ROMA – Il 10 dicembre 1948, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite approvò e proclamò la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
A distanza di 72 anni dalla sua emanazione la piena applicazione dei principi della dichiarazione è ancora lontana in diverse parti del mondo, compresi i paesi a regime democratico.
Articolo 1
Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
Il primo articolo vene tradito ogni volta che si restringono spazi di libertà per le persone più deboli e vulnerabili a cui è impedito l’esercizio dei più elementari diritti sociali e civili. Ancora di più quando aumentano a dismisura le disuguaglianze che impediscono di fatto l’accesso alla vita civile per milioni di persone in diverse latitudini del mondo.
Articolo 23
- Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell’impiego, a giuste e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
- Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
- Ogni individuo che lavora ha diritto ad una rimunerazione equa e soddisfacente che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia una esistenza conforme alla dignità umana ed integrata, se necessario, da altri mezzi di protezione sociale.
- Ogni individuo ha diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.
L’articolo 23 viene tradito ogni volta che si trasforma una condizione di lavoro regolare in lavoro nero, precario, sfruttato o ancora peggio in condizioni di nuova schiavitù.
Sono circa 500.000 i lavoratori, nei soli settori dell’agricoltura e dell’edilizia, che lavorano senza le tutele del contratto, sottopagati, sfruttati in condizioni di rischio per la sicurezza e la salute.
Il 10 dicembre 2020 la Rete ANTITRATTA TUSCIA indice una giornata di mobilitazione in occasione dell’anniversario della Dichiarazione dei diritti dell’uomo diffondendo materiale informativo e presidi per la sicurezza ai lavoratori migranti.