Aperto ufficialmente l’anno accademico 2019/2020 dell’Università degli Studi della Tuscia, il 41esimo dalla sua fondazione.

di Federico Usai –

VITERBO – Università della Tuscia in festa questa mattina per la cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico 2019-2020. Alla presenza di un folto numero di rettori e docenti di numerose università italiane, il rappresentante degli studenti universitari Vincenzo Eugenio Pandolfi ha dato il via, con una sua relazione, ad una delle cerimonie più importanti per l’Università della Tuscia. Poi, con un poco di emozione, ha parlato Monica Fonck a nome del personale Dirigente e Tecnico Amministrativo. La sua è stata un’introduzione che ha poi portato al discorso di Stefano Ubertini, Magnifico Rettore dell’Università della Tuscia, che era alla sua prima presentazione di Anno Accademico nella veste di rettore.
Nella prima parte del suo intervento il Prof. Ubertini ha messo in evidenza la situazione nazionale e l’importanza strategica dell’università pubblica italiana per il nostro paese “Una ricchezza che forse troppo spesso dimentichiamo di avere ed in maniera superficiale ed affrettata molti vorrebbero cambiare.” ha affermato il Magnifico Rettore e continuando ha voluto ribadire :    

L’università ha rappresentato nel nostro Paese, in molte fasi storiche, un prezioso serbatoio della classe dirigente. Una classe dirigente che ha servito e serve la Repubblica nelle istituzioni e nelle società e che al tempo stesso è anche costruttrice di nuova classe dirigente in grado di gestire i rapidi e profondi cambiamenti delle società globali, interconnesse, mutevoli.

Poi il Rettore ha affermato : “ Sfatiamo anche il luogo comune che in Italia ci sono troppe università. Siamo tra gli ultimi in Europa per numero di sedi universitarie rispetto al numero di abitanti: l’Italia ha meno di 2 università per ogni milione di abitanti, contro circa 4 della Germania e oltre 8 della Francia.
Le università italiane non svettano nelle classifiche internazionali perché la nostra missione, che ha radici molto antiche, non è creare poli di eccellenza ma promuovere la ricerca, il progresso e la cultura in tutto il Paese. Ma se osserviamo con attenzione quelle stesse classifiche internazionali, ci accorgiamo che l’Italia presenta la stragrande maggioranza delle sue università, noi compresi, nel top 5% al mondo, ed è tra i primi sette paesi più rappresentati del pianeta, il terzo in Europa.
Le università italiane, singolarmente prese, costano molto meno delle primissime classificate, come Harvard o Stanford, ma a parità di spesa producono molto di più.
Siamo settimi al mondo per numero di citazioni e ottavi per numero di articoli scientifici. Ma saliamo al terzo posto, davanti agli USA e dietro solo alla Cina e alla Gran Bretagna, se il numero di pubblicazioni scientifiche è normalizzato rispetto all’investimento pubblico in ricerca.
Continuando il Prof. Ubertini ha voluto ribadire che servono più investimenti che permettano di fare programmazione , avendo “ il Paese bisogno di investire di più nell’educazione, nella formazione, nella ricerca, nella scuola e nelle università. Questa è l’unica ricetta possibile per avere sviluppo e progresso.

