione sonora ricca di contrasti armonici, sonorità world-folk di natura progressive. Il nuovo album Bardik Springs è frutto di un viaggio tra Bretagna, India e Kashmir. È stato realizzato in collaborazione con Fabrice De Graef e Catherine Dreau , nonché prodotto dal
leggendario produttore inglese – vincitore di numerosi Grammy Award – Martin Glover detto “Youth”.

Aperitivo e spettacolo: 18,00 euro

Info e contatti Teatro San Leonardo:
via Cavour, 9-Viterbo
366.8782880
info@teatrosanleonardo.it

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