Alcune parole per la giornata Internazionale dei rifugiati dal Centro di ricerca per la pace

VITERBO- Riceviamo dal Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera di Viterbo e pubblichiamo: “Vi sono attualmente nel mondo, attesta l’Onu, 82,4 milioni di rifugiati, ovvero di persone costrette ad abbandonare le proprie case, le proprie famiglie, i propri beni e i propri paesi perche’ vittime di guerre e dittature, schiavitu’ e catastrofi, violenze e persecuzioni.
Significa che all’incirca ogni cento persone oggi viventi ve ne e’ almeno una che ha dovuto abbandonare tutto cio’ che aveva per salvare la propria vita, che e’ stata rapinata di tutto, letteralmente tutto quanto possedeva, non solo i beni materiali ma anche le memorie e le speranze, gli affetti e i luoghi, la lingua e i volti: tutto, tutto cio’ che rende umana la vita di un essere umano. Ogni cento persone ve n’e’ almeno una cui la violenza dei potenti ha voluto strappare il volto, ha voluto sbranare il cuore.
Non dovrebbe insorgere l’umanita’ intera dinanzi a un tale crimine? Non dovrebbe l’umanita’ intera recare soccorso, offrire accoglienza, garantire assistenza a chi ha subito un simile orrore? Non dovrebbe l’umanita’ intera impiegare ogni sua forza per far cessare questo scandalo la cui disumanita’ e cosi’ flagrante e obbrobriosa?
Perche’ questa tragica realta’ non e’ ne’ naturale ne’ casuale: e’ la conseguenza della violenza dispiegata dai poteri dominanti su scala planetaria.
Le guerre, la schiavitu’, le catastrofi ambientali, le dittature palesi e quelle variamente travestite, questo pervasivo orrore mascherato da ineluttabile fatalita’, sono in verita’ il risultato degli abusi diuturnamente perpetrati non solo dai regimi gorilla che le mafie locali insediano su limitati territori o che il terrorismo di stato o di clan impone a reiterate fiammate di fanatismo e delirio, ma anche e decisivamente dal sistema globale che presiede e surdetermina tutte le relazioni strutturali e sovrastrutturali: il sistema della rapina infinita, della massimizzazione del profitto costi quel che costi in termini di distruzione di vite umane, del consumismo sfrenato dei ricchi cui incessantemente vengono sacrificate senza scrupoli e senza esitazioni le esistenze di milioni e milioni di esseri umani innocenti e quote crescenti della stessa biosfera fino al progressivo avvelenamento ed esaurimento delle fonti stesse della vita in quest’unico mondo vivente che conosciamo e di cui siamo parte.
Questa situazione e’ l’esito dell’ordine neocoloniale e imperialista che il Nord grassatore esercita sugli sterminati, frantumati e disperati Sud del mondo.
Lo argomenta con semplici e chiare parole l’illustre sociologo Jean Ziegler nel suo ultimo libro (Il capitalismo spiegato a mia nipote. Nella speranza che ne vedra’ la fine, Meltemi, Milano 2021). Lo dimostra con rigore spinoziano l’illustre economista Vandana Shiva nella preziosa sua opera intera.
Come e’ noto, Il 20 giugno 1951 l’assemblea generale dell’Onu approvo’ la Convenzione sui rifugiati; e cinquant’anni dopo la stessa Onu delibero’ che il 20 giugno fosse la “Giornata internazionale dei rifugiati”.
Molti hanno detto, e anche noi, che questa ricorrenza serve a richiamare l’umanita’ intera ai doveri che ogni essere umano ed ogni umano istituto ha nei confronti di chi e’ stato costretto ad abbandonare il luogo in cui nacque.
Deve essere quindi un appello all’impegno concreto, non un’occasione rituale per meccanici esercizi di retorica vacua a coprire effettuali crimini contro l’umanita’.
Quando i governanti europei si dicono addolorati per la morte di un’oppressa o un oppresso non e’ forse un’orgia d’ipocrisia? Poiche’ proprio essi sono garanti e usufruttuari del sistema di sfruttamento e di esclusione che li uccide.
Quando i mass-media della societa’ dello spettacolo spremono la loro lacrimuzza di coccodrillo per le stragi sulla cui spettacolarizzazione lucrano, non e’ forse la sagra della menzogna? Perche’ proprio essi veicolano la propaganda, diffondono l’ideologia e costruiscono il consenso in pro del “disordine costituito” (Mounier) che quelle stragi commette.
Quando gli acclamatissimi eccellentissimi elegantissimi ricchissimi filantropi destinano all’elemosina le briciole delle loro ciclopiche rapine, non e’ forse la piu’ ripugnante delle frodi? Giacche’ le loro ricchezze sono il frutto del divoramento delle vite d’innumerevoli sfruttate e sfruttati.
Chi arma le dittature?
Chi schiavizza le popolazioni di continenti interi?
Chi impone l’apartheid planetario?
Chi favoreggia i trafficanti di carne umana?
Chi provoca la strage degli innocenti nel Mediterraneo?
Chi finanzia i lager che nei paesi di transito vengono approntati per impedire ai fuggiaschi dall’orrore di salvare le loro vite?
Chi, se non i poteri dominanti?
Chi, se non i governanti che si fanno beffe della Dichiarazione universale dei diritti umani, come della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea, come della Costituzione della Repubblica italiana?
Quando vediamo la povera gente commuoversi dinanzi a una morte o una strage e non accorgersi che i responsabili di quella morte e di quella strage sono i potentati che li governano e cui sovente offrono il loro ignaro consenso, tornano alla memoria quelle indimenticabili Domande di un lettore operaio di Bertolt Brecht, torna alla memoria quella indimenticabile Difesa dei lupi contro le pecore di Hans Magnus Enzensberger
Occorre un’insurrezione nonviolenta delle intelligenze e delle coscienze che ponga il concreto immediato obiettivo di salvare tutte le vite. E per far questo occorrono pace, disarmo, smilitarizzazione. Occorre far cessare ogni schiavitu’ riconoscendo tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani. Occorre la consapevolezza attiva che siamo un’unica umanita’ in un unico mondo vivente casa comune dell’umanita’ intera. Occorre la persuasa decisione di condividere fra tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni.

Il “Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera” di Viterbo

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