Inoltre il Prof. Ubertini ha voluto evidenziare la situazione dell’Università della Tuscia, di seguito pubblichiamo parte del suo intervento : “
“In questo quadro nazionale, l’Università della Tuscia è sicuramente una delle realtà più qualificate e rilevanti, con buone prestazioni in tutti gli ambiti e importanti punte di eccellenza.
Ad oggi offriamo 40 corsi di studio divisi su 6 dipartimenti, di cui 17 magistrali e 2 a ciclo unico in diverse aree, oltre a 8 Master e 7 Corsi di Dottorato, per un totale di circa 700 insegnamenti e di oltre 40.000 ore di didattica frontale. E l’offerta didattica è in continua espansione: abbiamo recentemente sottoposto al Ministero un nuovo corso di laurea in Scienze Naturali e Ambientali, focalizzato sull’analisi ed il monitoraggio dello stato dell’ambiente, anche in funzione della prevenzione e della gestione dei rischi e un nuovo corso sulla produzione sementiera e il vivaismo, il primo corso di laurea professionalizzante nella Regione Lazio e il primo in Italia nel settore agrario. A questo fine abbiamo stipulato oltre 30 convenzioni con aziende del settore che ospiteranno i nostri studenti nell’ultimo anno di corso.
In totale ospitiamo circa 9000 studenti, con tre poli didattici, quello principale a Viterbo,
quello in forte espansione a Civitavecchia, dove abbiamo 2 corsi di laurea triennale e 2 corsi di laurea magistrale, grazie anche alla collaborazione con il Comune di Civitavecchia e la fondazione Cariciv e quello di Rieti, su cui intendiamo puntare molto nel prossimo futuro e per il quale stiamo costruendo un ambizioso progetto di rilancio sia nella didattica che nella ricerca per un valore complessivo di circa 5 milioni di euro.
E i dati di questo anno sulle iscrizioni mostrano una crescita sensibile con un +4% di iscritti al primo anno e un + 12% di iscritti al primo anno nei corsi di laurea magistrale.
La didattica e la ricerca sono svolte grazie a circa 320 docenti, tra professori e ricercatori, circa 300 unità di personale tecnico-amministrativo e oltre 400 tra dottorandi, assegnisti di ricerca, borsisti e docenti a contratto. Insomma una comunità di oltre 10.000 donne e uomini, che popolano i nostri spazi, studiano e lavorano nel nostro Ateneo, contribuiscono attivamente alla sua crescita.
Nella didattica, siamo, tra le Università pubbliche generaliste, quella con il più alto livello di soddisfazione degli studenti e al primo posto per la funzione di ascensore sociale, cioè per percentuale di laureati con genitori non laureati. Questo primato è ancora più rilevante se consideriamo che, secondo un recente rapporto OCSE, gli studenti con genitori dotati di un’istruzione di base hanno il 15% delle possibilità di ottenere una laurea rispetto ai ragazzi figli di laureati.
Nel diritto allo studio, nonostante il maggior costo dovuto all’istituzione della no-tax area, abbiamo ampliato l’area degli studenti aventi diritto all’iscrizione senza tasse ed abbiamo confermato tutte le politiche di sostegno per reddito e per merito. E intendiamo andare oltre, creare metodi, strumenti e procedure capaci di assicurare pari opportunità di successo formativo a tutti gli studenti, e mi riferisco in particolare agli studenti in situazioni di disagio, tema sul quale c’è ancora molto lavoro da fare nell’università italiana.
Per questo abbiamo inserito nel bilancio preventivo una serie di investimenti per dotare le aule di sistemi di registrazione e di didattica multimediale e per avviare iniziative di formazione del personale docente e tecnico-amministrativo che ci consentiranno di superare tutti quegli ostacoli di ordine didattico e pratico che limitano l’inserimento degli studenti con disabilità o con disturbi specifici dell’apprendimento.
Le ultime valutazioni della ricerca collocano il nostro Ateneo tra i migliori in molte aree scientifiche.
Per quanto riguarda la ricerca in area tecnico-scientifica, dal 2000 ad oggi i nostri ricercatori hanno pubblicato oltre 7000 lavori indicizzati nei database internazionali, in collaborazione con 145 istituzioni di tutto il mondo, con un tasso di crescita di oltre l’80% negli ultimi 10 anni.
Ben quattro Dipartimenti su sei sono stati inclusi tra quelli di eccellenza e tre, uno di area umanistico-sociale e due di area scientifico-tecnologica, sono stati poi finanziati dal Ministero. Un rapporto tra progetti di eccellenza e numero totale di dipartimenti che ci pone ancora una volta tra i primissimi atenei in Italia.
Grazie alle nuove risorse, i Dipartimenti hanno ampliato il corpo docente, selezionando i migliori talenti, hanno consolidato la qualità della ricerca nelle aree più forti, hanno aumentato le risorse per i dottorati di ricerca ed hanno arricchito l’offerta formativa internazionale.
Il Dipartimento di studi linguistico-letterari, storico-filosofici e giuridici ha dato avvio a un sistema di Accademie di studiosi nazionali e internazionali – ad esempio in materia di immigrazione – che hanno il loro hub a Viterbo.
Il progetto del Dipartimento di Scienze Agrarie e Forestali consentirà un avanzamento significativo della conoscenza e della formazione di elevata qualificazione nella direzione dello sviluppo sostenibile con ricadute importanti di natura economica, ambientale e sociale.
Il Dipartimento per la Innovazione nei sistemi Biologici, Agroalimentari e Forestali lavorerà, grazie al finanziamento ministeriale, sulla conservazione, gestione e valorizzazione del capitale naturale, alimentare e culturale del nostro paesaggio, con un approccio fortemente interdisciplinare, che coinvolge aree apparentemente lontane, come scienze agrarie, beni culturali e biotecnologie.
Anche la capacità di attrarre fondi di ricerca è certificata dai numerosi progetti europei, nazionali e regionali presentati da ricercatori e professori del nostro Ateneo e selezionati sulla base di bandi competitivi.
Mi riferisco ai 30 progetti di interesse nazionale finanziati dal Ministero al nostro ateneo tra il 2015 e il 2017 con quasi 5 milioni di euro, su temi che vanno dall’interlegalità ai farmaci per combattere i tumori, dalle trasformazioni della democrazia alle tecnologie a idrogeno
mi riferisco ai 28 progetti Horizon 2020, di cui 15 tuttora in corso, su energia pulita, agricoltura sostenibile, precision farming, archeologia, tutela del patrimonio storico-culturale, cambiamenti climatici, economia circolare, mi riferisco anche al nostro coinvolgimento nel programma nazionale per le ricerche in Antartide, mi riferisco ai numerosi progetti finanziati dalla Regione Lazio su mobilità elettrica, aerospazio, bioedilizia, beni culturali con un finanziamento totale ricevuto nel 2019 di poco inferiore al milione di euro, mi riferisco alla nostra attività finanziata da Eurofusion per oltre 1 milione di euro sulla fusione termonucleare e al progetto DTT, un progetto da 600 milioni di euro che avrà sede nella nostra regione a Frascati, un’alleanza strategica per un’energia sostenibile, sicura e inesauribile che vede solo altre due università italiane coinvolte oltre alla nostra
E ancora, il Distretto Tecnologico per le Nuove Tecnologie applicate ai Beni e alle Attività Culturali, lanciato dalla Regione Lazio per la realizzazione di un polo di eccellenza competitivo a livello europeo e internazionale nel campo dei beni culturali, il Competence Center sulla Cyber Security (sostenuto dal MISE con ben 7 milioni di euro), di cui siamo partner costitutivi insieme a tutte le altre università pubbliche del Lazio.
E nei primi 4 mesi del mio mandato abbiamo sottomesso oltre 40 progetti di ricerca e domande di finanziamento su bandi competitivi e abbiamo avviato il programma di attrazione e valorizzazione di talenti che prevede investimenti per valorizzare i nostri giovani ed attrarre giovani talenti da tutto il mondo.
Abbiamo oltre 450 accordi di collaborazione con università e enti di ricerca in tutto il mondo di cui circa 300 in Europa e siamo membri dal 1995 della European University Association, la più grande associazione europea di università con circa 850 atenei membri.

