Arci, respingimenti illegittimi: riconosciuto il diritto di chiedere asilo

Erano stati respinti e riportati in Libia nel 2009 i cinque eritrei arrivati in Italia il 30 agosto grazie alla sentenza del Tribunale di Roma il 28 novembre 2019: emessa a seguito del ricorso presentato da ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione) e Amnesty International, la sentenza 22917 del 28/11/2019 ha finalmente reso giustizia a uno dei tanti casi di respingimento nel Mediterraneo che si sono verificati, e continuano a verificarsi, nei confronti di chi è costretto ad affrontare, in condizioni difficilissime, un viaggio in mare per raggiungere l’Europa e vedersi riconosciuta la protezione internazionale.

Il Tribunale di Roma, nella sentenza, ha sancito l’illegittimità della condotta dell’Italia richiamando,  tra le altre cose, il divieto di respingimento sancito dall’articolo 33 della Convenzione di Ginevra che vieta, agli Stati contraenti, di espellere o respingere un rifugiato verso territori in cui la sua vita o la sua libertà sarebbero minacciate per motivi di razza, religione, cittadinanza, appartenenza a un gruppo sociale o per le sue opinioni politiche e il diritto di asilo che l’articolo 10 della Costituzione italiana riconosce allo straniero al quale sia impedito, nel suo Paese, l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla nostra carta costituzionale.

Sancendo l’illegittimità del respingimento e ordinando all’Italia il rilascio di un visto di ingresso che consenta ai cinque ragazzi di accedere alla procedura di riconoscimento della protezione internazionale, il Tribunale ha rilevato che le autorità italiane, in questo caso, erano nelle condizioni di sapere che la Libia, uno Stato che non ha ratificato la Convenzione di Ginevra e nel quale non è previsto un sistema nazionale di asilo, non poteva essere considerato un approdo sicuro e che, per i migranti, il rischio di venire arrestati, sottoposti a violenze e respinti verso l’Eritrea era concreto.

Arci Viterbo ha sempre considerato illegittime le politiche di criminalizzazione dell’immigrazione e tutte quelle misure impiegate per negare alle persone il diritto di accedere alla protezione internazionale che hanno portato all’approvazione dei cosiddetti «decreti sicurezza» la cui abolizione è sempre più necessaria.

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