di MARIA ANTONIETTA GERMANO –
VITERBO –Ieri, 13 luglio, nella settima giornata del Tuscia Film Fest 2017, in Piazza del Gesù, nell’arena Faletti di Ombre Festival, si è svolto un incontro prefestival in ricordo del grande sceneggiatore e regista Giorgio Capitani (1927-2017), viterbese d’adozione e creatore del famigerato “Maresciallo Rocca”.
L’occasione speciale ha portato sul palco la moglie del regista Simona Tartaglia che ha ricordato con parole ricche di stima e amore, l’uomo che ha segnato il cinema italiano. Con lei il critico cinematografico Franco Grattarola. Oggetto del ricordo è anche l’ultimo libro Glentmore Hotel. Al Capone Suite (Curcio Editore), scritto da Capitani ma che non ha avuto modo di veder pubblicato perché stava già male.

La signora Tartaglia, anche lei nel cinema da sempre, ha raccontato episodi di vita vissuta insieme, aneddoti divertenti con attori e scene dei film, svelando anche tecniche di ripresa, all’avanguardia per l’epoca. “Era destino che diventasse regista – precisa sorridendo Simona Tartaglia – perché al suo battesimo, siamo nel 1927, gli fu regalata una piccola macchina da presa che lasciò tutti a bocca aperta”. E precisa ancora, “Una volta il regista era un’autorità assoluta tanto è vero che si diceva il film di, oggi che sono tutti registi, si dice il film con”. Cambiano i tempi e le tecnologie”.
Ovviamente si parla di libri e qui si diverte a narrare come è nato il libro Glentmore Hotel. Al Capone Suite. Il caso ha voluto che entrambi fossero a Miami durane un tornado che ha distrutto case e alberghi e loro, con altri scampati al pericolo, hanno convissuto anche in cinque in una stanza, senza cibo e acqua. Da questa esperienza a Giorgio Capitani è nata l’idea di scrivere un libro un filino autobiografico, tanto più che aveva scoperto tempo dopo un albergo assurdo che ancora esiste, ma nessuno vi abita. Tutti i mobili sono coperti da teli bianchi che evocano atmosfere di fantasmi. E poi, Al Capone perché la protagonista della storia è la moglie di un boss.
Libro – “Clentmore Hotel”, ambientato a Miami durante le riprese di un film, parla della storia d’amore tra Carlo, fotografo di scena, e Susan; un amore inaspettato, inizialmente non voluto, coltivato con pazienza e giunto senza preavvisi con forza e frenesia. Ma narra anche la storia d’amore fra il regista Max e Liza, sposati da 15 anni che, tra gioie e dolori, riscoprono di amarsi come una volta. A tutto questo fa da cornice il Glentmore Hotel, con la sua bellezza, le sue inquietudini, i suoi fantasmi del passato. Fra le sue mura riecheggiano la frustrazione di un amore finito, la delusione di un amore interrotto e il miracolo di uno che sta per nascere.