Angelo Russo espone “Colori e Simboli” a Viterbo sotterranea, fino al 30 settembre 2021

di MARINA CIANFARINI –

VITERBO – “Quando desideri qualcosa, tutto l’Universo cospira affinché tu possa realizzarla”. Sono parole che Angelo Russo, artista poliedrico, riprende da Paulo Coelho e le colloca a pochi respiri dall’inaugurazione della sua mostra “Colori e Simboli” avvenuta oggi, 1º settembre, nella suggestiva location di Viterbo sotterranea (piazza della Morte, 1).
La rassegna, che si prefigge l’obiettivo di offrire ai visitatori un percorso ricco di fascino, sarà visibitabile fino al 30 settembre 2021 (orario 10:00-20:00).
La mostra proposta da Angelo Russo ha una gestazione lunga. Il Covid ne ha fermato l’organizzazione nel 2019 rendendo possibile la sua nascita solamente in queste ore.
“Settembre non è un periodo casuale per la città di Viterbo – sottolinea Angelo Russo -. Si tratta di un arco temporale in cui Santa Rosa si mostra ai cuori di molti. E’ stato un bel gesto quello di collocare “Gloria” a piazza del Plebiscito, permettendo a cittadini e turisti di ammirarla, ma essa vive idealmente solo nel trionfale trasporto che dura da secoli. La Macchina senza “il motore umano” dei facchini ha poco senso. Questo è il vero evento e ci manca enormemente.
La mostra ha una location particolare, ove i quadri si sposano alla perfezione con gli ambienti scelti. All’ingresso l’ospite si trova dinanzi alla raffigurazione della Macchina di Santa Rosa, “Sinfonia d’Archi” (1991-1997). Accanto spicca l’immagine del facchino a rimarcare la simbiosi tra i due elementi. Si scende, quindi, sempre più in basso (la scelta della location non è un caso), l’avvicinarsi all’inconscio e ai colori che si contrappongono al grigio della roccia, integrando i due opposti (luci ed ombre) che si rincorrono quasi danzando, pur nella monumentale staticità delle grotte, daranno la cifra stilistica della mostra. Ciò che consiglio al fruitore della rassegna è di lasciare all’esterno la totalità che lo pervade, concentrandosi solamente sui quadri e sull’ambiente che li ospita”.
Lungo il cammino sono presenti dei sassi, aagiati alla base delle opere. Metaforicamente rappresentano le molliche della fiaba di “Pollicino” che conducono verso le farfalle (la libertà), simbolo completo di rinascita.
Nelle intenzioni dell’artista, la mostra nasce con l’intento di comunicare un messaggio positivo: la vita va avanti nonostante tutto. Nel corso della storia troppe volte l’essere umano ha sperimentato disagi, catastrofi, significativi mutamenti dell’habitat o pandemie, riuscendo sempre a uscirne e facendone tesoro pur nella tragicità degli eventi. Non è un caso che nella mostra ci sia più di una tela con l’immagine della farfalla, simbolo per antonomasia di trasformazione e rinascita, essendo un animale che senza condizionamenti esterni passa dalla condizione di bruco a larva per diventare bellezza e leggerezza che si libra nell’aria, nei prati, tra i fiori.
“Le sue fattezze sono una vittoria sulla morte, il suo gioco di colori un sorriso di sfida di fronte alla caducità”. Ne parla lo scrittore Hermann Hesse nei suoi lavori letterari, le cita Buddha dedicando loro le sue ultime parole “Vi ringrazio mie maestre: da voi ho imparato più cose che dagli scritti dei bramini”.

Presenti all’inaugurazione della mostra “Colori e simboli” il sindaco di Viterbo Giovanni Maria Arena, il presidente del sodalizio dei facchini di Santa Rosa Massimo Mecarini, il presidente della Confesercenti Viterbo Vincenzo Peparello, il direttore di Viterbo Sotterranea Sergio Cesarini, Raimondo Chiricozzi, Presidente del Comitato Provinciale AICS di Viterbo e la poetessa Lorena Paris. Una corposa folla ha accolto il fiorire dell’evento e, a gruppi ben organizzati, ha potuto accedere al percorso di visita.
Raimondo Chiricozzi ha, inoltre, posto nelle mani di Angelo Russo una targa quale riconoscimento per quanto creato in questi anni di produzione artistica.
Il protagonista dell’evento, il viterbese Angelo Russo, è un artista conosciuto anche per aver ideato a fine millennio (1991/1997) una tra le macchine di Santa Rosa più innovative e suggestive, sia per la forma che per i materiali utilizzati, ha nella sua biografia una serie di mostre d’arte visive, sia personali che collettive, che iniziano dal lontano 1975. Proprio in questi giorni si sono concluse la sua personale a Proceno “ritorno nel luogo natio”, la collettiva di Tuscania 100 pittori a paalazzo Fani, e ha ricevuto a Soriano nel Cimino il 14 agosto dall’associazione Soriano terzo millennio il premio “Gli oleandri 2021”, riconoscimento per l’innovativo e costante impegno nell’arte. Per l’occasione è stato stampato un catalogo (David Ghaleb editore) con le immagini a colori di tutte le opere (fotografie F. Biganzoli), biografia dell’autore e vari commenti sulle opere stesse.
La rassegna è organizzata con il partenariato dell’Aics – Associazione italiana cultura sport comitato provinciale di Viterbo, della Confesercenti di Viterbo e di Viterbo sotterranea. Gode inoltre del patrocinio della regione Lazio, della provincia e del comune di Viterbo, della camera di commercio Rieti e Viterbo, della fondazione Carivit, del sodalizio Facchini di Santa Rosa e dell’Actas – Associazione culturale turismo arte spettacolo di Tuscania ed è sponsorizzata dalla cooperativa agricola “Cesare Battisti” di Vetralla, da Vitauto di Vitorchiano e da Klimt art di Viterbo.

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