Alessandro Scorsini (CISL): Recuperiamo il ruolo sociale delle Banche

Inflazione, caro benzina, comuni privi di sportelli bancari per star vicino a imprese e famiglie, il ruolo sociale delle banche sembra venir sempre meno. Eppure è da tempo che la First Cisl, il sindacato dei bancari aveva evidenziato il problema con il suo manifesto Adesso Banca. Infatti sono proprio gli articoli 41 e 47 della Costituzione ad occuparsi del ruolo sociale dell’attività Bancaria.

Nei giorni scorsi si è svolto a Roma un confronto dal nome “ Crescita delle disuguaglianze del Lazio e ruolo sociale delle Banche”. All’interno dell’incontro Riccardo Colombani afferma che “ il ruolo delle Banche si esprime attraverso l’erogazione del credito, missione tra l’altro descritta dal testo unico bancario.  Garantire la biodiversità bancaria attraverso banche grandi e competitive sui mercati internazionali , ma anche con quelle di piccole e medie dimensioni che possono sostenere l’economia. Un vissuto di piccole e medie imprese che costituisce l’ossatura del nostro sistema produttivo composto da quattro milioni di imprese che danno occupazione alla gran parte degli italiani.“

Anche Enrico Coppettelli , Segretario generale della Cisl del Lazio, sempre all’interno dell’incontro dichiara che ”è fondamentale concentrarsi sulla questione bancaria e rilanciare un modello di banca tradizionale, capace di cogliere l’opportunità offerta dall’evoluzione tecnologica ma rimanendo nel contempo radicata nei territori e al servizio del paese.”

Alessandro Scorsini afferma che “ abbiamo più volte  sostenuto l’idea di un osservatorio sul credito nel Lazio, in un momento  economico come questo è importante governare questi processi e il ruolo del sindacato è anche questo.  Esserci per cambiare, questo era il titolo del Nostro Congresso Nazionale svolto lo scorso aprile e mai come questo titolo non poteva essere azzeccato per affrontare questo momento.

Oggi, continua Scorsini, ci sono molte aziende del comparto edilizio in grandi difficoltà a causa dei ritardi sulle cessioni dei crediti.”

Da un’indagine del CNA è emerso che sono quasi 50 mila le imprese della filiera delle costruzioni (edilizia, impianti e serramenti) ad essere in difficoltà legati ai bonus edilizi.

Ci sono circa 5 miliardi di euro i crediti nei cassetti fiscali delle imprese che hanno riconosciuto lo sconto in fattura e che non li hanno monetizzati attraverso una cessione.

Sempre dalla stessa indagine risulta che la percentuale di imprese con cassetto fiscale pieno da almeno 5 mesi a maggio era al 35%, mentre oggi sfiora il 75%. La platea delle imprese che detiene crediti superiori ai 100 mila euro è aumentata passando dal 45 al 54,5% del totale.

Oltre la metà delle imprese in difficoltà ha ricevuto offerte di acquisto da parte di soggetti diversi dagli intermediari finanziari: solo l’8% a condizioni in linea con le attese mentre il 42% delle offerte presenta condizioni molto penalizzanti.

“Il blocco della cessione crediti, afferma Fortunato Mannino Segretario Generale della Cisl di Viterbo, porta con sé una serie di problematiche che inevitabilmente si ripercuotono sull’intera filiera.E’ fondamentale smobilizzare i cassetti fiscali perché, diversamente, gli oneri per le imprese rischiano di essere superiori ai benefici degli

incentivi per la riqualificazione degli edifici e per il contributo al Pil.”

Per le imprese è sempre più difficile individuare soggetti disposti ad acquisire i crediti legati ai bonus per l’edilizia e lo scenario continua a peggiorare. I canali tradizionali sono sempre più indisponibili ad acquistare i crediti (anche per le incertezze a causa delle continue modifiche normative) lasciando spazio a soggetti che speculano sulle difficoltà delle imprese della filiera.

Anche in Parlamento si sta dibattendo sul problema e durante un’interrogazione parlamentare si è dichiarato che “Se è vero che le imprese rischiano il fallimento – prosegue l’interrogazione -, i professionisti e le società di ingegneria stanno molto peggio perché le progettazioni sono propedeutiche alla valutazione di congruità degli advisors delle banche, attività a sua volta propedeutica alla decisione di acquisto dei crediti”.

“I progetti sono stati fatti e ora le banche non acquistano più crediti – avvertono -; se i cantieri non partono, i progettisti non hanno neanche il diritto al credito d’imposta per i compensi del proprio lavoro già svolto. Si fa fatica solo a pensare all’ipotesi di chiedere il denaro ai condomini”.

I senatori paventano, quindi, un elevatissimo rischio di insolvenza per alcuni miliardi di euro per il solo settore professionale, con conseguenze devastanti proprio per gli studi e i professionisti che nei prossimi anni dovrebbero essere pronti per le sfide del PNRR.

‘”Siamo in attesa di risposte concrete,– dichiara Alessandro Scorsini- , migliaia di imprese rischiano il fallimento e la chiusura delle loro attività, con conseguenti perdite di decine di migliaia di posti di lavoro” e cita un recente rapporto del Centro studi della Confederazione Artigiani (CNA) secondo cui 33.000 imprese rischiano il fallimento, con la perdita di 150.000 posti di lavoro nella filiera delle costruzioni, a causa della mancata conversione in denaro di quasi 2,6 miliardi di crediti, equivalente ad uno sconto in fattura ogni sei, rimasto bloccato al passaggio successivo.

“Una proposta – afferma Fortunato Mannino-, potrebbe essere la trasformazione del credito in un finanziamento bancario assistito da garanzia pubblica per le imprese che hanno concesso sconti in fattura ai propri clienti e che adesso non riescono a monetizzarli. Continua Fortunato Mannino, “ nel Nostro territorio sono molte le aziende che si trovano in queste difficoltà, una bolla che se dovesse scoppiare potrebbe mettere in difficoltà l’intero tessuto sociale della provincia. “

 

Fortunato Mannino                                                   Alessandro Scorsini

Segretario Generale Cisl                               Segretario Generale First Cisl di Viterbo

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