Allerta Coronavirus, l’Uspp: “Mettere in sicurezza gli istituti penitenziari vicino a Codogno”

“L’U.S.P.P. esprime la propria preoccupazione per la salute del personale di Polizia Penitenziaria, degli operatori civili e sanitari e dei detenuti degli istituti penitenziari di Piacenza, Cremona, Lodi. I
casi di coronavirus accertati a Codogno inducono a chiedere al Ministro della Salute Roberto Speranza e al Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede immediate e urgenti misure di profilassi per chiunque venga a contatto con le tre strutture penitenziarie geograficamente più vicine al comune lodigiano”, è quanto dichiara Giuseppe Moretti, Presidente dell’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria, aggiungendo che “la pericolosità dell’infezione e la facilità di trasmissione del virus può causare in queste tre carceri conseguenze drammatiche, per questo motivo oltre agli interventi di prevenzione i ministri Speranza e Bonafede intervengano a porre in essere ogni iniziativa finalizzata ad evitare il peggio e a predisporre dei piani di emergenza sanitaria”. In particolare, il presidente Moretti si sofferma sulle necessità del primo momento, affermando che “occorre dotare questi tre istituti, che probabilmente ne sono sprovvisti, di gel disinfettante, di mascherine chirurgiche per il viso, di guanti monouso, di termometri ed occorre procedere ad accurate e ripetute verifiche da parte dello staff medico del personale che lavora negli istituti penitenziari, dei suoi visitatori e della popolazione detenuta, assicurando una costante e frequente pulizia dei luoghi”.
Infine il Presidente USPP Moretti auspica “che tra il personale sia capillarmente divulgato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, il protocollo operativo sicuramente già attivato, che deve essere attuato in tutte le carceri della Repubblica, tenuto conto del fatto che attualmente le procedure di ingresso in istituto non contemplano l’obbligo di alcuna analisi per nessuna persona sottoposta a misura detentiva, ragione per la quale in talune circostanze si verificano anche altre infezioni del personale operante nelle struttura penitenziarie primo fra tutte quella derivante da casi di tubercolosi e di epatite.”-

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