ALERT. Microplastiche e nanoplastiche nelle placche ateromatose ne favoriscono la rottura ed i successivi eventi trombotici

ALERT. Microplastiche e nanoplastiche nelle placche ateromatose ne favoriscono la rottura ed i successivi eventi trombotici che portano all’ictus, all’infarto miocardico o a decesso.

Lo studio condotto ha esplorato la presenza di microplastica e nanoplastica (MNPs) all’interno delle placche carotidee in pazienti affetti da malattia carotidea asintomatica. I ricercatori hanno osservato che la presenza di MNPs potrebbe essere un fattore di rischio per la comparsa di malattie cardiovascolari.

Lo studio è stato condotto in modo prospettico e multicentrico, coinvolgendo pazienti sottoposti a endoarterectomia carotidea. Le placche carotidee rimosse durante l’intervento sono state analizzate alla ricerca di MNPs utilizzando la tecnica della pirolisi-gas cromatografia-spettrometria di massa, analisi degli isotopi stabili e microscopia elettronica. Sono state valutate anche biomarcatori infiammatori mediante saggi immunoenzimatici e immunocitochimici. L’endpoint principale dello studio era rappresentato da un insieme di eventi quali l’infarto del miocardio, l’ictus o il decesso per qualsiasi causa, in pazienti con placche contenenti MNPs rispetto a quelli con placche prive di MNPs.

Complessivamente, 304 pazienti sono stati arruolati nello studio, di cui 257 hanno completato un follow-up medio di 33,7 ± 6,9 mesi. Nelle placche carotidee  sono state rilevate tracce di polietilene in 150 pazienti (58,4%), con una concentrazione media di 21,7 ± 24,5 µg per milligrammo di placca; mentre 31 pazienti (12,1%) presentavano quantità misurabili di policloreto di vinile, con una concentrazione media di 5,2 ± 2,4 µg per milligrammo di placca. Inoltre, la microscopia elettronica ha evidenziato la presenza di particelle estranee visibili, con bordi frastagliati, tra i macrofagi della placca. Alcune di queste particelle sono risultate contenere cloro mediante esame radiografico. I pazienti in cui sono state rilevate MNPs all’interno della placca ateromasica hanno dimostrato un rischio più elevato di sviluppare l’endpoint primario rispetto a quelli in cui tali sostanze non erano state rilevate (hazard ratio, 4,53; intervallo di confidenza al 95%, 2,00-10,27; P<0,001).

Lo studio ha evidenziato che i pazienti con placche carotidee contenenti MNPs presentano un rischio più elevato di sviluppare un insieme di eventi cardiovascolari avversi, come infarto del miocardio, ictus o decesso, rispetto a coloro in cui tali sostanze non erano presenti. Tali risultati pongono l’accento sull’importanza di approfondire ulteriormente la relazione tra la presenza di MNPs nelle placche aterosclerotiche e il rischio di malattia cardiovascolare.

In sintesi, è necessario approfondire ulteriormente la comprensione dei potenziali effetti delle MNPs sulla salute cardiovascolare, al fine di implementare strategie preventive e terapeutiche mirate per ridurre il rischio di malattie cardiovascolari correlate alla presenza di MNPs.

Grazie

Dr Giovanni Ghirga
Pediatra

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