Ammortizzatori sociali, nuovo intervento di CNA: “Imprese e lavoratori dell’artigianato ancora senza fondi”

VITERBO – “Dopo aver formalmente richiesto l’intervento dei ministri competenti sull’irragionevole mancato trasferimento al Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato, Fsba, delle risorse già stanziate, segnaliamo che tali risorse non sono ancora nella disponibilità del Fondo. Un ritardo che aggrava la situazione già intollerabile nella quale versano imprese e lavoratori, da mesi in attesa degli ammortizzatori sociali”. Così la CNA, che rinnova l’appello al governo per una soluzione immediata.
E’ forte la preoccupazione: a livello nazionale, oltre 209mila imprese e circa 400mila lavoratori aspettano le prestazioni di sostegno al reddito relative al solo mese di aprile, senza contare gli interventi richiesti anche per i mesi di maggio e giugno.
“Le difficoltà sono enormi anche nel Lazio – fa notare la CNA di Viterbo e Civitavecchia -. Nella nostra regione, dove Eblart (Ente bilaterale del Lazio) ha operato, sin dalla prima fase della pandemia, per garantire con la massima rapidità le erogazioni, ci si è purtroppo fermati per la mancanza di risorse. Relativamente al mese di aprile sono state pagate le prestazioni di 7.400 dipendenti delle imprese artigiane, circa un quarto degli aventi diritto, con i 5 milioni di euro di cui l’Ente disponeva sui 21 necessari. Se le risorse a Fsba non arrivano, Eblart non ha più alcun margine di azione”.
Il ministro del Lavoro, anche alla luce della particolare efficienza gestionale e organizzativa messa in campo da Fsba in questi mesi, aveva assicurato un personale interessamento per garantire un veloce trasferimento delle risorse. “Eppure i soldi ancora non ci sono. Così come non si ha notizia del prolungamento e del rifinanziamento delle settimane di sostegno al reddito per l’artigianato. Non possiamo attendere ulteriori rassicurazioni. Serve – sottolinea CNA – un intervento immediato, sia nel trasferimento delle risorse, sia nello stanziamento di nuove settimane di integrazione salariale, altrimenti gran parte di quanto fatto finora sarà reso vano da questa terribile crisi che non accenna ad arrestarsi”.

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