Prima di concludere il suo discorso il Magnifico Rettore, Stefano Ubertini ha voluto introdurre la Amalia Ercoli-Finzi,  “…. la Signora delle Comete, ospite d’onore che ha vissuto la liberazione dal fascismo e oggi studia come fare atterrare un equipaggio umano su Marte e come realizzare un orto botanico sulla Luna, una donna che ha cresciuto 5 figli e una sonda spaziale, Rosetta, che è partita dall’Italia nel 2004 e oltre 12 anni dopo ha perforato, per la prima volta nella storia, il nucleo di una cometa, inviando i dati sulla terra.
Ringraziandola della sua presenza, sono sicuro che l’esempio di Amalia ha aiutato e aiuterà a superare, finalmente, una questione che in Italia, ma anche in Europa, è ancora aperta: la presenza delle donne nelle professioni e nelle istituzioni, il rispetto della condizione femminile e la conciliazione tra professione e famiglia. Secondo i dati UNESCO presentati in occasione della giornata mondiale delle donne nella scienza, l’11 febbraio scorso, meno del 30% dei ricercatori nel mondo sono donne. Mentre lavoravo a questo discorso, ho scoperto un dato che mi ha letteralmente sconvolto: da un’indagine condotta in Italia nel 2011 risulta che 3 donne su 4 sono disposte a rinunciare alla maternità per la carriera. Questa è la vera emergenza nazionale.

La frase più attesa da tutti “ Dichiaro ufficialmente aperto l’anno accademico 2019/2020 dell’Università degli Studi della Tuscia, il 41esimo dalla sua fondazione.” ha concluso l’intervento del neo rettore dell’Università della Tuscia.

Poi l’attenzione l’ha catturata una splendida l’83enne ingegnere aerospaziale e professoressa onoraria del Politecnico di Milano, Amalia Ercoli-Finzi che con la lectio magistralis “Nello spazio senza confini” ha illustrato la storia della conquista dello spazio accompagnata da aneddoti, elementi scientifici e battute apprezzate dai molti presenti tra questi molti rappresentanti istituzionali e militari, il vescovo di Viterbo Mons. Lino Fumagalli, il senatore Francesco Battistoni, il vicepresidente della Corte costituzionale Aldo Carosi e l’assessore regionale all’Università Claudio Di Berardino, il sindaco di Viterbo, Giovanni Arena.

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