di ARIADNA BULAT –
VITERBO – Si è tenuta questa sera, presso la sala CE.DI.DO (Palazzo dei Papi), la presentazione della nuova guida: “Ferento – la città splendissima” a cura della dott.ssa Giovanna Ottavinelli. All’evento erano presenti anche il presidente dell’associazione culturale Archeotuscia Onlus Luciano Proietti, il Dott. Carlo Casi della Fondazione Vulci Parco Archeologico Antica Castro e il Dott. Alessandro Barelli.
Luciano Proietti ha dichiarato che l’incontro culturale di oggi segna l’inizio della la nuova stagione, dopo una pausa estiva che si è allungata e che Archeotuscia sta particolarmente focalizzando le sue attività sull’aria archeologica di Ferento per il fatto che la città ha fornito delle soddisfazioni, essendo visitata dai turisti e ricevendo da essi un feedback positivo.
“E’ un’idea che nasce per creare un grande cartellone, un punto di raccolta di scritti storico-tecnici che raccontano in maniera scientifica quello che è la storia e la cultura del territorio.” – ha aggiunto Alessandro Barelli.
“Il libro – curato dal punto di vista grafico da Simone Cherubini – credo che sia molto ben realizzato, è un operazione professionale e proporzionata da tutti i punti di vista.” – ha completato Carlo Casi.
La dott.ssa Giovanna Ottavinelli ha presentato la struttura del libro: “I primi due capitoli introduttivi hanno come tema principale un sito fondamentale per la storia di Ferento che è la città di Acquarossa, partendo dalla storia del suo abitato, supportata da varie immagini fantastiche.
Dal capitolo tre si entra nella trattazione del sito di Ferento, partendo dalla storia del toponimo, arrivando poi, in ordine cronologico, al capitolo otto con il simbolo della città – il teatro, la decorazione che impreziosita la facciata della frontescena – proseguendo con le terme e poi la domus ad aprio. Dal capitolo quattordicesimo il discorso si sposta un po’ dal sito vero e proprio per andare a trattare altri argomenti, presentando vari edifici, come l’anfiteatro, diverse personalità di spicco e oggetti preziosissimi trovati sul territorio, arrivando alla parte finale con la storia e la documentazione archeologia di Ferento.”
Il superlativo latino “splendissima” presente nel titolo del testo – ha aggiunto la dott.ssa – è stato utilizzato appositamente per il fatto che esso rievoca un’espressione antica e crea un collegamento con l’antichità”.